Fortuna Ilaria - Fiamme Oscure стр 10.

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Zachary aggrottò la fronte confuso. “Cosa vuoi dire con... effetto collaterale?”

“Più un negromante usa il suo potere per controllare i morti, più la sua anima brama la vita per evitare di essere portata nell’altra dimensione dai morti.” spiegò Storm. “Non era colpa di Myra se provava il desiderio di fare sesso dopo aver usato il proprio potere...è un desiderio incontrollabile che deve essere soddisfatto.”

“È per questo che Myra lo faceva?” sussurrò Zachary. Ad essere onesti...aveva avuto una cotta per Myra tanti anni fa. Ma vederla fare l’amore con il nemico aveva trasformato quella cotta in qualcosa di molto simile al ribrezzo.

“Pensavo che lo sapessi.” ammise Storm con un’espressione quasi scioccata. “I negromanti sono creature molto sensuali per un motivo...desiderano vivere.”

Zachary fece una smorfia. “E siccome Myra non ha mai scelto un compagno, ha deciso di sentirsi viva andando a letto con tutti.”

“Ha provato a resistere al desiderio, all’inizio, ma più si asteneva... più il suo corpo diventava debole. I negromanti si sono sempre nutriti della forza vitale del sesso... anche se la maggior parte di essi sceglie un compagno.” confermò Storm.

“E perché Myra non ne scelse uno?” chiese Zachary, ma la sua attenzione si posò su Guy, che stava scomparendo lungo lo stesso sentiero che Tiara aveva imboccato solo pochi minuti prima. Il tizio avrebbe potuto avere una maglietta con la parola ‘Stalker’ stampata sul davanti.

“Non importa, ne parliamo dopo.” disse Zachary da dietro mentre si affrettava verso l’oceano.

Storm sorrise tra sé...Zachary non era davvero felice se non combatteva per salvare qualcuno da se stesso. Se Tiara era come sua madre, Zachary avrebbe avuto mal di testa per molto, molto tempo. Si voltò per tornare indietro, ma si fermò vedendo Ren uscire dalle doppie porte.

Ren prese il cellulare e lesse il messaggio. Sorrise prima di girare attorno al castello, lì dove si trovava l’enorme garage, ma si fermò quando sentì qualcosa scricchiolare sotto i suoi piedi. Guardando giù, Ren notò che il bel vetro colorato che adornava le finestre superiori del castello era in frantumi sul prato.

Si accigliò... non potevano avere un castello con finestre rotte. Alzò leggermente la mano ed il vetro che era caduto durante il volo di Kamui e Toya levitò lentamente dall’erba, ricomponendosi come un puzzle di mille pezzi. Spingendo la mano verso l’alto, Ren osservò il vetro scintillante che saliva in alto, tornando di nuovo al proprio posto al terzo piano.

Seguendo Ren, Storm alzò un sopracciglio quando vide un carro attrezzi in arrivo, e si chiese se il conducente avesse visto la scena di pochi minuti prima. Sorrise quando vide che c’era Hunter al volante, e alzò una mano quando Hunter lo salutò.

Entrando nel garage, il sorriso di Storm si allargò. Ren stava girando attorno all’auto di Trevor, osservandola con occhio critico. Storm notò anche la scheda elettronica hi-tech che Ren aveva in mano.

Ren alzò lo sguardo all’arrivo di Storm e notò il suo sorriso, prima di rivolgere l’attenzione all’auto.

“Perché sorridi?” gli chiese Ren.

“A volte è bello non riuscire a vedere il futuro.” dichiarò Storm sinceramente.

“Che vuoi dire?” domandò Ren.

“Significa che almeno per ora...sono nella mia dimensione temporale.” rispose Storm.

Ren annuì, decidendo di non tentare neanche di elaborare quell’enigma, e continuò a scorrere la mano sull’auto come per sentirla.

“Cos’hai intenzione di fare con quello?” gli chiese Storm facendo un cenno verso il computer.

“Potenzierò l’auto di Trevor.” rispose Ren.

Storm si appoggiò ad una delle altre vetture. “D’accordo, e perché vuoi potenziare l’auto di Trevor?”

“Perché mi annoio.” Ren scrollò le spalle, ma lo sguardo sul suo volto diceva che si sarebbe divertito. “E perché ho bisogno di sfogare un po’ del mio potere prima di soffocare.”.

“Questa non posso perdermela.” rise Storm.

Ren sorrise mentre collocava la scheda elettronica sul parabrezza e fece un passo indietro per osservare la parte anteriore dell’auto. Alzò i palmi verso la macchina e fece un respiro profondo. I fari si illuminarono all’improvviso e i cavi strisciarono fuori dal cofano rovinato, attaccandosi alla scheda e tirandola dentro.

Il corpo dell’auto cominciò a scricchiolare e a rumoreggiare, cambiando forma, e un altro colore iniziò a comparire a piccole chiazze. Le ammaccature si raddrizzavano mentre il corpo si ridisegnava. Gli pneumatici si ripararono e si riempirono di aria mentre i cerchi si trasformavano. Il cofano si aprì e Storm vide il motore ricostruirsi da solo... l’olio vecchio scompariva lentamente e l’originario colore cromato prendeva il suo posto.

Le chiazze di colore aumentarono e presto un bellissimo nero brillante ricoprì tutto il corpo dell’auto. I finestrini si scurirono tanto che era quasi impossibile vedere all’interno e Storm fece un fischio mentre girava attorno all’auto. Aveva lo stesso aspetto di una classica Mustang. Storm non poté fare a meno di sorridere quando lesse il nome di Ren su un piccolo stemma cromato sul retro, al posto di quello della nota casa automobilistica.

“Almeno non sei egoista.” Storm rise.

Alla fine Ren abbassò le mani e sorrise orgoglioso alla nuova auto potenziata. “Ti presento... Evey.”.

Storm spostò lo sguardo verso Ren e alzò un sopracciglio. “Evey?”

Ren scrollò le spalle. “Quella di Stephen King si chiama Christine, quindi la mia può chiamarsi Evey. E poi, è il nome più simile ad Envy che ho trovato senza dover usare il suo nome.”.

Storm non poté fare a meno di ridere “Sei terribile.”.

“Mi piace pensarlo.” disse una voce femminile sexy.

Storm guardò la macchina. “Parla?”

“Certo che sì.” disse Evey, e la portiera si aprì lentamente. “Vuoi fare un giro?”

Storm scosse la testa, fidandosi soltanto del suo modo di viaggiare. “Mi dispiace, sei molto bella ma... temo di non poterlo fare.”.

Evey sospirò “Molto bene, ma un giorno siederai sul mio sedile posteriore.”.

Storm fissò Ren. “È molto...provocante.”

Ren mise le mani in tasca. “Le auto parlanti sono sexy.”

“Grazie, Ren.” Evey fece le fusa.

“Quello che la rende perfetta...” continuò Ren “... è che la voce di Evey è una copia esatta di quella di Envy.”.

Storm serrò le labbra per placare la risata e annuì energicamente. Ren non mostrava molto spesso questo lato della sua personalità ma, quando ciò accadeva, l’attesa valeva sempre la pena.

“Evey.” disse Ren.

“Sì, Ren?” rispose Evey.

“Tu appartieni a Trevor, è lui il tuo proprietario.”

Evey mormorò. “Trevor si è sempre preso cura di me... adesso mi prenderò io cura di lui.”.

Storm aprì la bocca per dire qualcosa...qualsiasi cosa, ma la sua vista iniziò ad offuscarsi e le guance gli facevano un male cane. Camminò rapidamente per cercare la porta più vicina, che era l’ingresso per il guardaroba, prima di ridere di nuovo.

“Stai bene, Storm?” sentì Evey chiedere la porta chiusa.

“Sto bene.” disse Storm. “Torno tra un attimo.”

Il labbro di Ren si contorse mentre lui ed Evey aspettavano che il capo ritrovasse il senno.

Capitolo 4

Guy seguì Tiara giù lungo i gradini, che erano stati scolpiti sul fianco della scogliera da una combinazione di mani umane e forze naturali. Seguì silenziosamente il proprio obiettivo verso la spiaggia privata.

La sagoma di Tiara tornò in vista sulla sabbia e lui si fermò a distanza, abbastanza a lungo per guardare la sua figura flessuosa. Quando i suoi piedi toccarono la sabbia, Guy rimase attonito per l’immagine che aveva davanti agli occhi. Con i suoi lunghi, setosi capelli bianchi e la pelle dorata... ... lei sembrava una bellissima ninfa dell’acqua che era arrivata sulla terraferma per fuorviare gli uomini.

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