Federica Cabras - E Non Vissero Felici E Contenti стр 13.

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«Oh, sì. Tranquilla. Me lha detto. Mi ha detto che io mi merito di meglio, e che non devo essere così fragile e sempre dolce. Mi ha detto: Devi essere un po come Sandi!»

«Come me? Oh, no, non esserlo.»

«Bella e forte. Tu sei il suo tipo.»

«Lui non è il mio tipo.»

«E che tipo hai in mente, tu? Donna del mistero»

«Io non ho tipo, Lavinia. Non sono tipa da tipo. Sto bene da sola.» affermò categoricamente Sandi, con gli occhi abbassati sul lavoro.

«Ah, be. Così bella e senza un tipo.»

«Lavinia, la prossima volta che fai tardi i capi usciranno di testa, lo sai.»

«Sì, ok. Mea culpa. Oh merda, mi si è bloccato il nastro.»

«Sei senza vergogna, Lavi.» disse e liberò il nastro.

9

Era arrivato, senza che si accorgessero del tempo che scorre, metà maggio, tra il profumo dei fiori e il tepore di un sole che presagisce lestate. Fece più caldo del solito, quellanno, e i fuochi, uno dopo laltro, vennero spenti nelle case di tutta la città. Sandi e Eddie avevano un camino in stile antico, con il legno il quale incastonava le fiamme come pietre preziose abbastanza lontano da non prendere fuoco ma tanto vicino da dare una visione dinsieme magica. Ora, da spento, non aveva certo perso la magia insita nei materiali pregiati e nellottima fattura.

Le giornate, lunghe e belle, facevano sì che tutti potessero passeggiare per i parchi o per la strada.

Sandi amava il caldo, il sole. Eddie un po meno, lui era per il gelo di dicembre amava il freddo dellinverno quando fuori cè la neve e la si guarda da dentro casa con tra le mani una bella cioccolata fumante.

Ma chi amava di più il bel tempo era Ted, il loro meticcio. Saltava e correva per il giardino come un forsennato. Avevano fatto una buca e lavevano riempita dacqua: il suo mondo era questo. Poi, puntuale come un orologio svizzero, tornava dentro e si strusciava nei divani di stoffa che Sandi aveva trovato, anni prima, in un mercatino dellusato a pochi spicci. Ma a loro due non importava: amavano quella bestiola che li faceva ridere. La amavano sempre come sempre vanno amati gli animali, fedeli testimoni di giornate rese migliori da una leccata in pieno viso anche quando non si svegliava in tempo e faceva la pipì nel grosso piumone del letto matrimoniale, o quando mangiava le ciabatte. La amavano persino quando abbaiava fino a far venire loro lemicrania. Era lunico raggio di sole, in quella buia casa sterile damore.

Spesso lunico modo che avevano di rivolgersi luno allaltro era parlare con quella palla di pelo simpatica e sempre riconoscente.

Quando Eddie aveva trovato Ted nel vialetto di casa era esausto, magro, moribondo. Si trascinava per inerzia, sperando che un miracolo accadesse proprio a lui. Erano stati necessari molti giorni sotto flebo per poterlo rimettere in piedi, seppur debolmente. Ma reagiva; aveva una forza e un coraggio da leoni. Passo dopo passo, boccone dopo boccone, si era rimesso in piedi. Lui era parte di loro. Punto. Ora era trattato da signore.

Sandi e Eddie erano ambedue dentro casa, uno in una stanza laltro nellaltra. Lantica promessa fattasi di passare meno tempo possibile luno con laltra era stata mantenuta. Mai un attimo di vacillamento, mai un dubbio, o una parola che mettesse fine a quella guerra combattuta senza un fine.

«Esco.» disse allimprovviso Eddie senza aspettare la risposta di lei. Ma si stava giusto infilando la giacca che lei lo raggiunse.

«Senti, io non so in questi giorni può essere che vada da Olivia più spesso. Matthias e Samuele hanno la varicella.»

«No problem, Sandi.»

Rimase qualche minuto sbigottito davanti alla porta. Allimprovviso quella stanza gli apparve in giorni più felici.

«Sandi? Che fai?» domandò Eddie alla bella moglie che aveva sposato appena qualche mese prima.

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