Bussacchini Giulia - Il Guerriero Depravato стр 5.

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CAPITOLO DUE

Kyran grugnì nel rotolare a terra per mettersi a sedere. Non gli tornava in mente l’ultima volta in cui era stato colto alla sprovvista, il che lo fece sorridere. Mackendra era tutto fuorché prevedibile. Kyran notò che la ferita era guarita nonostante fosse trascorso solamente qualche minuto. Negli esseri soprannaturali la pelle era il primo elemento che si rimarginava, trattenendo la maggior quantità possibile di sangue; erano gli organi a impiegare più tempo per sanarsi.

Quando abbassò lo sguardo notò il lago di sangue che aveva perso. Presto avrebbe dovuto cibarsi, e la sua mente si spostò immediatamente sulla femmina che aveva causato l’emorragia. Mack era in debito con lui, e gli sarebbe piaciuto quando si sarebbe fatto ripagare. Con la coda dell’occhio vide il pugnale di lei che brillava alla luce della luna, quindi lo raccolse. Nel soppesare l’oggetto tra le mani Kyran dedusse che si trattava di un coltello di titanio di alta qualità, la cui fabbricazione era chiaramente frutto di abilità e cura. Era maestoso, e si chiese dove la ragazza se lo fosse procurato.

Kyran sapeva che Mackendra dava la caccia agli Skirm, e l’aveva vista in azione. Mackendra Callaghan era una forza da non sottovalutare, quindi non era sorpreso del fatto che fosse armata. Si rigirò il coltello tra le mani e sorrise al fatto che forse la ragazza in quel momento stava impazzendo. Kyran era pronto a scommettere che non uscisse mai senza, nascondendoselo addosso. Forse quando l’avrebbe legata l’avrebbe provocata con la lama. L’idea gli fece accelerare il flusso sanguigno e lo fece balzare in piedi. Era pronto per andare a cercarla.

Un rumore proveniente dal portale lo fece immobilizzare. Inclinò il capo mettendosi in ascolto, e percepì diverse voci maschili. Qualsiasi cosa si stesse avvicinando pochi istanti prima aveva raggiunto la sua zona. Kyran avanzò silenziosamente per ascoltare con attenzione ciò che gli uomini stavano dicendo.

“Qui non c’è nessuno. Credi che Legette si sia sbagliato?” Domandò uno di loro, il dubbio era evidente nella sua voce.

“No, plebeo, lui non si sbaglia mai. Vuole ritrovare Angus e Keira più di tutti noi. Sai quanto influisca su di lui il fatto che nessuno oltre ad Angus sia in grado di preservare la nostra razza. Probabilmente sono trascorsi secoli, ma sono certo che si ricordi di come funziona quando si apre un portale” disse un altro uomo chiaramente infastidito. Kyran prese in considerazione il mettersi a spiare il gruppo da dietro un albero. Doveva determinare se si trattassero di amici o nemici.

La voce del terzo uomo era invece carica di rabbia, il che fece restare Kyran fermo dove si trovava, non essendo disposto a farsi vedere. “Come ha fatto ad attivarsi improvvisamente? Né Angus né Keira sono in grado di aprire un portale verso un altro Reame. E quella nullità di Akilam di sicuro non è capace di scagliare un incantesimo. Che sia la profezia che si avvera?”

Era la seconda volta che menzionavano Angus, e la mente di Kyran si spostò immediatamente sull’unico Angus che conosceva, ovvero il loro maggiordomo. L’Angus che conosceva era un drago muta-forma, il quale si era recato a Zeum un paio di secoli prima. Era il maschio più efficiente che Kyran avesse mai incontrato, sempre in grado di prevedere i bisogni di tutti prima che li esprimessero, agendo di conseguenza. Si rese conto che questi non aveva mai proferito del proprio passato. Per quanto ne sapeva era assolutamente possibile che quegli uomini fossero alleati di Angus, ma Kyran li avrebbe evitati fino a quando avrebbe avuto ulteriori prove.

Doveva trovare Mackendra e accertarsi che fosse al sicuro. Inoltre si trovava in inferiorità numerica, e non era certo delle capacità di quei maschi. Kyran era un vampiro dominante, in grado di proteggersi; era però mortale.

“Ehi, cazzoni, tacete. Sentite un odore strano?” La domanda attirò l’attenzione di Kyran, il quale tornò in allerta.

Il commento rispose ad almeno una delle proprie domande. Gli uomini avevano dei sensi soprannaturali, e indubbiamente avevano percepito l’odore del sangue. Kyran non aspettò di farsi scoprire, quindi sfrecciò verso un albero qualche metro più in là. Finì in un gruppo di alberi, nascondendosi dietro a uno dal tronco largo; da lì osservò i tre uomini avvicinarsi all’arbusto che l’aveva nascosto fino a quindici minuti prima, quando aveva perso sangue nel guarire. Colse l’occasione per farsi un’idea degli uomini.

Il gruppo era formato da tre uomini, due di loro erano alti almeno un metro e ottanta, mentre l’altro era alto tanto quando Kyran, ovvero un metro e novanta. La loro corporatura muscolosa corrispondeva a quella degli altri Guerrieri Oscuri. Si era scontrato con tutti i Guerrieri diverse volte, e l’unico che non sapeva battere era Bhric, il proprio fratello, che era grosso come un armadio a due ante. Fortunatamente nessuno di quegli uomini era eccessivamente corpulento. Non che Kyran avesse intenzione di tendere loro un’imboscata; non lo preoccupava più che altro il corpo a corpo, solo non desiderava affrontare un gruppo intero.

Analizzò ulteriormente il contesto; era chiaro che si trattasse di soldati o di guerrieri. Avevano una sorta di coltello appeso al collo sul petto nudo; la cui lama brillava alla luce della luna. Il coltello di Mackendra sfigurava a confronto di quelli degli uomini, i quali erano armati fino ai denti. Indossavano solamente le armi, il che lo portò a domandarsi se fossero dei muta-forma di qualche tipo.

Kyran li osservò perlustrare l’area. Non impiegarono molto tempo a scoprire un lago di sangue, nonostante la fitta vegetazione avesse collaborato a coprire la macchia scura. Un biondo si rannicchiò e portò un dito nel liquido perso da Kyran, il quale pregò la Dea che non riuscissero a seguire il proprio odore. Un pensiero molto più inquietante lo fece sudare freddo; questi uomini erano in grado d’individuare l’odore di Mackendra e rintracciarla velocemente come avrebbe fatto lui?

“Sangue” commentò il biondo, mettendosi subito allerta.

“È di Buggane, Lorne?” Domandò un maschio dai capelli neri e gli occhi azzurri.

Il biondo chiamato Lorne portò i propri occhi verdi in quelli azzurri di chi gli aveva posto la domanda “Non sembra appartenere a nessun Buggane che abbia mai incontrato, Caleb. Oltre all’ovvio odore di ferro c’è anche un accenno di pepe”.

Quando notò che Lorne sollevò lo sguardo e dilatò le narici, Kyran si spostò immediatamente sul versante opposto del gruppo di alberi per non farsi scoprire.

Un uomo bruno, leggermente più alto degli altri, commentò “Io percepisco l’odore di un maschio e una femmina. L’odore della femmina è inconfondibile. Wow, quanto è allettante. Mi piacerebbe molto trovarla”. Kyran riuscì a vedere meglio chi aveva fatto quel commento dal proprio nascondiglio, e si accorse che i suoi occhi erano gialli ma non un giallo qualsiasi; sembravano contenere pepite ambrate. Osservando con più attenzione si rese conto che gli occhi di tutti e tre i maschi assomigliavano a dei gioielli, essendo dai colori sgargianti.

“Che cretino che sei, Blane. E se questa creatura fosse sia maschio che femmina? Lo faresti comunque?”

“Piantala. Non lasciare che papino mangi il tuo amico” ribatté Blane. Kyran era confuso dal loro gergo, e si chiese dove diamine fosse finito.

“Sarà. Ma forse questo sangue è un altro degli inganni di Akilam, quel Fae ignorante vive solo per tormentarci. Caleb, nascondi quel sangue, e ritorniamo da Legette a fare rapporto. Sarà incazzato perché non gli abbiamo fornito risposte. Ho la sensazione che dovremo fare a turno la guardia al portale”.

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