Блейк Пирс - Tracce di Crimine стр 5.

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“La tenga. Ne abbiamo più che abbastanza,” disse dolcemente prima di tornare alla questione. “Adesso ci sono alcune cose che avremo bisogno da voi, e tutte rapidamente. Magari è meglio se ve le scrivete. In situazioni del genere il tempo è cruciale, perciò potremmo dover sacrificare i vostri sentimenti in favore delle informazioni. Va bene?”

Annuirono entrambi.

“Bene,” disse prima di buttarsi. “Allora ecco come faremo. Signora Rainey, avremo bisogno che ci mostri il percorso che ha fatto per andare incontro a sua figlia e il percorso che di solito fa lei da quel punto alla scuola. Vorremo vedere la sua stanza, inclusi computer o tablet che potrebbe avere. Come ho detto, controlleremo anche il suo telefono quando la scientifica avrà finito.”

“Okay,” disse la signora Rainey scrivendo tutto mentre Keri proseguiva.

“Avremo bisogno delle informazioni di contatto di ogni amico che vi viene in mente e di ogni ragazzino con cui potrebbe aver avuto problemi nel corso dell’ultimo anno. Avremo bisogno del numero del preside. Possiamo risalire ai contatti degli insegnanti e del consulente all’orientamento attraverso la scuola. Ma se li avete già è fantastico.”

“Possiamo darvi tutto,” promise loro Carolyn.

“Avremo anche bisogno dei nomi e dei numeri di ogni coach o tutor che ha,” aggiunse Ray, “così come i nomi di entrambi i ragazzi per cui ha o ha avuto una cotta. Io e la detective Locke ci divideremo per massimizzare il tempo.”

Keri lo guardò. La sua voce era completamente normale ma lei sapeva che c’era più della semplice esperienza professionale al lavoro.

Non prenderla sul personale. È una buona idea.

“Sì,” acconsentì. “Perché io e la signora Rainey non facciamo il percorso fino a scuola prima che faccia troppo buio? In questo periodo dell’anno il sole tramonta tra meno di un’ora. Puoi darmi i vari contatti per strada.”

“E, signor Rainey,” disse Ray, “lei può mostrarmi la camera di Jessica. Dopo le consiglio di andare a prendere suo figlio. Come si chiama?”

“Nathaniel. Nate.”

“Okay, bene, la scientifica se ne sarà andata per quando sarà tornato, perciò non ci saranno in giro così tante persone. Cerchi di tenere le cose il più normali possibili per lui. In questo modo, se avremo bisogno di fargli delle domande, non si chiuderà.”

Tim Rainey annuì assente, come se si fosse appena ricordato di avere anche un figlio. Ray proseguì.

“Quando lei sarà andato, io andrò alla scuola per parlare con la gente di là. Controlleremo anche se c’è qualche video che può essere utile. Signora Rainey, raggiungerò lei e la detective Locke a scuola e vi riporterò a casa io.”

“Emanerete un Amber Alert?” chiese Carolyn Rainey riferendosi ai messaggi inerenti ai rapimenti diffusi per il pubblico generale.

“Non ancora,” disse Ray. “È molto probabile che lo faremo presto, ma non finché non avremo altre informazioni da condividere. Ancora non ne sappiamo abbastanza.”

“Muoviamoci,” disse Keri. “Più velocemente eliminiamo queste cose dalla lista, migliore sarà il quadro che avremo di ciò che potrebbe essere accaduto.”

Si alzarono tutti. Carolyn Rainey afferrò la borsetta e li condusse alla porta principale.

“Ti faccio sapere se scopriamo qualcosa,” disse al marito dandogli un bacio sulla guancia. Lui annuì, poi la trasse a sé per un lungo e stretto abbraccio.

Keri lanciò un’occhiata a Ray, che osservava la coppia. Nonostante tutto, lui guardò Keri. Lei gli vedeva ancora il dolore negli occhi.

“Ti chiamo quando arriviamo alla scuola,” disse piano a Ray. Lui annuì senza rispondere.

Lei si sentiva colpita dalla sua freddezza, ma lo capiva. Lui si era aperto e aveva corso un grosso rischio. E lei gli aveva sbattuto la porta in faccia senza spiegazioni. Probabilmente era un bene che avessero un po’ di spazio da soli per un po’.

Mentre le due donne uscivano e si mettevano in cammino, un pensiero le riverberò nella testa.

Ho fatto un vero casino.

CAPITOLO TRE

Novanta minuti dopo, di nuovo alla scrivania, Keri lasciò andare un sospiro di profonda frustrazione. La maggior parte dell’ultima ora e mezza era stata infruttuosa.

Non avevano trovato niente di inusuale nel tragitto fino a scuola e non erano incappate in alcun segno evidente di lotta. Non c’erano strani segni di pneumatico vicino al punto in cui la signora Rainey aveva trovato le cose di Jessica. Keri si era fermata a ogni casa della zona per determinare se un residente avesse delle videocamere che davano sulla strada che avrebbero potuto essere utili. Nessuno ne aveva.

Quando erano arrivate alla scuola, Ray era già lì a parlare con la preside, che aveva promesso di mandare una mail a tutti i genitori della scuola per chiedere qualsiasi informazione avessero. L’agente della sicurezza aveva tutta la coda di filmati di sorveglianza della giornata, perciò Keri aveva consigliato a Ray di stare lì a vederli mentre lei riportava la signora Rainey a casa e tornava in ufficio per chiamare tutte le possibili piste.

Per Carolyn Rainey dovevano essere sembrati semplicemente due partner effettivamente multitasking. E a un certo livello era così. Ma il pensiero di starsene in imbarazzo sul sedile del passeggero mentre Ray la riportava alla divisione di West Los Angeles non le andava a genio, in quel momento.

Quindi avevano invece preso un Lyft per tornare alla casa dei Rainey, e Keri da lì aveva proseguito fino al dipartimento. Era lì che aveva trascorso l’ultima mezz’ora chiamando tutti gli amici e i compagni di classe di Jessica. Nessuno aveva niente di inusuale da dirle. Tre amici ricordavano tutti di averla vista lasciare la scuola in bicicletta, e che lei li aveva salutati con la mano uscendo dal parcheggio. Tutto era sembrato a posto.

Chiamò entrambi i ragazzi per cui Jessica nelle ultime settimane si era presa una cotta e, mentre entrambi sapevano chi fosse, nessuno dei due sembrava conoscerla bene né essere a conoscenza di quello che provava. Keri non ne rimase sconvolta. Si ricordava che a quell’età riempiva i quaderni di nomi di ragazzi che le piacevano, senza nemmeno parlarci.

Parlò o lasciò messaggi a tutti gli insegnanti di Jessica, al suo allenatore di softball, al suo tutor di matematica, e persino al capo del gruppo di sorveglianza del vicinato. Nessuno di quelli con cui parlò sapeva nulla.

Chiamò Ray, che rispose al primo squillo.

“Sands.”

“Qui non ho niente,” disse, decidendo di concentrarsi solo sul lavoro del momento. “Nessuno ha visto niente di fuori dall’ordinario. I suoi amici dicono che tutto sembrava a posto quando se n’è andata da scuola. Sto ancora aspettando che mi richiami qualcuno, ma non sono ottimista. Tu hai avuto più fortuna?”

“Finora, no. Il range della videocamera arriva solo fino alla fine dell’isolato della scuola, in tutte le direzioni. La vedo salutare con la mano gli amici, proprio come hai descritto tu, poi montare in sella e partire. Non succede niente mentre lei è visibile. Sto facendo preparare all’addetto alla sicurezza il filmato della settimana, per vedere se nei giorni precedenti c’è qualcuno che gironzola nei paragggi. Potrebbe volerci un po’.”

Nell’ultima frase, non detta, c’era la supposizione che non sarebbe tornato presto al dipartimento. Lei finse di non farci caso.

“Penso che dovremmo emanare l’Amber Alert,” disse. “Adesso sono le diciotto. Perciò sono passate tre ore da quando la madre ha chiamato il 911. Non abbiamo nessuna prova che suggerisca che possa trattarsi di altro fuorché di rapimento. Se è stata rapita subito dopo la scuola, tra le due e quarantacinque e le tre del pomeriggio, potrebbe trovarsi anche a Palm Springs o a San Diego ormai. Dobbiamo avere più occhi possibili sulla cosa.”

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