Блейк Пирс - Delitto (e baklava) стр 7.

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London provò una profonda fitta di nostalgia.

La musica significava qualcosa per lei, assolutamente, più di quanto il Signor Lapham potesse sapere, dopo aver letto il suo curriculum.

Non piangere, si disse.

Ma era difficile non scoppiare in lacrime. Ricordò l’espressione raggiante di sua madre, mentre suonava quella stessa melodia al piano. E, ora, quelle note le suscitarono alcuni dei ricordi più belli della sua infanzia.

“Allora?” Lapham chiese.

London deglutì un nodo di emozione.

“È Mozart” rispose, “e si chiama Eine Kleine Nachtmusik.”

“Che vuol dire?”

“Si può tradurre sia come ‘una musichetta notturna’ oppure come ‘una piccola serenata.’”

“Molto bene” Lapham disse. “Si dà il caso che Nachtmusik è anche il nome di una nuova nave da crociera che ho appena acquistato, non un’enorme nave che naviga l’oceano, come quelle a cui lei era abituata, ma un battello più modesto che navigherà i fiumi in Europa.”

“Un battello da tour?” chiese London..

“Piuttosto un grande yacht di lusso” Lapham disse, “con circa cento passeggeri soltanto. Credo che ci sia un grande futuro nei tour fluviali. Spero davvero di lanciare una nuova era per la Epoch World Cruise Lines. Ma c’è molto in ballo in questa nuova impresa. Voglio predisporre tutto per il miglior inizio possibile. E, per farlo, devo assumere il miglior personale possibile.”

London sentì il cuore balzarle fuori dal petto.

Si rese conto improvvisamente che Jeremy Latham stava per farle una proposta, ma si trattava di un tipo diverso rispetto a quella che aveva ricevuto da Ian la sera precedente.

“Voglio che lei sia la direttrice della Nachtmusik” Lapham disse. “Richiederà responsabilità e doveri di là da quello che ha fatto prima per noi. Ma, prima che accetti o rifiuti, dovrei dirle che, se vuole il lavoro, dovrà essere in Ungheria entro domattina. È lì che la Nachtmusik inizierà il suo viaggio sul Danubio. Le porgo le mie scuse per un così breve preavviso, ma la posizione si è aperta in maniera piuttosto inaspettata.”

London sgranò gli occhi. Finalmente ebbe un senso il fatto che Lapham l’avesse voluta chiamare personalmente. Aveva un’emergenza tra le mani, un posto essenziale da riempire, e questa chiamata era un colloquio per la posizione in questione.

“Come …?” fu la sola parola che lei riuscì a pronunciare in quel momento.

L’uomo continuò a parlare. “Le ho già prenotato un volo per stasera. Ho controllato, e c’è una coincidenza da New Haven a New York, e, poi, ci sarà un volo notturno per Budapest. Ma dovrebbe dirmi subito se è intenzionata ad accettare. Le invierò via email il contratto e i dettagli sul pagamento, che spero troverà soddisfacenti.”

A quel punto, Lapham rimase in silenzio, in attesa della sua risposta.

La mente di London era in piena attività.

Era domenica mattina ora. Se avesse accettato, sarebbe stata in un altro paese per colazione, l’indomani stesso. Un paese meraviglioso, ricco di storia ma anche altamente sviluppato e comodamente moderno.

Ciò nonostante, sembrava una decisione impegnativa, specialmente dopo tutti i dubbi che l’avevano colta dal giorno prima.

In quel momento, come se fosse un segnale, Bret arrivò di corsa nella stanza, seguito dalle due sorelle, che lo stavano attaccando con le spade laser. Urlando, s’infilò sotto le coperte del letto e le sorelle si avventarono e iniziarono a colpire la protuberanza vivente sotto le coperte, con le spade di plastica.

Tia entrò di corsa nella stanza, rimproverando i bambini e prendendo Bret sotto un braccio. Rivolse a London un’occhiata dispiaciuta. I loro occhi s’incontrarono per un istante, e London ebbe, ancora una volta, la sensazione di guardarsi allo specchio o, piuttosto, di vedere un futuro, nel quale lei stessa viveva la vita della sorella fino al più piccolo dettaglio.

Ricordò quello che Ian le aveva detto la sera precedente.

“Avremo un bambino tra due anni, poi un altro ancora dopo altri due anni, e un altro due anni dopo …”

Le venne in mente una cosa.

Quello era esattamente il piano che Tia e Bernard avevano formulato all’inizio del loro matrimonio: tre figli entro i primi sei anni. In quella futura realtà, London avrebbe non solo avuto una famiglia a immagine e somiglianza, ma avrebbe avuto gli stessi giocattoli per i bambini, lo stesso lavandino pieno di piatti, lo stesso …

Tutto!

London avvertì la monotonia della sua vita futura nel tempo in cui Tia radunava i figli fuori dalla stanza degli ospiti e richiudeva la porta.

Alcune delle parole della sorella riecheggiarono nella mente di London.

“Non puoi fuggire in tutto il mondo per il resto della tua vita.”

Ma, per la prima volta, London si rese conto che viaggiare non equivaleva a fuggire, almeno non per lei.

Per me, è la vita stessa.

“Sì” disse a Lapham. “Oh, sì. La ringrazio. Accetto il lavoro.”

CAPITOLO QUATTRO

London camminava frettolosamente per l’aeroporto JFK, quando le squillò il cellulare.

Oh, ti prego, fa’ che sia Ian, pensò, prendendolo dalla borsa.

Aveva provato a mettersi in contatto con lui immediatamente dopo la fine della conversazione con Jeremy Latham, quella mattina. Ma sapeva che, fin dalle prime ore del giorno,  era andato a giocare a golf con un cliente e non avrebbe mai risposto. Sebbene non fosse entusiasta all’idea di parlargli, non voleva lasciare il paese senza aver risolto la questione con lui.

Rispose ed era proprio Ian.

“Ian, ciao” esordì, con il fiato corto.

“Ciao, London.”

“Um … stavo pensando alla nostra ‘fusione’ e …”

“E?”

London stava riprendendo i suoi bagagli a mano, dopo averli passati nel metal detector.

“Come ho detto ieri sera, sono toccata” riprese. “Ma …”

Ci fu silenzio tra loro.

“Ho ricevuto un’offerta stamattina” disse. “Il CEO della Epoch World Cruise Lines mi ha chiamata e mi ha offerto … beh, un lavoro che non ho potuto rifiutare.”

Sentì un grugnito di impazienza nella voce di Ian.

“Altri viaggi?” le chiese severamente.

La domanda la colse di sorpresa. Naturalmente, la risposta era sì, ma era anche molto di più di questo. Questo lavoro era importante per lei, in un modo che non sapeva come iniziare a spiegargli.

“È diverso da quello che ho fatto finora” rispose. “Si tratta di una crociera fluviale sul Danubio. Il viaggio inizia domani da Budapest. E non sarò più una semplice hostess. Sarò la direttrice dell’intero tour.”

Ci fu di nuovo silenzio.

Non è colpito, pensò.

Nello stesso istante, si chiese: perché dovrebbe esserlo? Quelle qualifiche, hostess e direttrice, non significavano alcunché per lui.

“Questo dove ci porta?” chiese Ian.

London ebbe un sussulto, mentre attraversava frettolosamente l’atrio verso il suo gate di partenza.

“Ian, io … io ho paura di non essere ancora pronta per la tua … “fusione.” Non sto dicendo che sarà così per sempre. Forse tra altri due anni di …”

“L’offerta è scaduta” la interruppe Ian.

Huh? London quasi disse ad alta voce.

“Ti ho fatto la mia migliore offerta” Ian aggiunse. “Ora l’ho ritirata. Temo che la questione non lasci più spazio ad alcuna negoziazione.”

London era perplessa.

Non è negoziabile?

Certamente lei non aveva fatto quella supposizione …

Oppure l’ho fatto?

Forse era stata troppo vaga. Forse lui aveva pensato che lei si fosse solo bloccata.

Oppure volesse trattare.

Le parole di Ian, tutte nel gergo economico, apparivano da un lato quasi spaventose ma, in qualche modo, molto educate al contempo.

“Spero che tu capisca, London. È solo che sono un uomo molto impegnato e non resto con le mani in mano. Il treno ha lasciato la stazione, per così dire, e tu l’hai perso. In ogni caso, ti auguro il meglio, e non serberò alcun rancore nei tuoi riguardi.”

“Io … io sono contenta di sentirlo” London rispose.

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