Chiuse gli occhi quando percepì le proprie membra rimarginarsi. Mentre gli si chiuse la ferita inflittagli da Mack al cuore, Kyran simmaginò quanto sarebbe stato piacevole punirla. Lascoltò allontanarsi; era certo che non avrebbe frapposto troppa distanza tra sé e il vampiro. Kyran prese un respiro profondo, crogiolandosi nel profumo unico di lei, di agrumi e vaniglia. Gli sarebbe piaciuto farle del male.
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* * *
Un incubo. Fu lunica spiegazione che si diede Mack. Era stata svegliata dalle fiamme che stavano divorando casa sua, e quando stava per saltare dal secondo piano, era apparso un uomo strano nella stanza. Inizialmente aveva pensato si trattasse di un pompiere in quanto laveva presa in braccio sistemandosela sulla spalla. Poi era stata tutta una confusione di fiamme e fumo, e si era ritrovata nel proprio giardino sul retro.
Le era andato il sangue alla testa e aveva sentito lo stomaco agitarsi minacciosamente. Le erano bastati due secondi per comprendere che quel tizio non era un pompiere. Non laveva messa giù appena dopo averla allontanata dalle fiamme, nonostante le numerose richieste. Quando luomo non aveva obbedito Mack aveva preso a colpirlo, percependo sotto di sé un corpo talmente muscoloso da darle limpressione di star infierendo su un muro.
Qualche istante più tardi le era sembrato di trovarsi in caduta libera, e credette che luomo la stesse facendo scendere. Si era quindi preparata per limpatto con il suolo, e nello stesso momento aveva visto delle luci accecanti davanti a sé. Limprovvisa assenza di rumori e di luce le aveva fatto capire che era successo qualcosa, e la ragazza si era messa subito in allerta. Era perfettamente cosciente che nulla al mondo fosse come sembrava. Ciò che la spaventava di più erano le creature che si aggiravano con il favore delle tenebre.
Non sapeva per certo per quanto avesse tenuto gli occhi chiusi, ma quando Mack li aveva riaperti si era ritrovata in un luogo sconosciuto; indubbiamente non era più nel suo giardino. Si trovava ancora sulle spalle delluomo che laveva salvata.
Non era il tipo da farsi scombussolare facilmente da un bel ragazzo. Dopo tutto non aveva importanza quanto qualcuno fosse attraente, ciò che contava era la bellezza interiore. Mackendra doveva però ammettere che lo sconosciuto aveva il sedere più bello che avesse mai visto, e le era risultato difficile concentrarsi sulla propria richiesta di venir messa giù quando con le mani continuava a raggiungere la carne soda del didietro di lui.
Inizialmente, quando luomo era apparso in camera della ragazza, questultima era stata sollevata dalla presenza di lui in quanto laveva scambiato per un pompiere, ma in quel momento le sovvenne dove laveva già visto. Lo sconosciuto aveva presenziato a un incontro dove Mackendra si era recata con la sua amica Elsie, ma non si era trattenuto molto a lungo.
Quando le aveva inveito contro nel suo accento scozzese sexy e aveva osato sculacciarla per la seconda volta, si era dimenticata di averlo già incontrato e aveva protestato con più forza per farsi mettere giù. Non le importava di quanto quel ragazzo fosse bello, non aveva il diritto di metterle le mani addosso.
Non aveva provato rimorso quando gli aveva dato un calcio allinguine, e non era rimasta sorpresa dal fatto che lavesse lasciata cadere di conseguenza. Quel tizio si meritava un trattamento simile. Mackendra non era riuscita a trattenere il ghigno che si era fatto strada sul proprio volto, ma quando si era alzata in piedi aveva vissuto il secondo shock di quella notte.
Quando vide la luna viola nel cielo scuro convenne che non si trovassero più in Kansas. Sapeva che i pericoli si nascondevano al buio, ma quelle circostanze erano completamente diverse. Mackendra non era più nel suo territorio e non aveva idea di che cosa aspettarsi. Il sapere che il proprio coltello preferito era al sicuro nella cinta che indossava le aveva dato una sorta di conforto prima che lansia le facesse provare una scarica di adrenalina.
Era stata diffidente nei confronti di quel tizio, ma aveva dedotto che restare con lui sarebbe stato lunico modo per essere sicura di fare ritorno a casa; almeno fino a quando le aveva mostrato i canini. Era un dannato vampiro e quindi un nemico! A quel punto non aveva nemmeno dovuto pensare: avevano avuto il sopravvento anni di allenamento e listinto. Odiava i vampiri e li voleva tutti morti, quindi aveva estratto il coltello e laveva affondato nel cuore di lui. Era così che eliminava i vampiri. Quando però luomo non si era fatto cenere come Mack si aspettava, prendendo invece a sanguinare, la ragazza era andata nel panico. Aveva trasalito alla vista del rivolo scarlatto, incredula. Nelle altre uccisioni non era mai comparsa nemmeno una goccia di sangue.
Nello stesso momento la mente di lei era stata pervasa da un migliaio di pensieri diversi. Non sapeva se si trattasse di una nuova razza di vampiri, ma di una cosa era certa: non voleva restare per scoprirlo, quindi era corsa via.
Lultima immagine di lui era quella in cui il coltello di Mackendra gli fuoriusciva dal petto e il sangue gli colava dalla ferita. Il commento di lui che si difendeva sostenendo di non essere un Skirm la assillava, e le fece risalire la bile in gola. Non era la prima volta in cui sentiva il termine Skirm. Aveva quindi accelerato il proprio passo, volendo frapporre una certa distanza tra sé e il nemicoera ciò che era diventato. Se fosse sopravvissuto allattacco di lei non avrebbe provato affetto nei suoi confronti.