Stai saltando la tua corsa della sera. Gia non le diede un secondo per salutarla, parlando veloce e forte. Abbiamo degli impegni.
Adara avvertì una stretta al petto. Per quanto quella sera non volesse andare da nessuna parte, non poteva infrangere di nuovo la promessa che aveva fatto a Joey. Aspetta un attimo. Gia non aveva minimamente accennato al fatto che la sera prima se ne fosse andata. Molto sospetto. Quali impegni?
Cena. Da Antoine. Alle sei in punto.
Adara si allontanò dal muro e sincamminò verso luscita, tenendo nellaltro braccio il quadernone come se fosse un peso morto. Il peso in più fece risuonare i suoi passi più forte del solito. Non mi è richiesto di essere presente quando decidi di avere voglia di mangiare italiano. Joey ha specificato gli eventi sociali. La cena da Antoine non è un evento sociale.
Dobbiamo parlare.
Ti prego, dimmi che questo non ha niente a che fare con i guai in cui ti sei cacciata dopo che me ne sono andata ieri sera.
Più o meno. Forse.
Adara gemette. Quanti margarita hai bevuto?
Solo due. Gia sbuffò. Non è quel tipo di problema, non come lanno scorso. Esitò. Mi hai abbandonata.
Adara chiuse gli occhi. Scusa.
Vediamoci da Antoine. Disse Gia con tono supplichevole. Mangeremo pane e pasta e il dolce cancellerà il conto di tutti i tradimenti.
Non posso. Spostando il quadernone, Adara riprese a camminare verso la porta. Austin mi ha appena detto che se la proposta di fondi non passa, sono licenziata, quindi stasera studierò i numeri per vedere se posso salvare il mio lavoro.
Cavolo! Gia respirò profondamente. Ok, lo farò senza pane allaglio per ammorbidirti. Non dare di matto.
Adara si fermò di scatto. Qualcosa di brutto stava per succedere. Qualsiasi combinazione di Gia e la parola matto equivaleva a una catastrofe. Devo distruggerti ora o dopo le lasagne?
La risata di Gia era troppo stridula per essere credibile. Nessuno ha bisogno di essere mutilato, torturato o squartato. Inoltre, questo non riguarda me. Si tratta di te.
Me?
Ho capito che la vita senza Joey fa schifo per te e che stai facendo del tuo meglio perché gli hai promesso di farlo. La voce di Gia diventò un sussurro e linsolita gravità fece avvertire un brivido ad Adara. Anchio gli ho fatto delle promesse. È trascorso più di un anno, e invece di uscirne, ogni giorno sprofondi di più nellindifferenza. Dar, tu sei la cosa più vicina a lui che ho e non posso - non voglio - veder svanire anche te.
Quel gelo sintensificò, insinuandosi nelle ossa di Adara che non aveva lenergia per affrontare la simpatia indesiderata e le buone intenzioni. Come mi comporto non sono affari di nessuno, se non miei.
Vero. Gia sembrava malinconica. Andare avanti è una decisione che solo tu puoi prendere. Il fatto è che questa mattina mi sono imbattuta in una teoria interessante. Allinizio ero scettica, non voglio mentire, ma dopo unindagine approfondita - esitò - sono convinta che meriti unopportunità. Tutto quello che ti chiedo, è che tu gli dia una vera possibilità, non solo le parole di Gia.
Perfetto. Un movimento di Adara e il braccio si stava stancando. Mise giù il quaderno e ci piantò il sedere sopra. Se avesse ammesso di non essere andata affatto avanti, Gia non avrebbe mai smesso. Sarebbe stata tormentata da frivoli inviti sociali fino a vomitare. Daltronde, accettare umilmente avrebbe sollevato ogni sorta di sospetto. La sua reazione doveva essere una via di mezzo per renderla credibile.
Non ti fidi di me? Avrebbero potuto utilizzare il tono ferito di Gia come sottofondo di una pubblicità di un animale maltrattato.
Neanche un po. Adara si piegò e si sistemò i capelli dietro lorecchio. Ho bisogno di qualche dettaglio. È un cane da terapia? O forse una sessione di consulenza in cui lei avrebbe fatto finta di avere tutto insieme abbastanza a lungo da placare tutti, qualsiasi cosa servisse per tenere Gia felice e fuori dal suo caso.
Una parola: Garret Ambrose. So che tecnicamente sono due parole, ma un solo nome.
Ambrose. Perché questo nome mi suona familiare? Ambrose. I campanelli dallarme suonarono nella testa di Adara. Ambrose... lo stesso nome che aveva sentito dal preside Austin. La voce di Adara, facendo eco al calore che si stava accumulando nelle sue viscere. Che cosa hai fatto, G.?
Mi ha chiesto di te e mi ha convinta a rivelare qualche dettaglio.
Allora è deciso. Sei morta prima della pasta. I traditori non meritano il dessert.
Non lavrei mai fatto se non fossi stata convinta che è un bravo ragazzo, si affrettò Gia. Come minimo, prendi un caffè con lui - o dimentica il caffè e saltagli addosso. Scommetto che potrebbe curare qualsiasi tristezza.
Mantenendo la voce gelidamente disinvolta, Adara si alzò. Vado a correre. Punto.
Spense il telefono, rifiutando di sentire la risposta di Gia. Con il faldone tra le braccia, sfrecciò oltre gli armadietti e le fontanelle, avendo bisogno di stare allaria aperta. Le mani le tremavano e il cuore le martellava le costole come se avesse già corso. Di tutte le cose con cui si aspettava che Gia la sbattesse, lultima era un appuntamento... con lui. La terapia delluomo poteva essere la droga di Gia, ma non la sua. Ma per favore. Come se un ragazzo potesse sostituire il legame perduto con il proprio fratello. Nessuno laveva mai capita come Joey e non importava quanto le mancasse suo fratello, la solitudine era preferibile allaffrontare di nuovo il dolore.
Dopo aver spinto le porte della scuola, si fermò, inspirando un profondo respiro di aria gelida nei polmoni. Il freddo le colpì il naso e le guance. Sbatté un fiocco di neve dalle ciglia e sollevò lo sguardo verso un cielo carico di nuvole nere. Neve, prima di quanto il meteorologo avesse previsto. Con un po di fortuna, la roba bianca si sarebbe attaccata e sarebbe durata abbastanza a lungo da tenere a casa alcuni dei più cauti appassionati di carnevale.
Per la prima volta in quella settimana, quasi sorrise.
Capitolo quarto
La bufera di neve divoratrice di energia, che Adara aveva sperato cancellasse la festa di Carnevale, lasciò solo uninutile spolverata, niente che potesse rallentare la folla. Si unì alla folla dei bambini che si agitavano e ondeggiavano con le mani macchiate, gli occhi grandi e delle voci ancora più grandi e si mise in disparte, dove linsegnante di quinta elementare e attuale supervisore della sicurezza, Olivia, stava discutendo con un genitore.
Non faccio io le regole, signor Vergara. Le guance di Olivia vacillavano a ogni parola e sembrava pronta a pugnalare il signor Vergara con i ferri da maglia che teneva sempre a portata di mano. Billy ha violato la regola dodici.
Il signor Vergara se ne andò come una furia portando con sé un Billy lamentoso e borbottando parole in spagnolo che violavano decisamente la politica linguistica della scuola.
Sei in ritardo di due minuti, gridò Olivia al di sopra dei suoni circostanti, il ronzio di troppe persone stipate nello stesso posto. Due minuti eterni e tormentosi. Si tolse a fatica il giubbotto di sicurezza color verde fosforescente e spinse lindumento tra le braccia di Adara. I mostri sono tutti tuoi e non sto parlando dei bambini. Se devo dire ancora una volta al signor o alla signora sono meglio di te che devono controllare il loro figlio perfetto, verrà fuori il mio ninja interiore, e nessuno lo vorrebbe.
Immaginare quella donna in carne e ossa facesse la ruota nel suo vestito di percalle e lanciasse i ferri come stelle nel sedere di alcuni padri amanti del football e delle loro mogli trofeo, mispirò un piccolo sorriso. Ottima idea per la nostra prossima raccolta fondi.