Inciampò nella propria corsa, finendo faccia a terra. Nel cadere colpì una roccia con la guancia, e percepì un dolore lancinante; indubbiamente si sarebbe formato un livido. Tentò quindi dissarsi sulle braccia, ma gli arti tremanti non ressero il peso, quindi collassò nuovamente a terra. Leffetto delladrenalina scemò, lasciandola senza energie. Riuscì a girarsi di schiena e soppesare le proprie opzioni guardando il cielo violaceo oltre le fronde degli alberi.
Mack non sapeva che cosa avrebbe incontrato, ma sapeva di avere almeno un nemico. Non poteva permettersi di abbassare la guardia. Sfortunatamente, a causa dello shock, la ragazza era fuggita abbandonando la sua unica arma. Tornò con la mente agli eventi precedenti, nel tentativo dindividuare qualcosa da usare contro il vampiro. Allincontro avevano presenziato due altri ragazzi oltre a Mackendra, Elsie e lo sconosciuto. Oltre allo shock dovuto dal fatto che la sua amica si era risposata, uno dei ragazzi era un detective della Polizia di Seattle che le aveva comunicato che uno dei colleghi del SOVA era morto.
Mack chiuse gli occhi nel tentativo di ricordare che cosaltro si fossero detti. Il detective le aveva detto che uno Skirm aveva ucciso Ellen, non laveva definito un vampiro. Aveva insistito sul fatto che i vampiri non fossero malvagi come gli Skirm. Inizialmente Mackendra non credeva ci fossero differenze tra una specie e laltra, almeno fino a quando non aveva visto quelle donne che erano state tenute prigioniere nelle gabbie sotto a Pioneer Square. Una di loro aveva asserito la stessa cosa circa gli Skirm, insistendo affinché Mackendra trovasse il Re Vampiro e i Guerrieri Oscuri che le avrebbero salvate.
Quando la ragazza ritornò sul fatto che Kyran non si era dissolto in un cumulo di cenere, non riuscì a non chiedersi se quella donna non le avesse detto la verità. Forse in quel momento luomo stava morendo dissanguato. I pensieri di Mackendra vennero interrotti quando udì qualcosa sopra di sé; aprì gli occhi e portò lattenzione verso gli alberi, ma non vide nulla.
Dopo anni trascorsi a dare la caccia ai vampiri, il suo istinto lavvisava immediatamente quando rilevava un pericolo. Rotolò in posizione prona e restò in silenzio. Il suono svanì, quindi si mise a sedere, limitandosi ad ascoltare per qualche minuto. Una volta certa che Kyran non la stava seguendo, si tolse lo zaino dalle spalle e cercò qualcosa da poter usare come arma.
Grazie a Dio si era sistemata lo zaino in spalla prima che lo sconosciuto infrangesse il vetro della finestra. Ne aveva sempre uno pronto per le emergenze. Imprecò quando non vi trovò nemmeno unarma allinterno. Tutto ciò che aveva sistemato nella sacca era un piccolo kit di pronto soccorso nella tasca frontale, un paio di bottigliette dacqua, delle barrette proteiche e dei vestiti di ricambio. Non aveva portato con sé altro, oltre a qualche spicciolo e i documenti. Non aveva nulla con cui potersi difendere.
Si guardò attorno nella giungla buia in cerca di qualcosa che avrebbe potuto fungere da arma. Era circondata da diversi sassi e rami, quindi ne raccolse qualcuno e lo sistemò nello zaino. I bastoni erano sottili e non le sarebbero stati utili per penetrare la pelle, ma indubbiamente avrebbe potuto conficcarli in un occhio. Si armò di uno di essi, stringendolo in mano. Si accorse della temperatura elevata solo quando il sudore le gocciolò lungo la schiena. Era cresciuta a Seattle dove pioveva sempre e non facevano mai più di 30 gradi. Le risultava quindi strano percepire il caldo umido.
Si alzò in piedi e prese a camminare, ma cadde contro un albero quando sentì un dolore lancinante alla caviglia. Doveva essersela slogata nellinciampare. Mackendra restò ferma a pensare; si sentiva esposta e impotente. Era ferita e non aveva alcuna vera possibilità di difendersi; non poteva nemmeno correre se avesse dovuto scappare. La giornata continuava a migliorare. Daltronde la sua vita andava sempre così.
Linfanzia di Mackendra non era stata la più facile di tutte, e la vita da adulta non era un granché meglio. Era passata dallassistere al padre alcolizzato che picchiava la madre al venire attaccata e segnata a vita da un feroce succhia-sangue. Si rifiutava di far sì che tale episodio controllasse la propria vita, nonostante lavesse sfigurata. Continuava a fare dei tentativi per migliorarsi ogni giorno, nonostante tutti i momenti negativi che aveva vissuto.
Non voleva essere una vittima come la madre, quindi Mack si era allenata per padroneggiare ogni forma di auto difesa oltre allutilizzo di tutte le armi conosciute al genere umano. La sua routine si compose presto di giornate in cui lavorava come meccanico, e di serate in cui plasmava il proprio corpo nellarma migliore di sempre. Era determinata a non volersi ritrovare mai più talmente inerme. Aveva quindi costituito il SOVA per portare avanti la propria missione, supportando le vittime di attacchi simili a quello che aveva subito.
Individuava immediatamente nei report quotidiani di TwiKills le vittime di attacchi di vampiri, il che la consumava dallira. Aveva un solo obiettivo nella vita: rendere sicura Seattle. Avrebbe impedito ai vampiri di prendere il controllo della sua città, e si era fatta carico di dare la caccia alle prede e ucciderle. Non sarebbe stata soddisfatta fino a quando tutti i vampiri non sarebbero stati sterminati.