E lei come fa a saperlo?
Oh, dammi pure del tu. È solo una mia opinione; ma lo vociferano anche alcuni giornali finanziari. E a tal proposito gli mostrò il titolo di un articolo di una rivista che, guarda caso, aveva proprio lì nel cassetto della scrivania. Comunque, in cambio della Diablo mi dovrai dare anche il tuo abbonamento allo stadio.
Allora temo che dovrò tornare un'altra volta, perché non ce l'ho con me.
Sei sicuro? Non è che per caso
No, no. Lo lascio sempre a casa quando non mi serve. E così facendo fece l'atto di rivoltare le tasche del suo giacchetto, una alla volta, vuotandone il contenuto sulla scrivania.
Non è per caso quello? Un tesserino giallo e verde, insieme ad un fazzolettino di carta, era scivolato per terra.
Oh, che strano. Ero proprio sicuro Dario risistemò le sue tasche e il loro contenuto, lasciando l'abbonamento sulla scrivania.
E sul lato degli affetti che mi dici? Sei sposato, fidanzato o che?
Divorziato.
Così giovane?, disse Abdul con una certa sorpresa, e forse anche con un po' di ammirazione.
E hai avuto figli?
No.
E adesso stai con un'altra?
Sì, ma niente di particolarmente serio.
E la mamma, la famiglia? Quanto sono importanti per te?
Abito ancora coi miei genitori, non lo nego. E questo ha i suoi inconvenienti, ma anche i suoi vantaggi.
Bene, Dario. Penso che per me sarà un piacere fare affari con te: e ti confesso che se le circostanze lo consentiranno sarei lieto in futuro di instaurare con te, perché no, magari una collaborazione più stretta, di tipo lavorativo e professionale. Comunque per adesso è tutto. Mi serve solo un tuo documento per i dati anagrafici, e almeno una mezz'oretta di tempo per la stesura del contratto personalizzato. Nel frattempo puoi farti un bel giro di prova per vedere se la macchina è di tuo gradimento, cosa di cui non dubito. Eccoti le chiavi, Dario, e divertiti.
Dario gli consegnò la carta di identità mentre riceveva le chiavi. Ma come facevi a sapere che mi chiamo Dario?
Abdul gli mostrò di nuovo l'abbonamento. Sono uno a cui non sfugge quasi nulla, caro mio.
Quella macchina era una cosa dell'altro mondo: una tenuta di strada formidabile, un'accelerazione da brivido, un sedile avvolgente. Dario ne fu veramente entusiasta. Il gusto della guida e, perché no, la benzina non pagata gli fecero dimenticare lo scorrere del tempo. La targa di prova, poi, ma anche l'affidabilità, la potenza e l'elasticità che andava sperimentando nella Diablo, gli fecero osare qualcosa in più di quanto non avrebbe fatto. In una occasione, in mezzo a una curva presa con decisione, si trovò di fronte un gatto nero sulla carreggiata, ma con un ottimo riflesso e grazie anche all'ottima tenuta di strada della Diablo riuscì a scartarlo come nulla fosse, senza il minimo segno di sbandata o rumore di frenata.
Era passata quasi un'ora e Dario, più che soddisfatto dal suo lungo giro di prova, era già sulla via del ritorno quando gli si presentò un nuovo imprevisto. Stavolta era un motorino, che viaggiava disciplinatamente accostato al bordo della strada; e anche se lo raggiunse dopo una curva non gli era sembrato un ostacolo quanto un gioco, come un birillo messo lì perché lui potesse divertirsi a scansarlo come aveva già fatto col gatto. Però stavolta tardò un attimo di troppo, o prese male le misure: fatto sta che lo urtò leggermente sul di dietro, mandandolo giù nel fossato. La Diablo, in accelerazione, non ne risentì minimamente e si dileguò. Il motorino finì nellerba. Probabilmente il motociclista non si era fatto niente, e non era riuscito a vedere chi lavesse urtato. Però chissà, meglio non rischiare e accertarsene, pensò Dario, che decise così di rientrare al più presto dal concessionario per poi tornare sul luogo dellincidente con la sua vecchia macchina facendo finta di niente.
Prima di entrare nell'autosalone Dario fece un paio di giri attorno alla Diablo, osservandola con soddisfatta ammirazione da varie angolature. Il contrasto con la sua vecchia utilitaria, parcheggiata accanto, la metteva ancor più in evidenza.
Bellissima, veramente, disse mentre riconsegnava le chiavi al signor Abdul. Senti, avevo dimenticato di dover fare una commissione. Mi serve ancora un po di tempo.
Usa pure la Diablo, se ti pare, gli rispose Abdul.
No, grazie. Non è il caso, almeno in questa occasione. Ah: ho notato un piccolo graffio sul paraurti, vicino al faro anteriore. Suppongo che anche questo abbia fatto scendere un po' il prezzo
Un graffio? Strano.
Te l'assicuro. Guarda tu stesso.
Abdul, i cui lenti movimenti manifestavano la stessa ponderatezza e solennità delle sue parole, trovò ed esaminò sul paraurti anteriore il piccolo segno, a stento visibile, appena lasciato dal motorino.
Capisco. Ma non è affatto un problema: come vedi ce ne ho un'altra a disposizione, se preferisci.
In effetti un'altra vettura esattamente uguale occupava ora lo stesso posto da cui, circa un'ora prima, Dario aveva preso la Diablo in prova.
Allora a tra poco, per la firma del contratto. Mi raccomando, tienimela da parte.
Il luogo dellincidente era poco distante dal concessionario. Il motorino, in non buone condizioni, era stato appoggiato ad un albero e vicino ad esso stavano due persone, una delle quali seduta sullerba e in apparenza dolorante.