Udì del movimento contro il metallo e dei mormorii quando Jace le spiegò che cosa avrebbe fatto. Sembrava tutto molto cinico, qualcosa che non prendeva in considerazione limportanza di ciò che stava per succedere. Non sopportava il fatto di non riuscire a vedere quello che stavano facendo. Sembrava che tutti nelle segrete fossero in attesa della reazione della ragazza. Improvvisamente esplose il caos; udì delle urla e vide Jessie affrettarsi verso la cella.
Cosa sta succedendo? Esclamò Shae, ma non le rispose nessuno. Udì Jace tuonare degli ordini, dicendo di tenere ferma la donna, e le vennero i brividi lungo la schiena. Non era il guaritore che aveva sperato fosse.
Vide passare Jessie davanti alla propria cella dopo unattesa agoniante. Jessie, cosè successo? Ditemi qualcosa! La implorò Shae, ma la ragazza avanzò senza risponderle né guardarla negli occhi. Qualche minuto più tardi Zander e Jace le passarono davanti portando con sé la ragazza. Lo spettacolo le fece venire la nausea. Urlò dalla disperazione e fece agitare le sbarre. La poveretta era irriconoscibile.
Sanguinava dagli occhi, dal naso e dalle orecchie, così come da ciò che una volta era stata la bocca. La carne del suo corpo aveva iniziato ad annerirsi e a marcire, lasciando intatte solamente qualche macchia della sua pelle color caramello. A Shae venne da vomitare quando la raggiunse il tanfo che emanava. Era chiaro che la donna stesse marcendo da dentro. Aveva abbandonato la testa indietro e la carne bruciata metteva in mostra i nervi del collo di lei, ed era come se le fossero stati dislocati gli arti. Le venne un conato quando vide cadere un pezzo del mignolino di lei sul pavimento di pietra. Le vennero le lacrime agli occhi al pensiero che la donna era morta per nessuna buona ragione. Si sentì ribollire di rabbia.
Lavete uccisa. Come avete potuto farlo?! Jace si voltò allaccusa di lei, e lesse il rimorso nei suoi occhi color ametista. Non laveva fatto apposta e chiaramente soffriva a causa dellaccaduto. Shae sapeva che i Guerrieri Oscuri erano dei bravi uomini che si meritavano il rispetto e la fiducia, e nonostante la rabbia che provava in quel momento, la sua opinione su di loro non era cambiata.
Non sapevo sarebbe successo rispose Jace prima di salire al piano superiore. Shae fissò le scale per un lungo istante prima di raggiungere il letto dove vi si abbandonò, ignorando i pianti e le domande delle altre donne. Era sempre stata quella che aveva rassicurato le altre, dicendo loro che qualcuno le avrebbe portate in salvo, ma non aveva più niente da offrire loro. Era appena stata privata dellunico bagliore di speranza che aveva provato in sette mesi. Non sarebbe mai più uscita da quella cella. Le venne voglia di abbattere i muri e scattare di corsa fino a che lavrebbero retta le gambe. Non sarebbe mai più stata la donna di prima e non cera speranza nemmeno per le altre, quindi perché avevano mentito?
Si coricò nel riflettere sulle implicazioni che ciò avrebbe avuto sul proprio futuro. Si era preparata a morire in infinite occasioni nel giro dei mesi precedenti, ma le era sempre stata negata la possibilità. Maledì silenziosamente la Dea per aver giocato alla carota e il bastone con lei. Non si era calmata dallo sfogo che aveva avuto, e quel pensiero la fece solamente arrabbiare di più.
Lira peggiorò, ed era come se avesse avuto il proverbiale diavolo sulla spalla che le sussurrava allorecchio di vendicarsi. Si ammonì; era ridicola e doveva calmarsi. Cercò di respirare a fondo come aveva suggerito Jessie, eppure affondò con le unghie nelle lenzuola fino ad arrivare al materasso.
Venne distratta da qualcuno che bussò alle sbarre. Era stata talmente presa dai propri pensieri da non rendersi nemmeno conto che qualcuno stava scendendo le scale. Inizialmente vide una figura arancione-rossiccia, e poi distinse lodore del maschio. Dovette sbattere le palpebre diverse volte prima di vedere distintamente il volto sfregiato di Gerrick. Aveva ancora la vista a infrarossi, ma riconobbe il cupo insieme della sua bocca e gli occhi del colore del ghiaccio. Stranamente la sua rabbia svanì come polvere nel vento. La mera presenza di lui la tranquillizzava, e Shae si godette la sensazione.
Ti ho portato da mangiare. Le altre hanno mangiato mentre tu dormivi la informò porgendole un vassoio di metallo. Le prese a brontolare lo stomaco quando la raggiunse il profumo emanato dal piatto. Le venne voglia di privarlo del vassoio in fretta e furia prima che la propria sete di sangue avesse la meglio su di sé e si ritrovasse a nutrirsi dal collo di qualcuno. Il bisogno di sangue era diventato un incubo ed era terrorizzata dallintensità della propria sete del momento.
Durante i mesi precedenti i demoni avevano affinato la sete di Shae per renderla unarma di violenza e morte. Odiava la propria mancanza di controllo; le sfuggiva di mano proprio quando credeva di aver avuto la meglio su di essa. Si ritrovò a fissare il cibo tra le mani di Gerrick, godendosi il delizioso aroma che emanava, ma la sua attenzione si spostò in fretta verso la vena del collo di lui. Doveva avere il suo sangue. Nulla aveva importanza in confronto al bere il suo sangue fino allultima goccia.
Tutto ok, Rossa? La sua voce roca la distrasse dallistinto omicida che le aveva annebbiato la mente. Se avesse fatto del male a quelluomo avrebbe distrutto tutto ciò che restava di buono nel proprio cuore e nellanima.
No. È come se dentro di me ci fosse qualcosa che vuole solo uccidere. Lo odio ammise portandosi la testa tra le mani. Non aveva avuto intenzione di dire la verità, ma le erano sfuggite le parole di bocca e non aveva la minima intenzione di rimangiarsele, adesso che lui ne era a conoscenza. Voleva che quelluomo sapesse tutto di sé, sia le cose belle che quelle brutte.
Quindi ti arrendi? Hai intenzione di lasciarli vincere? Inclinò il capo di lato e la guardò attraverso le sbarre.
Gli occhi di ghiaccio di lui inizialmente sembravano freddi e distanti, ma Shae fu in grado di individuarvi il calore e la voglia di vivere. Devessere bello giudicarmi dallesterno di questa cella. Non hai idea di che cosho passato e di quanto abbia combattuto sbottò.
Ecco il fuoco che ho visto prima. Dovrai tenertelo stretto se vuoi uscirne. Ora, vuoi questo cibo? Io non sono sul menù. Che peccato, pensò Shae. Voleva il suo sangue più di ogni cosa. Per poco non sorrise quando lo vide inarcare appena un angolo della bocca. Il suo mezzo sorriso le fece venire le farfalle allo stomaco e le fece provare bisogno sessuale. Non preoccuparti, ti porteranno presto del sangue.
Come se ti morderei veramente. Dammi da mangiare. Le venne lacquolina in bocca al pensiero di assaggiare il sangue di lui, a dispetto del suo tono imperativo.
Dovrai venire più vicina la sfidò; Shae giurava di aver visto un barlume di lussuria negli occhi di lui. Si chiese se si fosse sbagliata, quindi esitò quando si alzò e si diresse verso di lui. Non le sfuggì il modo in cui la guardava, e lansia le fece aumentare il battito cardiaco. Dopo tutto ciò che aveva passato credeva di aver avuto abbastanza degli uomini, ma Gerrick la stava facendo dubitare.
Che profumino mormorò concentrandosi sul cibo.
È lo stufato di manzo fatto in casa, una specialità di Elsie. Sono sicuro che quando lassaggerai mi darai ragione si fermò in corrispondenza del passavivande della cella.
Non mangio da quando mi sono fatta quel panino al prosciutto al lavoro il giorno in cui mi hanno rapita. Tutto ciò che ci hanno dato sono stati degli umani da prosciugare. Non sapeva come mai si stesse aprendo con lui; sicuramente era vittima di un suo incantesimo che le faceva vuotare il sacco, perché non sembrava in grado di chiudere la bocca. E se non li uccidevamo quando ce li portavano ci torturavano e ci stupravano. La cosa peggiore era che a parte di me piaceva uccidere. Si sarebbe aperta totalmente se Gerrick avesse veramente voluto conoscerla. Quando i due incrociarono lo sguardo, Shae lesse comprensione negli occhi di lui, non repulsione.