Si ritrovò a chiedersi se uno degli zii avesse tramutato la sua camera in studio. Viveva insieme alla famiglia allargata come tutti gli esseri soprannaturali, e lo spazio era poco. Non abitavano in una villa enorme, quindi la loro modesta casa non concedeva loro il lusso di avere uno studio. Per quanto le mancasse la propria famiglia non riusciva a immaginarsi di rivederli quella notte. Voleva dire loro che era viva, ma non era sicura di riuscire a reggere una conversazione circa laccaduto.
Non era più la stessa donna che era stata rapita tutti quei mesi prima. Allora era un vampiro felice che sorrideva spesso e a cui piaceva uscire con gli amici. Le piaceva andare ai concerti e alle enoteche, e nonostante non fosse unatleta, giocava nella squadra di softball della banca; una manicure e una pedicure bisettimanale erano più nelle sue corde rispetto al fare attività fisica. Era uscita con diversi uomini ma al momento non cera nessuno di speciale nella sua vita. Non riusciva nemmeno a immaginarsi che un uomo la toccasse. Non sapeva più chi era.
Le sarebbe scoppiata la testa se avesse continuato a scervellarsi per darsi risposta alle domande che la assillavano.
Udì qualcuno menzionare Dante, il suo capo, nonché il Signore dei Cambion. Ripensò quindi al suo lavoro e si chiese se avessero mantenuto la sua postazione. Le tornò alla mente il giorno di tanti anni prima quando Dante laveva assunta. Aveva flirtato con lei dicendole che lavrebbe assunta se avesse indossato delle minigonne. Lo aveva mandato a fanculo, certa che non lavrebbe assunta, ed era rimasta scioccata quando laveva fatto. Più avanti le aveva detto che era stata la sua sfacciataggine a convincerlo. Shae sapeva che Dante faceva parte del Consiglio dellAlleanza Oscura insieme a Zander, e pregava di non dover avere a che fare con il proprio capo nel futuro prossimo.
Aprì immediatamente gli occhi quando sentì che la monovolume si era fermata. Si guardò attorno con fare sospetto e notò che avevano parcheggiato accanto a un doppio portone nero adornato da incisioni complesse e lavorate. Lo spostamento era durato fin troppo poco per i suoi gusti; avrebbe preferito restare seduta lì in silenzio per evitare il più possibile la realtà.
Il portone si aprì improvvisamente, e vi uscì di fretta una donna minuta dai capelli mori. A Shae batteva forte il cuore quando scese dal veicolo, e raggiunse le altre donne che sembravano agitate tanto quanto lei.
Zander si avvicinò alla donna e la baciò delicatamente prima che lei si rivolgesse al gruppo. Benvenute a Zeum. Se non lavete ancora capito sono Elsie, la Prescelta di Zander. È bello avervi finalmente qui. Seguitemi, parliamo dentro, qui fuori fa freddo. Elsie guardò negli occhi tutte le presenti.
Vennero incitate dai Guerrieri a entrare in casa, il che fece adirare Shae. Non le piaceva trovarsi in una situazione sconosciuta, non importava quanto gli altri stessero sorridendo e stessero cercando di metterle a loro agio. Non conosceva quelle persone e ne aveva passate abbastanza per non fidarsi di nessuno. Azazel era lesempio perfetto; esteticamente era bellissimo ma era la persona più malefica con cui avesse mai avuto a che fare.
Si impose di ricordarsi che si trattava della residenza del suo Re e che era stata salvata dai Guerrieri Oscuri, ovvero i più rispettati del Reame. Lo sforzo di controllare la propria reazione la fece sudare nella giacca di Gerrick. Non vedeva lora di andarsene, e si sentiva claustrofobica nella villa immensa.
Devo chiamare la mia famiglia, sicuramente sono preoccupati per me disse Cami immediatamente.
Mi spiace ma non puoi rispose gentilmente Zander.
La cosa fece incazzare subito Shae, così come le altre donne. Nessuno le avrebbe mai più obbligate a fare qualcosa contro la loro volontà. Il vampiro cercò di ideare alcuni modi per fuggire nel momento in cui si sarebbe presentata loccasione; in quel preciso istante era impossibile, circondata dai Guerrieri e le loro Prescelte. Prima o poi avrebbe trovato un modo per farlo.
Perché no?! Sbottò Cami.
Perché non sappiamo abbastanza di come si sia sviluppata la situazione. Gli umani non possono sapere del Reame di Tehrex, e dobbiamo fare dei test per determinare gli effetti del veleno dei demoni su di voi spiegò Zander.
Voglio andare a casa, adesso! Esclamò Cami.
Può andare a casa se vuole esordì Shae. Siamo state prigioniere abbastanza a lungo, non potete dirci che cosa fare!
Calmatevi. La Principessa Breslin cercò di tranquillizzarle sollevando le braccia in cenno pacificatore. Peccato, perché Shae era parecchio incazzata e voleva prendere a pugni la donna.
Non possiamo tenerle qui, sarebbe crudele dopo tutto ciò che hanno passato commentò Gerrick. Shae era scioccata dal fatto che il Guerriero le stesse difendendo, tanto più che non le sembrava il tipo che sinteressava di qualcosa. Lo aveva visto combattere con un certo distacco, il che le aveva fatto chiedere se provasse dei sentimenti.
E invece restano, Gerrick. Non sappiamo che cosa abbiamo per le mani e che rischio rappresentino ribatté Zander.
Zander ha ragione. Là fuori non è sicuro per loro aggiunse Breslin. Shae non ci pensò due volte e si tolse la giacca di Gerrick prima di correre verso la donna dando una spallata al fianco della Principessa. La raggiunse un pugno alla guancia che le fece vedere brevemente le stelle. Scoprì quindi i canini e si accovacciò, quindi colpì Breslin allo stinco. Udiva qualcuno urlare qualcosa in sottofondo ma non vi prestò attenzione.
Breslin lafferrò per la caviglia e tirò. Shae aveva trascorso mesi sul ring, e fu quindi in grado di restare in piedi senza smettere di prendere a pugni la Principessa. Combattere era diventato la sua seconda natura, e non perdeva mai. Perdere sul ring significava morire, e non aveva intenzione di morire nel futuro prossimo. Breslin ringhiò e scoprì i canini, quindi Shae notò che negli occhi color ambra di lei presero a brillare delle fiamme di rabbia. Nemmeno lei aveva intenzione di arrendersi. Improvvisamente qualcuno cinse la vita di Shae, e delle forti braccia la sollevarono da terra.
Tutto ok, dolcezza? Domandò il demone di fuoco alla Principessa quando si accucciò accanto a lei. Non le interessava chi la stesse trattenendo, avrebbe fatto in modo che Breslin non potesse rispondere alla domanda. Shae si agitò nella presa, e in risposta venne stretta ulteriormente, rendendole impossibile muoversi anche solo di un centimetro.
Non chiamarmi dolcezza sbuffò Breslin uscendo infuriata dalla stanza.
Le piaccio, me lo sento commentò il demone del fuoco nel momento in cui Shae affondò le unghie nella carne delle braccia che le stavano trattenendo i fianchi. Impiegò tutte le proprie energie per voltarsi e capire chi lavesse vincolata. Era Gerrick e aveva un ghigno in volto.
Mettimi giù. Me ne vado sbottò portando indietro la testa. Il Guerriero cercò di evitare loffesa, ma la sommità della testa della ragazza lo raggiunse al mento. Sperava di riuscire a rompergli il naso e restò delusa quando si rese conto che non laveva ferito nemmeno un po.
Non vai da nessuna parte, Shae. Non adesso le mormorò Gerrick allorecchio quando la strinse ulteriormente a sé. La rabbia di lei riaffiorò con veemenza e riprese a contrastarlo. Si rifiutava di venir messa in unaltra gabbia.
CAPITOLO TRE
Era come se Gerrick stesse stringendo a sé una lince. Shae era esplosa senza ascoltare ragioni. Non che lui fosse daccordo con il trattenere quelle donne, ma capiva che al momento stavano avendo a che fare con qualcosa di sconosciuto, e non le avrebbero lasciate andare così facilmente.