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Anno Mundi: nel calendario bizantino la locuzione Anno Mundi, abbreviato A.M., indica che il conteggio degli anni inizia dalla data della creazione del mondo, che secondo tale calendario sarebbe avvenuta l1º settembre del 5509 a.C. In questo romanzo gli anni riportati nellintestazione dei capitoli sono indicati secondo il calendario giuliano/gregoriano e secondo quello delletnia del protagonista di ciascuna parte.
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Nicea: importante città dellImpero bizantino, oggi parte della Turchia e conosciuta col nome di İznik.
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Corcira: nome con cui era conosciuta un tempo lisola greca di Corfù.
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Faro di Messina: nome con cui veniva indicato lattuale Stretto di Messina.
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Eubea: grande isola del mare Egeo appartenente oggi alla Grecia. In passato era conosciuta anche come Negroponte.
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Val Demone: uno dei tre Valli in cui era divisa un tempo la Sicilia. Il Val Demone corrisponde al triangolo nordorientale dellIsola. Gli altri due sono il Val di Mazara ad ovest e Il Val di Noto a sudest.
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Romei: appellativo con cui venivano chiamati i bizantini nel medioevo. Letteralmente romani, essendo Bisanzio proprio lImpero Romano dOriente. Il termine bizantini fu coniato in unepoca successiva. In questo romanzo sono anche chiamati col termine generico di greci, da non confondere con i greci propri della Sicilia, ovvero quella parte di popolazione indigena di lingua greca e osservante il rito orientale nella religione.
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Stratigò o Strategoto: sorta di governatore della città di Messina con compiti esecutivi e giudiziari. La figura dello Stratigò risale allepoca bizantina, ma si mantenne durante la dominazione normanna, a testimonianza del retaggio greco-bizantino della città.
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Basiliani: monaci seguaci della regola di San Basilio. Possono essere di rito sia greco che latino, ma in questo romanzo si intendono soltanto quelli di rito orientale.
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Logotheta: dal greco colui che conta, calcola. Dignitario del Regno di Sicilia e dellImpero Bizantino che attendeva ai bilanci statali.
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Balermus: nome di Palermo durante il periodo normanno. Si tratta della latinizzazione del nome arabo Balarm, che differisce tuttavia dallantico nome latino Panormus. Da Balermus deriva lattuale Palermo. Nelle intestazioni dei capitoli il nome delle città è pressoché quello in latino degli atti ufficiali dei normanni di Sicilia.
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Amiratus: latinizzazione dellarabo amir (emiro). Era il titolo riservato al primo ministro del Regno di Sicilia in epoca normanna, chiamato per esteso anche Emiro degli Emiri (ovvero Amiratus Amiratorum), o Arconte degli Arconti (dal termine greco che significa primo magistrato). La parola italiana Ammiraglio deriva appunto dallarabo amir, avendo subito alla spiccia i seguenti passaggi: amir > Amiratus > Amiralius > Ammiraglio. Tali trasformazioni linguistiche e semantiche avvennero alla corte siciliana. Proprio qui, infatti, la parola Ammiraglio, che inizialmente indicava una sorta di primo ministro con poteri plenipotenziari, finì per indicare il comandante generale della marina militare.
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Joharia: dallarabo al-jawhariyya, col significato di ingioiellata.
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Fatimidi: potente dinastia musulmana (sciita ismaelita) che dominò il Nordafrica dal X al XII secolo.
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Jannat al-ard: letteralmente paradiso della terra. Da questa parola deriva Genoardo, termine con cui si indicava il parco dei re normanni di Sicilia.
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Opus sectile: antica tecnica artistica che utilizza marmi e paste vitree tagliate ad hoc per realizzare intarsi pavimentali e parietali.
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Archimandrita: superiore di un monastero di rito greco ortodosso.
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Gaito: dallarabo qāid, letteralmente capo, leader. Nella Sicilia normanna indicava i funzionari di Palazzo e i membri della Regia Curia. Di norma i gaiti erano musulmani convertiti al cristianesimo e poteva trattarsi di eunuchi. La parola entrò nella lingua latina come gaytus, volgarizzato gaito.
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Papireto: chiamato anche torrente Danisinni, è uno dei fiumi che scorreva a Palermo. Questo era il fiume occidentale, quello che delimitava ad ovest lantica città punica. Gli altri fiumi sono il Kemonia, deviato poi in modo da sfociare nellOreto, e appunto lOreto, chiamato in questo romanzo col nome arabo di wādī al-Abbās. Il Papireto e il Kemonia lambivano ad ovest e ad est il quartiere del Cassaro, per poi sfociare entrambi nellenorme porto cittadino.
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Cassaro: dallarabo al-Qasr, fortezza. Durante la dominazione islamica il termine indicava la zona fortificata della città. Col tempo finì per dare il nome alla stessa strada principale di Palermo, ovvero lal-Balat degli arabi (propriamente lastra di pietra, marmo, da cui il termine siciliano balata), chiamata anche via Marmorea durante il periodo normanno, ed appunto Cassaro in epoca successiva. Oggi corrisponde alla via Vittorio Emanuele.
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Ducale: moneta dargento coniata dai Re normanni. Il ducale era uno scifato, ovvero una particolare moneta a forma di scodella. Per tale motivo nel Regno di Sicilia ducale e scifato erano ritenuti sinonimi.
27
Wādī al-Abbās: nome del fiume Oreto durante il periodo arabo.
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Khitān: circoncisione rituale islamica.
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Sfax: città costiera dellIfrīqiya (Africa), ubicata nellattuale Tunisia e chiamata in arabo Safaqīs.
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Amil: letteralmente agente. Incaricato governativo che riscuoteva la jizya e le altre tasse.
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Shahādah: testimonianza di fede islamica che corrisponde alle parole Testimonio che non cè divinità se non Allah e testimonio che Maometto è il Suo Messaggero.
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Favara: palazzo reale in stile islamico, fatto edificare dallemiro Jafar e riadattato da Re Ruggero. Il suo nome risale allarabo Fawwara, che significa fonte che ribolle. Oggi è conosciuto anche come castello di Maredolce ed è ubicato ai piedi del monte Grifone, ad est dellantico nucleo di Palermo. Era ritenuto una delle residenze più raffinate dei sovrani normanni e i suoi giardini erano famosi per bellezza e splendore.
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Ifrīqiya: regione corrispondente allattuale Tunisia e ad alcune parti dellAlgeria e della Libia. Letteralmente Africa, essendo il termine derivato da ciò che i romani e poi i bizantini definivano Africa (provincia dAfrica).
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alāt: la preghiera canonica islamica, recitata obbligatoriamente dai musulmani osservanti cinque volte al giorno ed anticipata dalladhān (il richiamo alla preghiera) del muezzin.