«E che vuoi che ti dica? Siamo adulti, Sergio.»
«Avete fatto sesso!» capì il ragazzo.
Ora si spiegava tutto; i progetti dopo il lavoro, i messaggi, gli sguardi. Non era amicizia.
«Sei fuori strada, Se»
«E allora dimmi! Spiegati!»
Si mise in attesa, posando la pallina e i piedi nella scrivania.
«Ci ha provato. Spesso. Ieri sera il culmine. Era bellissima, sexy e tutto il resto. Ci siamo strappati quasi i vestiti di dosso, eravamo furie e poi»
«Poi?» impaziente, lamico, lo incitò a continuare.
«Niente. Sai come sono. Le ho detto che»
«Fammi indovinare. Le hai detto che alla fine ami tua moglie malgrado sia una brutta stronza senza cuore capace di tagliare la gola a chiunque e forse hai raccontato anche di tua figlia. Hai messo su quello sguardo e loccasione è sparita. Ma sì, sai quale sguardo. Quellespressione che ti esce quando sai che potresti essere felice ma decidi di non farlo, perché la vita è stata ingiusta e tu devi pagare per qualcosa che non è avvenuto per colpa tua.»
«Stai minimizzando la situazione.»
«Stronzate!» irruppe Sergio. «Le occasioni per essere felice non ti sono certo mancare, ingrato che non sei altro. Perché devi pagare? Perché tua figlia è morta?»
«No! Devo pagare perché la cattiveria di Sandi lho voluta io!»
«Ma per favore! Quella donna era una vipera anche quando lhai conosciuta. Era larpia più maligna e bella di tutto luniverso. Ma tu eri felice e lei sembrava giovare della tua vicinanza. Per questo non lho ammazzata con le mie stesse mani, malgrado avessi già capito che ti avrebbe portato alla rovina.»
«Sergio, non esagerare!»
«Non esagerare? Tu non hai mai saputo come è morta tua figlia. Lei era lì e tu no. La bambina stava benone e poi»
«Smettila!» si tappò le orecchie luomo.
«Non sto dicendo che è stata lei, non fraintendermi. Non so cosa sia successo, e nemmeno tu ma nella tua testa ha sempre albergato il dubbio. Ecco perché lavresti perdonata solo se ti avesse reso nuovamente padre!»
«E ho sbagliato! Molto! Ne pagherò le conseguenze!»
«Sei uno stolto, se pensi che Sandra Alti un giorno ti riprenderà tra le sue braccia e tra le sue gambe.»
«Sergio»
«No, non voglio sentirti. Svegliati, porca puttana.»
«Mi dispiace così tanto. Sarò pronto, lo giuro. La dimenticherò. Ma non oggi e non con Giorgia.»
«Ok, va bene. Scusa. Scusa davvero, non sono fatti miei e»
«No, hai torto. Sono anche fatti tuoi. Daltronde sei tu che mi hai sollevato quando volevo solo morire. Solo mi serve un po di tempo.»
«Prendi il tempo che vuoi, amico. Io sarò qui.»
Prese la sua pallina da tennis e si diresse verso la sua scrivania.
«Se?»
«Dimmi.»
«Non è morta per colpa di Sandi. Non è stata negligenza. Lo so che sembra cattiva, ma amava Ginevra. La amava quanto la amavo io.»
«Daccordo, daccordo.» disse, senza convinzione.
«A dopo.»
«Già.»
8
Sandi era a lavoro. Dalla sua postazione doveva assicurare almeno 90 imballaggi allora. Prendeva un palmare nel cui display compariva una serie di numeri e cercava gli articoli corrispondenti. Poi li metteva nella scatola e la chiudeva. Era un lavoro di concentrazione. Non ci si poteva incantare o il nastro trasportatore che portava via le scatole avrebbe segnato il ritardo e si sarebbe perso il bonus-velocità.
Sandi amava dire che quel posto fosse un tempio del menefreghismo. Dei supervisori per chi stava sotto, è chiaro.
«A quante scatole sei, Sa?» domandò Lavinia.
Lavinia aveva ventiquattro anni, era minuta e aveva unaria divertente. Prendeva il lavoro seriamente, tuttavia ogni tanto, mentre i fatti suoi le attraversavano la testa, si scopriva a guardare il vuoto. Ecco perché non riusciva mai a prendere il bonus.
«Lavinia, muoviti o anche oggi ti sgrideranno. Siamo solo in due, malgrado ci sia lavoro per quattro o cinque. Ma dobbiamo arrangiarci così.»
«Speriamo che arrivi Gaetano!» mormorò, sognante.
«Sei folle?»
Gaetano era il supervisore di quellala. Comprensivo come un sociopatico, compassionevole come un pappone e bello come un attore. Ecco cosera Gaetano. Ma se a Sandi non poteva fregare un piffero di lui e delle sue battute sarcastiche Lavinia usciva di testa ogni volta che lo vedeva.
«A questora, di solito, è già passato a insultarci.» annunciò, enfatica.
«Ecco, infatti che poi Ma per la miseria, parli del diavolo»
«E arrivo io.» concluse con tono indifferente Gaetano. «Perché stavate parlando di me?»
«Oh, niente. Dicevamo che è un gran bel lavoro. Il lavoro dei sogni.»
«Fanculo, Sandi. Tu e la tua vena ironica mi fate schifo.»
«Gaetano, dai, scherziamo.» cercò di rimediare la buona, ingenua Lavinia.
«Zitta tu, scherzo della natura. E sbrigati o anche questo mese ti tolgo il bonus. Sei più lenta di un bradipo.»
«Gaetano!» urlò Sandi mentre Lavinia, in preda a un violento attacco di pianto isterico, lasciava la stanza.
«Sandi, è lentissima. È colpa sua se da sopra mi stanno sulle costole! Li vedo i tuoi risultati. Sei veloce, sveglia. Lei no. Ma non posso licenziarla. Un giorno mi ha detto: Se mi licenzi faccio partire unindagine. Secondo lei mi stava facendo piacere. In realtà era un ricatto bello e buono.»
«Ah, be. Certo. Mi spiace. È una brava ragazza. È solo un po sognatrice. Ed è cotta di te.»
«Quello lo so, ma non sono fatto per lei. Sono troppo grande e anche troppo tutto il resto.»
«Cosa intendi fare? Intendo per coprire lei visto che per un periodo non puoi licenziarla.»
«Manderò un altro. Per un periodo. Un paio di mesi, almeno.»
«Ah, bene. Ti prego, non sotto i 25 anni. Magari con un figlio, o con quattro cani da tirare avanti.»
«Perché?» domandò incuriosito e divertito lui.
«Perché deve avere bisogno del bonus!»
Risero insieme. Erano così, Sandi e Gaetano. Un momento si mandavano a quel paese, un altro si amavano visceralmente. Lui sapeva che il cuore di lei era fermo senza battere e lui non si offendeva alle sue lamentele strazianti.
«Vai in bagno e parla a Lavinia.» lo pregò lei.
«Non ci penso nemmeno,» si spaventò teatralmente lui «mi sbatte su un water e mi stupra.»
«Non fare limbecille.»
«Solo se mi dai un bacino.»
«Fottiti.» lo rimbeccò lei, alzando enfaticamente il dito medio verso di lui che ridacchiò.
«Ok, va bene. Ora vado. Accidenti.»
Si avviò a passi lenti verso il bagno delle signore, con un pacchetto di Kleenex tra le mani e qualche parola di conforto.
*
Qualche minuto dopo, con gli occhi rossi e il viso paonazzo, Lavinia fece il suo ingresso nella stanza degli imballaggi.
«Ah, bene. Ti è passata?»
«Oh, sì. Gaetano è stato così dolce che non hai idea. Mi ha detto che non voleva ma che era troppo stressato dalla vita. Sai si è appena lasciato con la sua fidanzata.» aggiunse, sognante.
«Lavinia, non ti illudere. Lui ha un altro tipo di donna in mente.»
«Oh, sì. Tranquilla. Me lha detto. Mi ha detto che io mi merito di meglio, e che non devo essere così fragile e sempre dolce. Mi ha detto: Devi essere un po come Sandi!»
«Come me? Oh, no, non esserlo.»