La serratura era arrugginita e non potevo confessarle di aver smarrito la chiave.
«Ho te. E Sophie.» Mi sforzai di sorridere. Faceva male ammettere che era una cazzata.
«Ma non sei venuta al mio matrimonio» ribatté mia sorella dal sedile posteriore, il dolore ancora fresco nella sua voce.
Mi voltai e affrontai la sua delusione. «Avevo bisogno di più di due giorni di preavviso! E poi, chi si sposa di mercoledì?»
«Era la Festa di Beltane» rispose Sophie, come se quel fatto lo rendesse più praticabile.
«Adesso è qui. Non cè bisogno di litigare.» La nonna avrebbe cercato, fino allultimo dei suoi giorni, di convincerci a mettere da parte le nostre differenze. Mi mise una mano sul braccio mentre guidavo, allontanando il veicolo su cui eravamo dalla sua casa. «Uno di questi giorni, Monique crederà nella magia.»
Stavo per dirle che era altamente improbabile, ma avevo notato alcune cose, in quel viaggio a Summerland. Sophie non era mai stata la personificazione della responsabilità, piuttosto era unottimista, ma non pensavo che ciò avesse nulla a che fare col fatto che si fosse sposata in fretta e furia. Si stava ancora crogiolando nel bagliore della sua prima notte di nozze. La nonna aveva perso tutti i suoi beni terreni e non sembrava affatto turbata. E invece eccomi qui, una palla di nervi, attaccata al cellulare come se me lo avessero impiantato chirurgicamente, e non riuscivo a pensare a una singola persona che fosse davvero pronta a guardarmi le spalle.
Sophie e la nonna chiacchierarono sulla via del ritorno alla montagna, e, per la prima volta, fui consapevole di tutte le cose che mi ero persa.
«Tyson e io ceneremo un po prima» disse Sophie quando scendemmo dallauto. «Vuoi unirti a noi? Sono sicura che possiamo trovare un altro drago affamato che ci faccia compagnia, così non farai da ruota di scorta.»
Un altro drago affamato. Non un uomo. Sophie affermava che Tyson si era trasformato in un drago durante la loro prima notte di nozze, e che era stato il suo fuoco a bruciare la casa della nonna fino alle fondamenta mentre fermava un altro come lui. Il suo nuovo marito e i suoi amici che vivevano su quella montagna proprio dentro la montagna non erano il tipo di uomini con cui ero solita andare a cena, e lei aveva ancora molta strada da fare per convincermi del fascino del loro presunto lato misterioso. «Sembra divertente, ma non stasera.»
«Accetta linvito di tua sorella.» Non mi sorprendeva che la nonna pensasse che dovessi andare. «Chance ti ha messo gli occhi addosso.»
Chance Drake. Il fratello di mio cognato. Un montanaro robusto e assolutamente stupendo. Avrei mentito a sostenere di non essermi goduta una o due fantasie su di lui da quando ero arrivata. «Non è esattamente il mio tipo.»
«E quale sarebbe il tuo tipo?» chiese Sophie. «Tyson conosce un sacco di persone. Possiamo trovare qualcuno da invitare a cena.»
Persone. Non draghi. Sembrava un po più sicuro.
«Sono sicura che le conosce.» Ammiravo il modo fanciullesco con cui Sophie guardava il mondo. Come la nonna, credeva ancora, senza alcun rimorso, che tutto ciò di cui avevamo bisogno fosse lamore. Avrei voluto accettare. «Non sto cercando di stabilirmi a Summerland.»
La nonna alzò le mani, scuotendo la testa. «Chi ha parlato di sistemarsi? Goditi una cena gratis. Divertiti, Monique Louise. Lavori così duramente, non è lunica cosa che conta.»
«Lo so.» In teoria, lo sapevo. Se un paziente fosse venuto da me nervoso come ero io, gli avrei detto di prendersi un po di tempo per se stesso. Ma non ero disposta a seguire il mio stesso consiglio. Rilassarmi non era nel mio vocabolario. «Sophie ha sposato Tyson una settimana dopo averlo conosciuto. Le cose sembrano andare velocemente, da queste parti.»
La nonna mi strinse il braccio. «Mentre sei qui, prova a fare tutte quelle cose che non faresti a Nashville. La tua vita sarà ancora là, quando tornerai.»
A giudicare dalla quantità di e-mail e messaggi che arrivavano in continuazione, quellaffermazione era accurata al cento per cento. La responsabile amministrativa dello studio e il mio socio stavano aspettando che tornassi e risolvessi i loro problemi.
Il mio problema era che non ne avevo voglia.
Amavo i miei pazienti, e prendermi cura di loro compensava tutte le lunghe ore di lavoro, le conversazioni difficili con altri medici e la burocrazia delle compagnie di assicurazione.
Ma non avevo realizzato quanto avessi bisogno di una pausa finché non ero stata costretta a prenderne una. Il tempismo era stato orrendo. Il nostro nuovo studio medico era stato appena sistemato, e la ristrutturazione della mia casa completata. Il mio conto in banca si piegava sotto il peso di entrambi, ma la nonna aveva ragione. Tutte quelle cose potevano aspettare. Mia sorella aveva una vita nuova di zecca di cui non sapevo nulla, e ignoravo che avesse iniziato a scrivere un blog che si occupava di recensire sex toys. Tipico di Sophie. Di solito mi sarei fatta beffe di quella sua attività, liquidandola come frivola, e poi avrei contato silenziosamente i giorni fino a quando non mi avesse chiesto di prestarle i soldi per laffitto. Ma mia sorella era così felice da brillare, in realtà.