Fortuna Ilaria - Fiamme Oscure стр 11.

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Tiara se ne stava in piedi sulla battigia, lasciando che l’acqua lambisse i suoi sandali. Anche se la fredda oscurità la chiamava, lei amava la sensazione del sole caldo sulla pelle. Osservando l’oceano riusciva a sentire le vite che, nei millenni, l’acqua aveva preso e mai restituito.

La maggior parte degli umani che morivano entrava nella dimensione successiva...ma c’era sempre chi rifiutava la chiamata. Lei piegò la testa di lato e si chiese se quei fantasmi nuotassero con i pesci e fossero felici.

Sul suo volto apparve un lieve sorriso quando ricordò le tante storie che aveva sentito, negli anni, a proposito di uomini perduti in mare e dell’aver visto qualcuno in acqua con loro. Quella persona restava con loro fino al loro salvataggio. In ogni caso, la seconda persona non veniva mai trovata e Tiara capì che si trattava del fantasma di un morto che si rifiutava di lasciare la propria casa nell’oceano.

I fantasmi erano solitamente creature buone che non avevano poteri esterni. Lei lo sapeva... ...aveva anche giocato con loro da bambina. Il loro vero potere risiedeva nel loro spirito... era quel potere interiore ad attrarre i demoni. Una volta sotto il controllo dei demoni, i fantasmi diventavano poco più che burattini agli ordini del loro signore...vittime innocenti negli intrighi dei demoni.

I passi di Guy erano silenziosi mentre accorciava la distanza tra sé e Tiara, finché l’acqua salata non circondò le suole dei suoi stivali. La brezza era ancora calda, anche se mancavano solo un paio di settimane ad Halloween... la notte in cui gli uomini si travestono da mostri. Non voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe successo quella notte.

“Tiara.” La sua voce era fredda perché sapeva che lei aveva mentito a Storm sul numero di persone di cui aveva bisogno in squadra solo per tenerlo a distanza. “Dobbiamo parlare.”

Tiara era così persa nei pensieri che sentire il proprio nome così vicino la fece sussultare. Sospirò dentro di sé, sapendo che stava per ferire Guy, e si voltò per guardarlo. Deglutì quando vide il dolore brillargli negli occhi.

“Guy, mi dispiace davvero.” Ogni parola era vera per lei.

Guy strinse i pugni lungo i fianchi. Lei stava per dirgli di no e lo sapevano entrambi. Lui cercò di scacciare il pensiero di costringerla ad obbedire, ma era proprio lì nella sua mente...e lo tentava.

“Carley era un membro del PIT ed è morta per salvare un’altra vita... la mia. Quindi merita una seconda occasione.” Lui insistette come se avessero già avuto una silenziosa discussione in tal proposito...e in un certo senso era così.

Tiara scosse lentamente la testa ma la sua espressione era piena di compassione. La sua voce rimase calma e tranquilla mentre cercava di spiegargli perché non poteva risuscitare sua sorella. “Destare qualcuno dalla morte è come riportare in vita uno zombie senz’anima. Sono in grado di parlare e di muoversi, ma sono vuoti...soltanto gusci in cui la loro anima abitava. Il mio compito è quello di liberare gli zombie dai loro creatori... non di crearli io stessa.”.

“Non dire stronzate.” Guy perse il flebile controllo che aveva sulla propria rabbia. “Tua madre era in grado di controllare le anime e adesso quel potere appartiene a te, quindi basta ordinare a Carley di tornare nel suo corpo. Quando sarà qui, potrai bloccarla al suo interno. Andiamo, sono passate solo un paio d’ore. Il suo corpo è ancora caldo, quasi.”.

“Tu la legheresti ad un corpo che è in condizioni peggiori di quando l’ha lasciato? Vorresti questo per tua sorella?” gli chiese Tiara, tristemente delusa. “Non hai pensato a questo, Guy. Che vita sarebbe per lei?”

Guy si mise improvvisamente di fronte a lei, afferrandole il polso e girandola verso di sé fin quando non furono solo ad un paio di centimetri di distanza. Guardando il volto spaventato di Tiara ringhiò “Io farò tutto il necessario per riportarla indietro. Mi prendevo cura di lei prima e posso farlo di nuovo.”.

“Se non vuoi più di una semplice scottatura, ti suggerisco di lasciarla andare.” La voce di Zachary era vicina e il suo tono era pieno di avvertimento.

Zachary era rimasto in disparte ad ascoltare la conversazione tra Tiara e Guy. Sapeva che Guy soffriva... cavolo, sapevano tutti cosa significasse Carley per lui. Tuttavia, quando Guy afferrò Tiara in modo quasi violento, Zachary si rifiutò di starsene in disparte e lasciare che la maltrattasse. Era così piccola e fragile in confronto a lui. Sembrava sul punto di rompersi.

Gli occhi di Guy si strinsero su Tiara, senza prestare attenzione alla minaccia di Zachary.

Continuava a fissare gli occhi luminosi di Tiara, troppo brillanti per un umano comune. Ancora una volta, il pensiero di costringerla a fare ciò che voleva affiorò nel suo subconscio. Che cosa aveva da perdere... aveva già perso tutto ciò per cui viveva.

“Non mi sta facendo male.” La voce di Tiara era calma, ma lei si rifiutò di interrompere il contatto visivo con Guy. Le stava facendo male, ma ciò che faceva più male era l’accenno di follia che stava prendendo forma nello sguardo furioso di Guy. Non era davvero arrabbiato con lei... stava provando il normale senso di colpa di chi sopravvive. Nella sua mente, sarebbe dovuto morire lui stesso invece di Carley.

“Guy, se mi lasci andare, userò la mia negromanzia per invocare Carley. Così potrai chiedere a tua sorella cosa desidera ora.”. Tiara non si dimenò. Voleva che si fidasse di lei.

Zachary scosse la testa e fece un passo verso di loro. “Non credo che sia una buona idea.” disse cupamente. Era un maestro nell’interpretare le persone e, anche se Tiara si stava sforzando di nasconderlo, lui sapeva che era spaventata. “Ti ho detto di lasciarla andare, Guy!”

“Non le sto facendo del male.” Guy quasi urlò in risposta.

Zachary strinse i denti e cercò di tenere a bada il proprio temperamento impetuoso che era affiorato di colpo. Sapeva che Guy era in lutto ed era ovvio che l’altro uomo non stesse gestendo molto bene la cosa. Ad ogni modo, ciò non significava che gli avrebbe permesso di sfogarsi su Tiara.

Senza neanche rendersene conto, l’aria attorno a Guy si riscaldò di parecchi gradi.

Guy lasciò andare il polso di Tiara e volse lo sguardo verso Zachary mentre iniziava a sudare. “Tu stanne fuori.”

“Oh, temo che sia troppo tardi.” Le labbra di Zachary accennarono un sorriso pericoloso.

Non volendo essere la causa delle ferite di qualcuno, Tiara allungò una mano e toccò il braccio di Guy per riportare la sua attenzione su di sé. “Invocherò l’anima di Carley... non il suo corpo.” sussurrò “E potrai parlare con lei.”. Ora che aveva la sua piena attenzione gli prese il viso tra le mani. “Avrò bisogno di qualcosa, prima.”

“Ti darò qualsiasi cosa.” disse Guy disperato. “E anche dopo che avrai finito...se ne hai bisogno.” Mise la mano su una delle sue e girò il viso, baciandole dolcemente il palmo ed inginocchiandosi per non essere troppo alto per lei. “Io ci sarò per te.”

Zachary ringhiò dentro di sé, sapendo esattamente a cosa si riferisse Guy, e non gli piaceva la cosa. Posando lo sguardo furioso sul volto di Tiara, si chiese cosa ne pensasse lei dello scambio di favori tra negromanzia e sesso.

“Grazie, Guy.” Le sue labbra carnose accennarono un lieve sorriso. “Ma quello che mi serve è che tu ti lasci pervadere da tutto l’amore che provi per tua sorella. Potrò usarlo per invocare la sua anima.”.

Anche da dove si trovava, Zachary vide lo sguardo di Guy intenerirsi e il suo viso rilassarsi, ma non poté evitare di fare un altro passo avanti quando Guy avvolse le braccia intorno alla vita di Tiara e la strinse chiudendo gli occhi.

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