Allinterno, forse per pura suggestione, qualcuno disse che si sentiva frastornato, qualcun altro che aveva mal di testa, il terzo disse che sentiva un dolore salirgli lungo la gamba nel preciso istante in cui si rese conte che stava calpestando i resti di un fuoco e quelle che all'apparenza erano caramelle sciolte. Io non mi sentivo male, ero solo un po stanco. A volte durante la notte, cercavo di non ripensare a quello che era nascosto nella tana, mio nonno diceva che non si deve restare attaccati alle cose brutte che incontriamo lungo il nostro cammino, dobbiamo allontanarle, non pensarle, né nominarle. A dire il vero entrammo soltanto nella prima insenatura della tana, non andammo oltre perché era necessario arrampicarsi ed era troppo buio. Il nostro viaggio aveva avuto talmente tanti imprevisti che avevamo a malapena acqua e cibo a sufficienza. Nessuno ha pensato di portare con sé qualcosa per illuminare. Con il flash del telefonino cercavamo di far luce nella stanza successiva come meglio potevamo, ma non riuscivamo a vedere molto.
Inoltre, le persone che abbiamo incontrato lungo la strada ci hanno consigliato di fare molta attenzione, perché in molti si erano persi, invece altri erano riusciti a trovare anche del denaro, preferimmo scendere per via dei vari dolori che accusavamo.
Ci dovemmo fermare per raccogliere delle bacche e passarcele lungo il corpo, come si era soliti fare per scacciare gli spiriti maligni. Gli altri iniziarono a pulirsi ma io non lo feci perché sentì che molto vicino stava passando un camion, quindi preferì correre dietro al rumore. Era un furgoncino che trasportava una famiglia intera, gli spiegai da dove venivamo e gli chiesi di portarci dove erano diretti loro, altrimenti avremmo dovuto camminare molto.
Quando tornammo a casa era già tardi, ero esausto, così mi feci il bagno e a breve il sonno prese il sopravvento. Prima di mettermi a dormire sentì una voce cavernosa che mi parlava in unaltra lingua, però compresi ciò che stesse dicendo: unisciti a me. Mi si drizzarono i peli perché contemporaneamente sentì un rumore provenire dalla camera.
Il mattino seguente il mio cane non mi riconosceva, fu estremamente difficile riuscire a portarlo fuori, perché scappava da me. Provavo una sensazione strana nei confronti del mondo. Sentivo tristezza e nostalgia per la collina. A volte desideravo soltanto dormire, come quando si soffre di depressione, tuttavia, non non mi sono mai trovato a doverla combattere. La seconda notte dopo essere entrato nella grotta, mi svegliai gridando. I miei genitori trascorsero molto tempo a farmi compagnia perché ero estremamente provato, non riuscivo nemmeno a muovermi e unaltra volta la voce, sei già qui. Stavo malissimo. I cani mi abbaiavano contro impauriti, il gatto del vicino gonfiava il pelo tutte le volte che lo incontravo ed io vedevo delle ombre intorno a me.
Le voci e i rumori provenienti dal fondo della stanza continuarono, ero disperato a tal punto che scoppiai in lacrime perché mi faceva male la testa e continuavo a provare la strana sensazione di non appartenere più a questo mondo, di essere stato trasportato lentamente in un posto che non conoscevo. Non mangiavo, dicevano che ero pallido, smisi di vedere gli amici con cui mi ero recato alla grotta, non ero io o almeno non lo ero più.
Non sono mai stato un tipo superstizioso, ma nella condizione in cui mi trovavo cominciai a credere che qualcosa mi avesse colpito, ma cosa esattamente? Era contraddittorio perché per rispondermi avrei dovuto supporre che esistono esseri, spiriti o qualsiasi altra cosa che va in giro a fare del male alla gente, che cè vita dopo la morte, che cè un intero mondo nascosto che può recare danni alle persone. Ciò mi causava grande confusione, tuttavia continuavo a star male, ogni volta sentivo delle voci che mi sussurravano intere frasi. In luoghi illuminati avevo paura, ero letteralmente terrorizzato di guardare sotto al letto perché cera del rumore e la cosa decisamente più inquietante: sentivo che laggiù, in quella grotta, a diversi chilometri da me, qualcuno decideva della mia vita.
Passavano i giorni e gli incubi si facevano sempre più persistenti. Vedevo delle ombre, non sono mai riuscito a scorgere i loro volti, mi dicevano di andare con loro. In seguito, ho iniziato a vederle anche mentre ero sveglio. Il mio cane mi morse una mano perché lo spaventavo. Non riuscivo a dormire bene, ero sempre agitato, mi sudavano le mani e tremavo.
Alla fine mi portarono in ospedale perché peggioravo ogni giorno, tuttavia nemmeno le medicine riuscirono a donarmi un po di sollievo. Era insopportabile continuare in questo modo, più volte tentai di togliermi la vita o di uccidere ciò che si era impossessato del mio corpo, che era la stessa cosa, ma non ci riuscì. Perché tutti mi chiedevano: se questo mondo è ormai invivibile per me capirete perché penso al suicidio. Mi facevano sentire pazzo quando lo erano loro, per questo mi portarono dallo psicologo, ma presto si stufò di me, le voci in altre lingue non lo convincevano, la mia disperazione, il mio desiderio di porre un freno a tutta questa sofferenza lo fecero allontanare, pertanto decise di interrompere le sedute e io continuai a sentire le voci e a vedere le ombre.