Improvvisamente sentimmo i passi di due uomini proprio nelle vicinane, ci nascondemmo al meglio dietro le foglie e fortunatamente non ci videro. Ma fu un cattivo presagio, perché non ci salvammo quando fummo invitati a mangiare da delle amiche che abitavano a S. Alfio, un paese in alto sul vulcano.
Ricordo ancora lo schifo, fecero la pasta con la salsa in brik dolciastra, una novità a quei tempi, e ci offrirono del vino in brik, altra delizia, in più aggiunsero alla pasta lo zucchero al posto del sale. Finito il pranzetto le abbandonammo, la noia ci stava uccidendo, ancora le femminucce non erano il nostro primo pensiero. Invece di aspettare che la madre delle nostre ospiti tornasse e ci riaccompagnasse a casa, decidemmo di correre giù in discesa per i 16,5 km di tornanti. Arrivati sfiniti a tre quarti di strada ci imbattemmo in una piantagione di ciliegie affacciata sulla strada. Le potevano cogliere senza entrarci e noi non ci facemmo sfuggire loccasione. Seduti sul muretto circostante iniziammo a mangiarne qualcuna, tutta quella scarpinata ci aveva fatto venire fame. Ad un certo momento, si accostò a noi una macchina, da cui scese un panzone con aria sorridente che si avvicinò al mio amico. Sembrava volesse dirgli qualcosa, invece era una strategia per non farci fuggire, arrivato a tiro, partì da quella sua manona un muffittuni (in dialetto uno schiaffo a mano piena), di cui sento ancora leco a pensarci, e poi si lanciò invano su di me. Vista la scena mi tuffai allindietro dal muretto stile parkour dentro il giardino e scappai.
Questa volta era andata male non può mica andare sempre bene comunque non ho capito perché per due ciliegie se la sia presa tanto, sicuramente non era il caso di rimanere e chiederglielo e con il mio amico riprendemmo la strada di casa.
Altra reazione esagerata mi accadde sempre in sua compagnia. Stavamo aspettando Settimo quando sorse un'urgenza impellente. Per fare presto saltammo una recinzione in una vecchia costruzione abbandonata e andammo a fare pipì proprio a ridosso di un muro scorticato. Al che sentimmo una voce gridare:
ALTOLA!
Ci girammo e ci trovammo di fronte un tizio con le gambe larghe che ci puntava la pistola tipo Starsky & Hutch nella favolosa serie.
Penso lo avesse sognato una vita, lui, una guardia giurata, incastrare due criminali con loggetto in mano. Aveva unaria soddisfatta e ridicola allo stesso tempo. A certe persone non si dovrebbe affidare una pistola. Fortunatamente lo lasciammo andare dopo che la mise via (si perché in verità volevamo picchiarlo per avercela puntata contro). Era la guardia dello stabile.