Fortuna Ilaria - Sangue Contaminato стр 12.

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Schizzò altro sangue quando il secondo agente fu ferito al viso. Sentì a malapena il campanello dell’ascensore, segno che stava arrivando qualcuno, ma era bloccato dalla paura e non riusciva a muoversi.

Vide un uomo con la coda dell’occhio… giovane, con un lungo soprabito e capelli neri in stile punk. L’uomo alzò una mano verso la creatura, che finì in fondo al corridoio. Essa gridò, usando la falce per fermare il suo volo, e sembrò fissare il nuovo arrivato prima di svanire.

“Stai bene?” chiese Ren all’agente traumatizzato.

L’uomo svenne di colpo, Ren sospirò e prese il cellulare. Era un bene che nei pressi di quell’ospedale avesse percepito degli esseri paranormali, altrimenti non avrebbe avuto il potere per spaventare quella creatura.

“Ci serve un’impresa di pulizie e il miglior cacciatore di demoni che abbiamo.”.

Capitolo 4

Angelica camminava avanti e indietro nell’ufficio di Ren, cercando di tenere d’occhio la barriera e di stare a distanza dagli altri nella stanza. Aveva già fulminato Storm quando le aveva detto che fissare Zachary non sarebbe servito a farlo svegliare prima.

Guardo perplessa Syn, che ancora appoggiato al muro. Iniziava a pensare che quell’uomo poteva trasformarsi in una statua se si fosse impegnato, visto che non si muoveva da ore.

Forse Storm aveva ragione, iniziava a soffocare lì dentro e Zachary non aveva mosso neanche un dito. All’improvviso il cellulare di Angelica squillò, destandola dai suoi pensieri.

Vedendo l’ID del chiamante e pensando che Storm volesse avere notizie di Zachary rispose “No, Storm. Non si è ancora svegliato.”.

“Ren ha bisogno di te all’ospedale.” disse Storm seriamente. “Si è imbattuto in qualcosa di terribile che adesso è da qualche parte nell’edificio.”.

“E ha bisogno di me per trovarlo.” concluse Angelica, guardando Zachary prima di voltarsi. “Arrivo.”.

Riagganciò e si rivolse a Syn “Devo andare in ospedale.” Syn accorciò la distanza tra loro così velocemente che lei quasi non se ne accorse.

Le mise un braccio intorno alla vita e sorrise prima di stringerla a sé. Era ora che lasciasse il capezzale del suo amico.

In un batter d’occhio si trovarono all’ingresso dell’ospedale. I membri del PIT travestiti da agenti di polizia stavano già scortando tutti fuori dall’edificio. Non procedevano con ordine come avrebbero dovuto ma, se la situazione era grave come Storm aveva detto, allora non poteva certo biasimarli.

“Dov’è?” chiese Angelica a uno della squadra.

“Non lo so, ma Ren sta perlustrando il settimo piano.” rispose l’uomo dopo averla riconosciuta.

Angelica e Syn andarono agli ascensori e raggiunsero il settimo piano. Quando le porte si aprirono, la prima cosa che lei notò fu l’odore di sangue, poi spalancò gli occhi per la carneficina nel corridoio.

Ren aveva piantonato membri del PIT nell’area per controllare la presenza di eventuali sopravvissuti. Un’altra cosa che lei notò fu il vigilante rannicchiato in un angolo, che si dondolava avanti e indietro mormorando qualcosa a proposito del Mietitore.

“Cos’è successo?” chiese Angelica.

Ren sospirò “Sembrava il Mietitore, con tanto di falce e tutto il resto.”.

“Un demone della morte.” disse Angelica. “Non ne ho mai affrontato uno ma so che sono molto cattivi.”.

“È sprofondato nel pavimento ed è sparito.” spiegò Ren. “Non siamo ancora riusciti a trovarlo.”.

“È ancora qui.” lo informò Syn.

“Lo so… sento la sua energia negativa che cerca di contagiarmi come una malattia.” disse Ren frustrato.

Angelica fece un respiro profondo e iniziò a percorrere mentalmente gli altri piani dell’ospedale. A volte le era capitato di riuscire a seguire il percorso invisibile intrapreso da qualche demone potente ma questo, invece, si era aggirato in tutto l’ospedale, ripercorrendo i propri passi troppe volte.

Ren spalancò gli occhi quando si sentì toccare dal potere di Angelica. “Interessante.” disse, non avendolo mai percepito prima. Immaginò che quando erano al castello il suo potere fosse dormiente perché non ne aveva bisogno. Ren scrollò le spalle, non era il momento per provare nuovi poteri, e tornò al suo lavoro.

Angelica si allontanò dal massacro verso la scala di emergenza. Syn era proprio dietro di lei e la vide guardarsi intorno per un attimo. Sentì il sangue nelle vene iniziare a scaldarsi quando, con il proprio udito sensibile, sentì dei bambini che piangevano e chiedevano aiuto. Alzò lentamente lo sguardo verso il soffitto concentrandosi sulle voci.

Angelica inspirò e corse su per le scale a tutta velocità. Percorsero tre piani e si fermarono al decimo. Lei si fermò di colpo e si portò una mano alla bocca vedendo un’altra carneficina.

Abbassando lo sguardo sentì le lacrime accumularsi negli occhi quando si accorse di trovarsi in una pozza di sangue. A pochi metri c’era un bambino di non più di cinque anni che stava morendo dissanguato. Piccoli corpicini erano sparsi dappertutto, alcuni con espressioni di terrore sui loro volti angelici.

“No.” sussurrò Angelica. Era in grado gestire quasi tutto ciò che riguardava il suo lavoro, sangue, violenza, demoni… ma quei bambini erano innocenti.

Un terribile urlo disumano proveniente dall’atrio fece alzare lo sguardo ad Angelica e Syn. Il demone della morte era in piedi nella sala principale del reparto pediatrico, coperto di sangue. Sbatté a terra l’estremità della sua falce rompendo una mattonella, prima di avanzare verso di loro.

Syn si mise lentamente davanti ad Angelica, tenendo d’occhio il demone che si avvicinava a rapidamente. Esso sollevò la falce in aria per colpirlo ma la mano di Syn scattò, afferrando l’arma proprio quando la lama fu a un centimetro dalla sua pelle.

“Lascia che mi presenti.” Syn sibilò e sbatté il palmo della mano sul petto del demone, frugando nelle sue vesti per cercare qualcosa all’interno. Il demone gridò e si allontanò, lasciando Syn con la falce in una mano e qualcosa di nero nell’altra.

“Uccidere i bambini non è consentito.” disse Syn con voce pericolosamente calma, sollevando la falce con destrezza. “Assaggerai tu stesso il dolore che infliggi agli altri.”.

Facendo cadere il cuore nero a terra e spostando la falce nella mano destra, Syn puntò l’arma davanti a sé prima di colpire il demone con un gesto deciso. Non lo tagliò completamente in due perché voleva vederlo soffrire, e poi sapeva che non sarebbe bastato ad ucciderlo.

“Tu non sei il vero Mietitore… lui mostra pietà, tu no.” ringhiò Syn e puntò la falce al petto del demone. “Tra poco lo incontrerai e lui ti rinchiuderà in una gabbia per essere dilaniato come hai fatto tu con questi bambini.”.

L’ultimo colpo di falce di Syn affondò dritto nel cappuccio nero, infilzando la testa del demone e conficcandosi nel muro con la punta, bloccando la creatura. Angelica vide Syn fissare il demone per un attimo prima che esso esplodesse improvvisamente in brillanti fiamme bianche.

“Syn.” sussurrò Angelica quando lui non si mosse, e gli si avvicinò lentamente.

Syn respirava affannosamente, con i pugni stretti. “I bambini non c’entrano con la guerra.” disse, cercando di contenere la rabbia per non radere al suolo l’ospedale. “Quest’azione va cancellata dalla storia.”.

Angelica allungò una mano per toccargli il braccio ma Syn si allontanò. Lei sentì le lacrime agli occhi quando lui si avvicinò al corpo del bambino più vicino e lo prese in braccio con cautela. Adagiando il corpicino senza vita su un letto, si sedette sul bordo e scostò delicatamente i capelli dal viso del bambino, poi gli mise una mano sul cuore. Angelica rimase a bocca aperta quando vide una forte luce bianca lì dove la mano di Syn stava toccando il petto del bambino. Le ferite del piccolo svanirono lentamente insieme a qualsiasi traccia di sangue.

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