Sera esplose in un sorriso più grande. “Ve bene,” lei disse, “dì questo a te stesso. Respingi i tuoi sentimenti. Lotta contro quello che entrambi già sappiamo.”
Sera improvvisamente fece due passi baldanzosi, circondò la sua gola con un'unica rapida mossa, strattonandolo bruscamente verso di lei.
Prima che potesse reagire, lei piantò le labbra fermamente sulle sue, baciandolo con una forza tremenda.
Caleb indietreggiò, disgustato, per poi avvicinarsi e spingerla via. Mentre lo faceva, con la coda dell'occhio, scorse qualcuno atterrare sul parapetto dietro di loro.
Caitlin.
*
Appena Caitlin si avvicinò all'isola, si sentì nuovamente speranzosa. Ora la sua mente era leggera. Caleb, realizzò, non aveva fatto nulla di sbagliato dopotutto. Era stata stupida. Avrebbe dovuto dargli la possibilità di spiegarsi. Per quello che ne sapeva, Sera era giunta senza alcun invito, e non c'era assolutamente nulla tra loro. perché era stata così precipitosa?
Appena si lanciò in picchiata verso il basso e l'isola le apparve dinnanzi, vide l'enorme castello in pietra ergersi proprio sotto di lei, le file di vampiri in basso, nel cortile che si esercitavano alla luce delle torce. Era un bel posto e lei era grata che Caleb l'avesse portata lì. Lei iniziò a sentire che tutto sarebbe andato BENE dopotutto, e lei svoltò per l'ultima volta e dopo la curva, atterrò sulla balausrtra superiore.
Ma appena si avvicinò, all'atterraggio, il suo cuore si fermò dentro di lei.
C'erano Caleb e Sera. E stavolta, si stavano baciando.
Si stavano baciando. Il pensiero di ciò trafisse bruscamente Caitlin, peggio della Spada. Non riusciva a muoversi. Non riusciva a pensare. Non riusciva a respirare, si stavavano baciando. Baciando.
Allora, stavano insieme. Stavolta non c'era alcun equivoco. Era ancora innamorato di lei.
Aveva gettato via Caitlin come se lei non fosse niente. E lo aveva fatto proprio davanti ai suoi occhi.
Caleb si precipitò da lei, e stavolta, Caitlin non corse. Restò esattamente dov'era, immobilizzata per lo shock, e sentiva la rabbia ribollirle nelle vene. Si sentì diventare violenta, più violenta di quanto non fosse mai stata quando era umana.
“Caitlin,” Caleb iniziò, “non è quello che sembra. Ti prego, lasciami spiegare—”
Ma quando Caleb le si avvicinò, appena cominciò a palrare, Caitlin con un dito, indicò semplicemente verso l'orizzonte.
“VATTENE!” lei gridò, mostrandosi arrabbiata.
Era un ordine. Non era una domanda, e non lasciava spazio ad ulteriori discussioni.
Caleb restò lì, immobile anche lui, apparentemente scioccato dalla sua ferocia. Doveva aver visto quanto lei fosse rassegnata.
“HO DETTO DI ANDARTENE!” Caitlin gridò di nuovo. “Non voglio rivederti mai più. Finchè sarò in vita!”
Caleb restò lì, scioccato e ferito, come un ragazzino che era appena stato rimproverato. Sembrava che ci fosse così tanto che voleva dirle, ma lei non avrebbe senz'altro prestato attenzione ad una sola parola.
Lui abbassò lentamente la testa, sconfortato.
Si voltò e camminò verso la cima del bastione, fece due lunghi passi, saltò sulla ringhiera e spiccò il volo. Stava già volando, spiegando le sue enormi ali, e perdendosi nella notte.
Caitlin potè vedere Sera girare la testa, e guardarlo mentre volava via, con preoccupazione, come se volesse raggiungerlo in volo. Ma appariva anche lacerata, come se ci fosse qualcosa che volesse riferire a Caitlin, prima di andare.
Improvvisamente, Sera fece diversi passi per avvicinarsi a Caitlin, distanziandosi a lei di pochi metri.
“Ti odio,” Sera disse, lentamente, con la voce intrisa di veleno. “Ti odierò sempre. Hai provato a portarmi via il mio uomo. E non funzionerà mai. Caleb non ti vuole. Lui vuole me. Soltanto me. Ed è così che è sempre stato.”
Caitlin era fin troppo furiosa persino per risponderle, visto che in ogni caso, non aveva nulla da dirle.