Bussacchini Giulia - Il Guerriero Depravato стр 4.

Шрифт
Фон

Mack chiuse gli occhi nel tentativo di ricordare che cos’altro si fossero detti. Il detective le aveva detto che uno Skirm aveva ucciso Ellen, non l’aveva definito un vampiro. Aveva insistito sul fatto che i vampiri non fossero malvagi come gli Skirm. Inizialmente Mackendra non credeva ci fossero differenze tra una specie e l’altra, almeno fino a quando non aveva visto quelle donne che erano state tenute prigioniere nelle gabbie sotto a Pioneer Square. Una di loro aveva asserito la stessa cosa circa gli Skirm, insistendo affinché Mackendra trovasse il Re Vampiro e i Guerrieri Oscuri che le avrebbero salvate.

Quando la ragazza ritornò sul fatto che Kyran non si era dissolto in un cumulo di cenere, non riuscì a non chiedersi se quella donna non le avesse detto la verità. Forse in quel momento l’uomo stava morendo dissanguato. I pensieri di Mackendra vennero interrotti quando udì qualcosa sopra di sé; aprì gli occhi e portò l’attenzione verso gli alberi, ma non vide nulla.

Dopo anni trascorsi a dare la caccia ai vampiri, il suo istinto l’avvisava immediatamente quando rilevava un pericolo. Rotolò in posizione prona e restò in silenzio. Il suono svanì, quindi si mise a sedere, limitandosi ad ascoltare per qualche minuto. Una volta certa che Kyran non la stava seguendo, si tolse lo zaino dalle spalle e cercò qualcosa da poter usare come arma.

Grazie a Dio si era sistemata lo zaino in spalla prima che lo sconosciuto infrangesse il vetro della finestra. Ne aveva sempre uno pronto per le emergenze. Imprecò quando non vi trovò nemmeno un’arma all’interno. Tutto ciò che aveva sistemato nella sacca era un piccolo kit di pronto soccorso nella tasca frontale, un paio di bottigliette d’acqua, delle barrette proteiche e dei vestiti di ricambio. Non aveva portato con sé altro, oltre a qualche spicciolo e i documenti. Non aveva nulla con cui potersi difendere.

Si guardò attorno nella giungla buia in cerca di qualcosa che avrebbe potuto fungere da arma. Era circondata da diversi sassi e rami, quindi ne raccolse qualcuno e lo sistemò nello zaino. I bastoni erano sottili e non le sarebbero stati utili per penetrare la pelle, ma indubbiamente avrebbe potuto conficcarli in un occhio. Si armò di uno di essi, stringendolo in mano. Si accorse della temperatura elevata solo quando il sudore le gocciolò lungo la schiena. Era cresciuta a Seattle dove pioveva sempre e non facevano mai più di 30 gradi. Le risultava quindi strano percepire il caldo umido.

Si alzò in piedi e prese a camminare, ma cadde contro un albero quando sentì un dolore lancinante alla caviglia. Doveva essersela slogata nell’inciampare. Mackendra restò ferma a pensare; si sentiva esposta e impotente. Era ferita e non aveva alcuna vera possibilità di difendersi; non poteva nemmeno correre se avesse dovuto scappare. La giornata continuava a migliorare. D’altronde la sua vita andava sempre così.

L’infanzia di Mackendra non era stata la più facile di tutte, e la vita da adulta non era un granché meglio. Era passata dall’assistere al padre alcolizzato che picchiava la madre al venire attaccata e segnata a vita da un feroce succhia-sangue. Si rifiutava di far sì che tale episodio controllasse la propria vita, nonostante l’avesse sfigurata. Continuava a fare dei tentativi per migliorarsi ogni giorno, nonostante tutti i momenti negativi che aveva vissuto.

Non voleva essere una vittima come la madre, quindi Mack si era allenata per padroneggiare ogni forma di auto difesa oltre all’utilizzo di tutte le armi conosciute al genere umano. La sua routine si compose presto di giornate in cui lavorava come meccanico, e di serate in cui plasmava il proprio corpo nell’arma migliore di sempre. Era determinata a non volersi ritrovare mai più talmente inerme. Aveva quindi costituito il SOVA per portare avanti la propria missione, supportando le vittime di attacchi simili a quello che aveva subito.

Individuava immediatamente nei report quotidiani di TwiKills le vittime di attacchi di vampiri, il che la consumava dall’ira. Aveva un solo obiettivo nella vita: rendere sicura Seattle. Avrebbe impedito ai vampiri di prendere il controllo della sua città, e si era fatta carico di dare la caccia alle prede e ucciderle. Non sarebbe stata soddisfatta fino a quando tutti i vampiri non sarebbero stati sterminati.

Il SOVA era il suo unico scopo di vita da quando il suo promesso sposo l’aveva lasciata. Il bastardo era talmente disgustato dall’aspetto di lei dopo l’attacco subito da troncare la relazione. Meglio così. Si prefissò di non vivere nel passato.

Si issò nuovamente in piedi e avanzò zoppicando, decisa a frapporre più distanza possibile tra sé e il vampiro. Indubbiamente quel mostro sarebbe stato arrabbiato se fosse sopravvissuto all’attacco, e sicuramente si sarebbe messo sulle sue tracce. Si ritrovò a sperare che il vampiro fosse ancora vivo; doveva ammettere che la elettrizzava il pensiero di lui che le dava la caccia. Era trascorso molto tempo dall’ultima volta in cui qualcuno l’aveva fatta eccitare.

Qualche metro più là si rese conto di essere più ferita di quanto pensasse. Le faceva male tutto dalla caduta, e la caviglia le pulsava dal dolore. Quando si guardò intorno notò un albero il cui tronco era cavo, quindi vi si rannicchiò all’interno. Doveva riposare. Una volta nel tronco chiuse gli occhi e restò allerta. La colse di sorpresa rendersi conto che i rumori circostanti non erano così diversi da quelli del proprio mondo, con gli insetti e gli uccelli che svolazzavano in giro. Pregava che non ci fossero tanti dannati serpenti, perché se c’era una cosa che odiava più dei vampiri erano i serpenti.

Quando Mackendra portò indietro il capo, la stanchezza ebbe la meglio su di lei. Aveva i polmoni in fiamme a causa della fatica e del fumo che aveva inalato, ma almeno respirava con più agevolezza. Si stava per addormentare quando la raggiunse un dolore lancinante al braccio destro, a cui seguì la sensazione che un milione di formichine le stessero camminando sulle braccia. Si affrettò quindi fuori dall’albero e si strofinò gli arti; fu in quel momento che si accorse di essere ricoperta dai ragni più grandi che avesse mai visto.

Prese a urlare dallo spavento nel togliersi di dosso gli insetti, e li schiacciò con i piedi quando caddero a terra. Buon Dio, le erano finiti anche nei capelli e si stavano facendo strada nella maglietta. Scosse il capo e si tolse il top, pestandolo una volta al suolo. S’immobilizzò qualche minuto più tardi, quando non percepì altro movimento sulla pelle. Quindi abbassò il capo e notò il cimitero d’insetti di cui era artefice.

Mackendra aggiunse i ragni alle creature che odiava. Si rese conto che la lista si stava facendo abbastanza lunga. Fece quindi ritorno all’albero, dove si riappropriò dello zaino. Faceva ancora fatica a prendere un respiro profondo. Aveva la bocca secca e le braccia infiammate a causa dei morsi degli insetti. Era disidratata, e quando estrasse dalla sacca una bottiglietta d’acqua ne prese un sorso generoso. Doveva però preservare le proprie scorte, quindi si impose di smettere di bere nonostante avesse ancora sete. Aveva le vertigini e vedeva i puntini di luce. Si ricordò del kit di pronto soccorso e lo spray antisettico, di cui si ricoprì le braccia.

Saltellò sul posto quando l’irritazione cutanea non fece che peggiorare. Quando prese a sudare freddo le sovvenne che probabilmente quei demoni a otto zampe erano velenosi. Perse un battito, come a confermare la propria teoria. Si mise a sedere tra le foglie primaverili; aveva la vista offuscata e il petto come costretto. Abbandonò il busto all’indietro, rivolgendo lo sguardo alle fronde degli alberi. Si chiese se sarebbe stata la propria fine. Non sarebbe stata la ciliegina sulla torta se fosse morta in una giungla di un pianeta dimenticato da Dio? La sua solita fortuna, pensò, prima che tutto si fece nero.

Ваша оценка очень важна

0
Шрифт
Фон

Помогите Вашим друзьям узнать о библиотеке

Скачать книгу

Если нет возможности читать онлайн, скачайте книгу файлом для электронной книжки и читайте офлайн.

fb2.zip txt txt.zip rtf.zip a4.pdf a6.pdf mobi.prc epub ios.epub fb3