Джек Марс - Il ritorno di Zero стр 14.

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“Oh mio Dio”, gemette. “Hai messo delle cimici in casa mia?”

“Voglio solo assicurarmi che tu stia bene...”

Lei si girò verso di lui. “Non sei mio padre. Non siamo nemmeno amici. Una volta, forse eri un... Non lo so. Un babysitter. Ma ora sembri un fottuto stalker”. Sapeva che la stava seguendo da un po’ di tempo; questa non era la prima occasione in cui era apparso all'improvviso in Florida. “Non ti voglio qui. Non voglio che mi venga ricordata quella vita. Che ne dici di dirmi cosa vuoi da me, così poi puoi andartene?”

Strickland quasi non reagì. “Voglio che tu sia al sicuro”, disse piano. “E, se devo essere sincero, voglio che tu smetta di drogarti”.

Gli occhi di Sara si restrinsero e la sua bocca si aprì leggermente. “Ma chi ti credi di essere?”

“Qualcuno a cui importa di te. Se lo sapesse tuo padre, gli si spezzerebbe il cuore”.

Se lo sapesse? “Oh, vuoi dire che non gli stai consegnando dei rapporti settimanali?”

Strickland scosse la testa. “Non lo vedo da mesi”.

“Quindi mi stai seguendo per qualche deviato senso del dovere?”

Il giovane agente sorrise tristemente e scosse la testa. “Che ti piaccia o no, ci sono ancora molte persone là fuori che ricordano l'Agente Zero. Spero che non arrivi mai il giorno in cui dovrai ringraziarmi per averti tenuto d'occhio. Ma fino ad allora, continuerò a farlo”.

“Sì. Scommetto che lo farai”. Guardò il cielo. “Cos'è quello, un satellite? È con quello che mi guardi” Sara si ficcò un braccio sopra la testa e lanciò un dito medio alle nuvole. “Ecco una foto per te. Mandala a mio padre con gli auguri di Natale”. Quindi si voltò e ricominciò a camminare.

“Sara” la chiamò lui. “Le droghe?”

Cristo, perché non se ne va? Lei si voltò a guardarlo. “Ho fumato un po' di erba. Qual è il problema? È quasi legale qui”.

“Uhm. E lo Xanax?”

Lo Xanax. La sua prima domanda fu: come faceva a saperlo? La seconda fu: perché non ha ancora fatto effetto? Ma conosceva già la risposta a quest'ultima. Il suo corpo si stava abituando a una barra. Non era più abbastanza.

“E la cocaina?”

Lei rise, ma era una risata amara. “Non provarci. Non cercare di farmi sentire una specie di criminale perché ho provato qualcosa una o due volte a una festa”.

“Una o due volte, eh? Fai queste feste ogni notte?”

Sara si sentì avvampare. Non perché l'avesse offesa, ma perché aveva ragione. Aveva iniziato provando occasionalmente a qualche festa, ma era diventata un'abitudine dopo il lavoro. Qualcosa per staccare la spina. Ma non lo avrebbe ammesso in quel momento.

“Deve essere così facile per te”, disse lei. “Stare lì, come un Boy-scout e Army Ranger. Agente della CIA. Deve essere così facile giudicare qualcuno come me. Dici di sapere cosa ho passato. Ma non capisci. Non puoi capirlo”.

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