Burnz Arial - Conquista Di Mezzanotte стр 16.

Шрифт
Фон

Dopo un po', Cailin smise di poppare e Davina si voltò per offrirle l'altro seno. Lilias entrò nella stanza e baciò Davina sul capo. “Vorrei che oggi aiutassi Caitrina e le sue ragazze con il bucato, Davina. Io, Rosselyn e Myrna ci faremo aiutare da Anna a spazzare e a cambiare i pagliericci.”

“Certo, madre,” disse Davina alzandosi e passando Cailin a Myrna, che portò la neonata nella nursery. “Andrete di nuovo al mercato, oggi?”

“Come previsto!” disse Lilias con finto stupore. “Devo continuare la mia eterna ricerca di nastri!” Ridacchiarono, poi Lilias uscì per dedicarsi alle proprie faccende.

Rosselyn sorrise. “Devo sbrigarmi con il nostro pasto.” Spezzò il digiuno insieme a Davina, quando ritornò con un vassoio, poi aiutò Davina a finire di vestirsi. Per prepararla al bucato di quella mattina, raccolse i lunghi capelli ramati che le ricadevano sulla schiena in una treccia stretta, che legò sotto la cuffia.

Come posso affrontare l'argomento? si chiese Davina mentre Rosselyn cercava di sistemarle le ultime ciocche. Come faceva negli ultimi tempi, Davina aveva voglia di parlare del fratello e del padre. Quale può essere il modo più adatto per introdurre l'argomento, senza farlo spuntare all'improvviso dal nulla? Guardò il vassoio, fissando il miele.

“A cosa pensi, Davina?”

Fu travolta dal sollievo, visto che Rosselyn aveva fornito una perfetta opportunità. “Stavo pensando a mio fratello, Roz. Il miele del nostro pasto mi ha ricordato che io e Kehr abbiamo fatto delle piccole incursioni di mezzanotte per molti anni.”

Rosselyn non fece alcun commento, mentre aiutava Davina a indossare la sottoveste. Allacciò la tunica di lana marrone, evitando il contatto visivo, con le lacrime che le salivano agli occhi e l'angoscia che le corrugava la fronte.

Le guance di Davina avvamparono per il silenzio di Rosselyn, ma lei continuò imperterrita. “Fino al giorno del mio matrimonio, io e Kehr sgattaiolavamo lungo i corridoi bui fino alla dispensa, ridacchiando come neonati nella nursery.”

Rosselyn non distolse mai lo sguardo dai suoi compiti, stringendo un labbro tra i denti dalla concentrazione.

Davina si voltò verso di lei e bloccò le sue mani sottili. “Per favore, parlane con me, Rosselyn. Dalla morte di mio padre e mio fratello, nessuno parla mai di loro con me. Ho paura di non riuscire a ricordarli.”

Il labbro inferiore di Rosselyn tremò. Le lacrime le scesero lungo le guance, oltre la linea attraente della sua mascella. “Davina, io...” Fissò l'amica per un lungo istante.

Quando Davina credeva ormai che l'amica avrebbe aggiunto qualcosa, Rosselyn si allontanò e scomparve nel guardaroba. Per quanto Davina desiderasse raggiungerla e consolarla, sentendosi responsabile per il suo stato, la fuga di Rosselyn indicava che aveva bisogno di tempo, quindi le lasciò qualche momento da sola.

Davina si voltò quando Rosselyn uscì dal guardaroba con gli occhi arrossati. “Grazie per avermi aiutata a vestirmi, Roz.”

Rosselyn annuì e si scusò, lasciando Davina in un silenzio spiacevole e con il cuore vuoto, per quell'ennesimo tentativo fallito di rievocare insieme a qualcuno. Davina prese un fazzoletto pulito dal cassettone e si sedette sul divanetto davanti al camino, nascondendo il viso nel lino fresco. Si asciugò il viso, infilò il fazzoletto nella manica, raddrizzò le spalle e si concentrò sulla giornata che aveva davanti. Le faccende domestiche sarebbero state una gradita distrazione.

Portate a termine le faccende più importanti per quel giorno, Davina e Lilias si rinfrescarono e si vestirono in modo più appropriato per andare fino al villaggio. Davina indossò un abito bordeaux plissettato in oro e ricamato con disegni verde-muschio sul petto. Un pizzo dorato decorava lo scollo squadrato della tunica, allacciata stretta come sostegno. Il soffice lino verde-muschio della sottoveste spuntava dalle aperture delle maniche bordeaux.

“Oh, nessuno di questo andrà bene!” si lamentò Lilias con Davina davanti al venditore. “Tutti i miei nastri sono vecchi. Qui non c'è niente di carino per sostituirli!”

Il mercante le guardò accigliato, mentre si allontanavano. Davina si voltò e rivolse uno sguardo di scuse all'uomo. “Oh, fai i capricci, mamma. Ti ho comprato dei nastri solo pochi mesi fa.”

“Sì! Sono vecchi!”

Una risatina sfuggì dalle labbra di Davina mentre spingeva la madre attraverso il mercato, facendosi strada tra i venditori ambulanti e i richiami cantilenanti dei mercanti, che cercavano di convincerle ad acquistare le loro merci. La folla riunita all'ingresso della piazza concesse a Davina una pausa e le fece sollevare le sopracciglia dalla curiosità. “Guarda, mamma,” disse puntando l'indice.

Allungarono il collo, cercando di vedere sopra la ressa. Delle risate scoppiarono in mezzo alla confusione e la folla riunita si divise per lasciare passare il corteo.

“Zingari!” strillò una giovane donna, infilandosi tra la folla fino a raggiungere la gente ferma di fianco a Lilias. “Gli zingari sono in città!”

Il cuore di Davina martellava contro le costole e la sua mano corse al petto. Erano passati almeno due anni dall'ultima volta in cui gli zingari erano venuti a Stewart Glen e lei non vedeva il gruppo al quale apparteneva il suo gitano gigante da nove anni. Davina mormorò una preghiera silenziosa.

Lilias le picchiettò la mano con autorità. “Avranno sicuramente una bella selezione di nastri che vengono da ogni parte del mondo.”

“Sì, madre,” disse Davina, sorpresa dalla propria mancanza di fiato.

Davina e Lilias si fecero strada attraverso quella foresta di corpi, per vedere passare il corteo. Con una musica festosa che tintinnava sulla folla, gli acrobati ruzzolavano sulla strada, i giocolieri lanciavano spade infuocate e torce nell'aria. I carrozzoni passavano rimbombando in un arcobaleno di colori, tutti dipinti di blu, verde, giallo e rosso brillante con decorazioni in ottone e rame. Alcuni avevano degli intagli nel legno scolpiti da eccellenti artigiani; vacillavano tutti, carichi di merci, vasellame e utensili, perline e sciarpe, visi allegri e mani che salutavano. Un carrozzone dipinto con delle stelle e dei simboli mistici avanzava lentamente, guidato da una bella ragazza con folti capelli biondi sulle spalle. Accanto a lei era seduta una donna rugosa e dai capelli scuri, che scorse Davina, socchiuse le labbra e spalancò gli occhi quando la riconobbe.

“E' tornato,” sussurrò Davina.

Guardò il grande carrozzone passare. La vecchia si sforzò di vedere Davina oltre la spalla, spostando di lato le sciarpe e le perline ciondolanti.

Davina fu travolta dall'eccitazione. E' tornato! E' davvero qui! Guardò i carrozzoni che procedevano oscillando e scomparivano lungo la strada principale. I suoi occhi saltavano da un viso all'altro nel corteo, mentre la gente le passava davanti, ma non lo vide da nessuna parte.

Lilias annuì, guardando gli acrobati in coda al corteo che si lanciavano a vicenda nell'aria. “Dovremmo tornare stasera e guardare il loro spettacolo, Davina. Promette di essere una serata molto divertente.”

“Sì, mamma,” disse finalmente Davina con un sorriso crescente. “E' proprio vero!”

* * * *

Un grido penetrò nell'oscurità e Broderick MacDougal corse in quella direzione, con un nodo allo stomaco per l'urgenza. Lei corse fuori dalla foresta verso di lui, con i capelli rosso-carota che sventolavano dietro di lei come una bandiera, gli occhi spalancati e colmi di terrore.

“Broderick!” urlò la bambina. Si guardò indietro da sopra la spalla, come se stesse scappando da qualche mostro orribile. Il suo corpo esile e fragile si gettò nelle braccia di Broderick e lui la avvolse nel suo abbraccio confortante, consolando la bimba dal viso lentigginoso. “Su, su, piccola. Sei al sicuro.”

Ваша оценка очень важна

0
Шрифт
Фон

Помогите Вашим друзьям узнать о библиотеке

Скачать книгу

Если нет возможности читать онлайн, скачайте книгу файлом для электронной книжки и читайте офлайн.

fb2.zip txt txt.zip rtf.zip a4.pdf a6.pdf mobi.prc epub ios.epub fb3

Популярные книги автора