Блейк Пирс - Delitto (e baklava) стр 6.

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Il cuore le balzò in gola , quando il suo computer fece un bip. Accettò la chiamata e si ritrovò faccia a faccia con Jeremy Lapham.

Beh, non esattamente faccia a faccia con lui.

La webcam del CEO era stranamente inclinata. Poteva vedere chiaramente solo il suo addome. Indossava quella che sembrava una giacca da camera in velluto con un motivo elegante. In grembo, c’era un gatto nero e bianco, enorme ed estremamente peloso, che stava accarezzando con dita lunghe e sottili. Le fusa del gatto creavano un rimbombo lento e ripetitivo, quasi sinistro, negli altoparlanti.

Riuscì a vedere il collo dell’uomo e la fossetta, nel suo mento, e un paio di labbra sottili. La parte superiore dello schermo tagliava l’immagine proprio al di sopra delle sue narici, impedendole di vedere anche i suoi occhi. Ma comprese immediatamente che, forse, questo non era esattamente il modo in cui intendeva vederlo. Certamente gli conferiva un’aura misteriosa.

Ora quelle labbra si mossero e Lapham parlò tranquillamente.

“Salve, Signorina Rose. Come sta oggi?”

Per un attimo, London sentì l’impulso di essere semplicemente onesta, e dirgli esattamente come si sentiva.

Da schifo.

Voglio davvero farla finita con questa storia.

Ma non intendeva sabotare le sue chance di lasciare la Epoch World Cruise Lines con le ottime referenze che sapeva di meritare.

“Sto bene, Signor Lapham” rispose invece. “Lei come sta?”

“Sto bene, la ringrazio.”

In quel momento, la porta della camera si aprì. London si voltò e vide il piccolo Bret entrare. Si avvicinò alla sua sedia e restò lì in silenzio, a fissarla di nuovo.

Sebbene Bret non fosse nel raggio della sua webcam, e quindi Jeremy Latham non potesse vederlo, London era consapevole del fatto che le sarebbe stato impossibile ignorare i grandi occhi del nipote che la fissavano.

Lo scacciò silenziosamente con la mano, ma lui non sembrò recepire il messaggio e non si mosse di un centimetro.

Poi, Stella e Margie entrarono di corsa nella stanza, lamentandosi ad alta voce.

“Non dovresti stare qui!”

“La mamma ha detto che non potevi entrare qui dentro!”

Il loro rimprovero non sembrò impressionare granché il fratellino, che non le guardò neppure. Ciò che seguì fu una serie di frasi mezze sussurrate e lamentele piagnucolose, mentre le ragazze presero il bambino per mano e lo portarono fuori dalla stanza.

Quando la porta si richiuse, London vide che il gatto di Lapham stava inclinando il capo voluttuosamente all’indietro, così che il padrone potesse grattarlo sotto il mento.

“Non sapevo che lei avesse dei figli” Lapham disse.

“Non ne ho” London disse.

“No? Potrei giurare di aver appena sentito …”

“Quelli erano i figli di mia sorella maggiore” London specificò. “Sono da lei per pochi giorni.”

“Allora non ha dei figli suoi?”

“No.”

“E non è mai stata sposata?”

“No.”

London sentì una goccia di sudore scenderle dalla fronte; si accorse di avere anche le mani sudate. Probabilmente, senza accorgersene, Lapham aveva toccato un argomento che era il suo punto debole, specialmente quel giorno.

“Uno di questi giorni il tuo orologio biologico si spegnerà” Tia spesso le diceva. “Allora ti dispiacerà davvero.”

A London non piaceva che le venisse rammentato.

“Stavo dando un’occhiata al suo curriculum” Lapham continuò. “Lei è una giovane donna interessante, London Rose.”

London strizzò gli occhi con sorpresa.

“Uh, la ringrazio” rispose.

Il gatto rotolò sulla schiena, e Lapham iniziò a grattargli la pancia.

“Ho letto le sue referenze” disse. “I suoi supervisori hanno soltanto da dire cose meravigliose su di lei. Il che è davvero notevole, considerando i suoi modesti inizi. Non ha nemmeno conseguito una laurea.”

London si sentì sulla difensiva. Il non essersi mai laureata era sempre stato, in qualche modo, un punto dolente.

Ma Lapham continuò: “Eppure, sembra avere mille qualità, con una ricca conoscenza di cultura, storia, arte e musica. Ha anche uno spiccato senso degli affari. Infatti, i suoi supervisori dicono che è esperta quanto molti di coloro che hanno conseguito un dottorato di ricerca in arti liberali, lingue ed economia. Parla persino diverse lingue. Com’è riuscita in tanto?”

London si sentì un po’ frastornata da quell’ultima domanda.

Fino a pochi istanti prima, sua sorella l’aveva criticata per il suo rifiuto di voler crescere.

Ma quest’uomo la lodava per cose che Tia non poteva comprendere né apprezzare.

Fu bello, ma stupefacente.

Che cosa sta succedendo? si chiese.

“Beh” rispose cautamente, “ho conseguito un diploma in Scienze del Settore Alberghiero e Gestione della Ristorazione presso il Ketchum Community College, proprio qui a New Haven.”

“Com’erano i suoi voti?” Lapham chiese.

“Buoni” London rispose.

“Oh, non faccia la falsa modesta. Si è diplomata con una perfetta media.”

London provò a impedire alla sua bocca di spalancarsi. Apparentemente, Lapham aveva dato più di un’ “occhiata” al suo curriculum. L’aveva studiato dettagliatamente. Ma se sapeva così tanto di lei, perché le stava ponendo tutte queste domande?

“E dopo che cos’ha fatto?” le domandò.

“Beh, dopo il diploma, ho iniziato a svolgere diversi lavori nell’industria alberghiera. Infine, mi sono candidata per la Epoch World, e ho ottenuto il posto. Mi sono innamorata del lavoro da hostess e ho lavorato davvero sodo. Ho imparato come sostituire una persona o un’altra, acquisendo molte competenze, facendo di tutto, dalla bartender fino ad occuparmi della contabilità.”

“Una vera tuttofare, giusto?”

“Immagino che mi si possa dire così” London disse, gettando infine la modestia al vento. Potrei guidare le escursioni, abbinare i migliori vini con ogni pasto. Una volta, sono riuscita a dare indicazioni in una città in cui non ero mai stata.”

London non riusciva ancora a scorgere gli occhi di Lapham, ma il suo gatto sembrò fissarla con approvazione.

“Eccellente” Lapham commentò. “Ma dove ha appreso le sue doti linguistiche?”

London non riuscì a fare a meno di abbozzare una risatina.

“Quando sei una bambina e i tuoi genitori sono assistenti di volo, vieni portata in giro per il mondo, da un paese all’altro, devi imparare un po’ della lingua locale, per fare il gioco della campana con gli altri bambini. Potrebbe lasciarmi in un qualsiasi paese europeo, e io riuscirei a cavarmela.”

Lapham si lasciò andare ad un grosso sospiro.

“Non mi ha detto nulla di nuovo, che io non sappia già” disse. “Ma mi fa molto piacere sentirlo direttamente da lei. Non deve sottovalutarsi, London Rose.”

London ebbe un brivido che la scosse dalla testa ai piedi.

Soltanto adesso si rendeva conto di quanto avesse faticato a combattere l’insicurezza sorta in lei dopo la cena della sera precedente con Ian.

Aveva davvero, davvero bisogno di fare questa conversazione.

Ma dove intende arrivare con questo?

“Potrebbe esserle giunta voce che la Epoch World Cruise Lines sta avendo alcune difficoltà finanziarie” Lapham disse. “È un settore competitivo, e noi siamo rimasti indietro in qualche modo. Temo che dovremo vendere tutte le nostre navi che percorrono le linee oceaniche.”

L’umore di London s’incupì. A quanto sembrava, le parole gentili del CEO erano solo un cuscino per attutire la delusione dopotutto.

Poi, Lapham aggiunse: “Ma non dichiareremo fallimento, mi creda. C’è ancora tanta vita nella Epoch World.”

Inclinò lo schermo, così che il gatto sparisse, e i suoi occhi calorosi e sorridenti apparissero.

“Mi dica, Signorina Rose” le disse. “Questa melodia le dice qualcosa?”

Spinse un bottone, e si sentì una piccola orchestra iniziare a suonare. Era una piacevolissima melodia, leggera, spensierata e perfetta, come gli choux profiterole della sera prima.

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