Dakota Willink - Inviolata стр 7.

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Ora sembrava che gli studenti fossero andati tutti a dormire anche se non erano neppure le dieci. Non mi importava. Almeno avrei fatto una doccia in tranquillità.

Quando entrai in bagno, non era per nulla come me lero aspettato. Forse pensavo di trovare qualcosa di simile al mio alloggio per la notte, ma era più in linea con lapparenza moderna della Creator Hall. Piastrelle di ceramica sul pavimento e sulle pareti, gli impianti argentati sembravano come se fossero appena stati puliti a fondo. La parete alla mia destra aveva degli scaffali pieni di asciugamani di vari colori mentre la parete adiacente aveva un lungo specchio orizzontale e un ripiano con almeno venti lavandini singoli. Davanti cera una stanza separata che pensai fosse dedicate alle docce. Dopo aver preso un asciugamano mi diressi in quella direzione.

Venti minuti più tardi mi ero fatto la doccia e avevo indossato un paio di pantaloni da ginnastica senza preoccuparmi di mettermi una maglietta. Si sarebbe probabilmente riempita di sudore una volta uscito. Non aveva importanza che il sole fosse tramontato, di notte faceva ancora un caldo infernale. La leggera brezza che avevo sentito in precedenza se nera andata, facendo sì che laria stagnante diventasse ancora più umida e appiccicosa.

Mentre mi avvicinavo alle porte del fienile, rallentai i miei passi. Non avevo voglia di andare a dormire di già. Mi sentivo irrequieto per qualche motivo. Forse era la tranquillità della notte buia. Non ci ero abituato. Avendo passato gli ultimi quattro anni alla Georgetown University, il campus era sempre movimentato per un motivo o per laltro, specialmente nei dormitori. Cominciai a rimpiangere di non essere andato con Devon. Almeno mi avrebbe dato qualcosa da fare.

Dimpulso gettai la mia borsetta dentro le porte del fienile. Volevo esplorare il posto e capire veramente dove ero finito quellestate. Il campeggio era circondato da boschi. Ci dovevano essere dei sentieri di qualche tipo. Ne presi uno sperando che mi portasse al limite del campeggio.

Mentre camminavo superai numerosi cottage. Tutti avevano nomi artistici come chalet del clarinetto e focolare dellarmonia. Anche il sentiero su cui camminavo si chiamava via degli acquerelli. Pensai che a qualcuno sarebbe sembrato affascinante. A me sembrava solo noioso. Non era che non apprezzassi quelli che avevano quel talento. Diavolo, la mia matrigna numero tre era solita trascinarmi al Kennedy Center a Washington a vedere spettacoli più volte di quante potessi ricordare. Anche se non lo avevo mai ammesso con lei, in realtà mi erano piaciute le commedie e i musical che avevo visto. Era una fuga dalla realtà anche se solo per poche ore. Tuttavia, guardare era una cosa. Essere nel mezzo di una produzione era qualcosa di completamente differente e decisamente non faceva per me.

Una volta che raggiunsi il limite del campeggio, un brivido di eccitazione mi percorse tutto il corpo quando vidi un sentiero di terra che si dirigeva nei boschi. Non era molto largo e si stringeva nelle zone dove erano cresciuti I cespugli. Tuttavia, sembrava fosse ancora in uso. Ero in grado di vedere dove le piante erano state calpestate di recente. Prendendolo come un buon segnale, proseguii.

Il sentiero era tortuoso e in discesa ma relativamente corto. Fortunatamente cera la luna piena che faceva luce a sufficienza attraverso gli alberi in modo da poter vedere dove stavo andando. Dopo circa una decina di minuti di cammino, raggiunsi la base della collina. Gli alberi si aprirono per mostrare una ampia radura piatta con un lago piuttosto grande in mezzo. La luna si rifletteva come uno specchio sulla superficie del lago rimandando limmagine delle querce e dei pini che lo circondavano. Mi guardai attorno aspettandomi ti trovare altri edifici con nomi artistici, ma non ce nera nessuno. Lunica struttura era un piccolo molo proprio davanti a me.

Jackpot.

Il posto era semplicemente incredibile. Presumendo che mi fosse concesso del tempo libero, lo avrei passato qui. Avrei potuto renderlo il mio rifugio, una sorta di tregua prima di dover tornare alla realtà che sarebbe stata la mia vita a settembre.

Una fitta di paura mi colpì quando pensai al futuro che mio padre aveva già deciso per me. Lultima volta che lavevo visto, la conversazione era stata difficile. Non avevo scelta. Aveva decisamente le mie palle tra le sue mani. Le sue parole prima di separarci risuonarono nella mia mente.

Renderemo pubblica la notizia una volta che avrai scontato la pena. Grazie al cielo siamo riusciti a tenerlo fuori dai documenti. La tua assenza avrà una spiegazione semplice. Diremo a tutti che sei stato via in missione volontaria per lavorare con I bambini. La stampa se lo berrà. Poi diremo, una volta che sarai ritornato, che non vedi lora di cominciare la fase successiva della tua vita. La data è già stata decisa. Tutto verrà pianificato mentre sarai via. Hai tre mesi. Non rovinare tutto nel frattempo.

Chiusi gli occhi e scossi la testa. Cercando di allontanare I pensieri, feci pochi passi in avanti verso il molo.

Mi fermai subito quando sentii un fruscio alla mia sinistra. Una striscia dorata saettò dal limitare del bosco a circa cinquecento metri di distanza. Si diresse verso il molo prima di fermarsi sul limite. Era un cane, un golden retriever per la precisione. Stava guardando indietro dal posto dove era venuto, scodinzolando nellattesa. I miei occhi si diressero verso il punto che stava guardando il cane.

E fu in quel momento che la vidi.

Dahlia, aspettami tesoro!

Cadence uscì dal bosco corricchiando, I suoi capelli dorati brillavano alla luce della luna. La sua mano era stretta attorno alla maniglia di una specie di scatola rettangolare ma non fui in grado di capire esattamente cosa fosse.

Non so perché ma andai nel panico. Era come se temessi di essere stato colto in fallo anche se non avevo fatto nulla di male. Arretrai di qualche passo fino a raggiungere il sentiero. Nascondendomi nella foresta, mi acquattai dietro a un albero e sbirciai.

Quando Cadence raggiunse il molo, il cane cominciò a correre impazientemente attorno alle sue gambe mentre lei metteva la scatola sulle assi di legno sotto i suoi piedi. Allungò il braccio e grattò il cane dietro alle orecchie, poi prese un bastoncino dalla tasca posteriore dei suoi short in jeans. Scherzò con il cane per un momento o due, facendolo abbaiare e saltare. La sentii ridere, un suono musicale e melodioso, prima di lanciare il bastoncino nel lago. Il cane fu come un fulmine, saltando dal molo nel lago con un forte tonfo, disturbando la quiete della notte.

Guardai il cane tra le acque increspate per un momento prima di rivolgere di nuovo la mia attenzione a Cadence. Era piegata sulla scatola ai suoi piedi. Un secondo più tardi la musica cominciò a suonare. Fu allora che mi resi conto che la scatola che aveva portato era un Boombox. Non pensavo che la gente li usasse ancora. Dalle dimensioni, doveva essere un modello vecchio. Il suono degli U2 uscì dagli altoparlanti, la musica si diffuse nellaria immobile.

Il cane ritornò e la coppia continuò a giocare. I miei occhi rimasero incollati a Cadence. Non riuscivo a smettere di guardarla. Solamente vederla mi faceva mancare laria. Ero ipnotizzato.

I suoi capelli erano ancora raccolti in cima alla sua testa in quel nodo disordinato. Per il modo in cui la luce della luna risplendeva dietro di lei potevo vedere alcune ciocche cadere attorno al suo volto, creando un effetto aureola. La sua maglietta bianca era incollata al suo corpo, infilata nella cintura dei suoi short. Era stupenda. Meravigliosa. E così incredibilmente sexy. Il tutto generò una scossa di lussuria attraverso le mie vene, facendo rizzare il mio pene. Nessuna ragazza mi aveva mai provocato una reazione del genere.

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