L'oggetto di femminili forme che egli avea colà contemplato, si volse immantinente verso di lui. Ma qual fu la sorpresa di Edgardo! In vece di scorgere i lineamenti della figlia del lord Cancelliere, gli si pararono agli occhi le luride sembianze della vecchia Alisa. Rimase attonito per lo stupore, e più grave e misto d'involontario atterrimento il rendettero e la singolarità dell'abito, che era un drappo bianco, o piuttosto bigio, affatto simile a funereo lenzuolo, entro cui avvolgeasi da capo a piè le fantasima e la statura che parea più grande e diritta della statura consueta di Alisa, e soprattutto lo strano fenomeno di veder sola e lontana quasi un miglio dalla sua dimora una donna inferma, cieca e decrepita. Continuando egli ad avviarsi verso quella visione di femmina, questa mise innanzi una mano come per vietargli di procedere oltre. Un pallor di morte coprivale il volto, e movea le labbra, come se articolasse parole, benchè non facesse udire suono veruno. Egli proseguiva nondimeno, allorchè si alzò in piede la larva, e camminando all'indietro sparve e si nascose, non v'ha dubbio, fra i diroccamenti, o fra le vicine boscaglie.
Non mancava certamente di coraggio il sere di Ravenswood; ma il suo spirito non essendo inaccessibile alle idee superstiziose che generalmente allor dominavano, si persuase con facilità di avere avuta una soprannaturale apparizione, e rimase alcuni istanti immobile sul sito ove avea cessato di scorgerla. Per ultimo, chiamando intorno all'animo tutta l'intrepidezza di cui era capace, si avvicinò alla pietra su della quale avea veduto assiso lo spettro; ma nulla annunziava che un ente mortale vi si fosse avvicinato, e l'erbe che le crescevano attorno, non apparivano pêste di sorte alcuna. E parimente addentratosi nelle boscaglie, per mezzo a cui gli sembrò sparisse la straordinaria visione, nemmeno ivi scorse verun indizio che vi fosse trascorsa, o vi stesse.
Colla mente ingombra di tutte quelle idee stravaganti e confuse che vanno unite alla persuasione di aver veduto un tremendo prodigio, il sere di Ravenswood ritornò laddove lasciato avea il cavallo, non senza guardarsi addietro più di una volta, per verificare se il misterioso ente fosse ricomparso. Ma o avess'egli veduto una creatura viva, o uno Spirito, o non fosse che giuoco d'un'agitata fantasia cotest'apparizione, certamente il prodigio non si rinnovellò a' suoi sguardi, e trovò il suo cavallo tutto molle di sudore, e tremante, in sentenza del cavaliere, di quella angoscia e paura che supponeasi inspirare agli animali la presenza di uno Spirito o di una fantasma. Benchè lo facesse camminar di passo, e lo accarezzasse colla mano per acchetarlo, durarono per qualche tempo nel palafreno i moti convulsi, come se avesse paventato di scorgere fra ciascun albero qualche nuova cagione di atterrimento.
É egli possibile, pensava fra se medesimo, che i miei occhi m'abbiano in tal guisa ingannato? Non ho io riconosciuti i lineamenti della vecchia Alisa, benchè, a quanto pareami si tenesse più ritta del solito, e più alta ne apparisse la statura, e il camminar più leggiero? Che mai le infermità di questa vecchia fossero finte a solo fine di eccitare l'altrui compassione? O dovrei io prestar fede a quanto finora chiamai pregiudizj del volgo, e pensare che costei tenga commercio collo spirito delle tenebre, o che qualche ente soprannaturale ne abbia prese le sembianze per comparire al mio sguardo? Voglio schiarire un tale mistero, e procurarmi un dato stabile su cui fondar le mie idee.
Fermo in tale proposito, si condusse all'orto di Alisa. Aperta erane la porta, ma benchè facesse bellissima giornata, e il sole in quell'ora scaldasse con più copiosi raggi la terra, non vide la vecchia seduta sullo scanno, ov'era solita a trascorrere sotto il salce piangente il suo tempo. Accostatosi alla casupola, udì una voce femminile che mandava gemiti e grida. Picchiò alla porta, ma niun gli rispose; onde dopo avere aspettato alcuni istanti, alzò il saliscendi, entrò nella camera, e si trovò nel soggiorno del lutto e della desolazione. Vedeasi steso sul letticciuolo, ove la misera cieca avea esalato l'ultimo respiro, il corpo della medesima inanime, nè ancor per intero agghiacciato dal freddo di morte. La giovinetta che dimorava con essa, seduta ad un angolo della stanza, si contorcea le mani, mettea singulti, e parea lottasse fra il dolore inspiratole dalla morte della sua vecchia compagna, e la tema che l'idea di starsi presso un cadavere in lei risvegliava.
Lungi dall'apportarle calma la presenza del sere di Ravenswood, parve che le eccitasse moti di sorpresa, e pressochè di spavento. Poichè il Sere si fu adoperato a confortarla e a farla tranquilla, questa finalmente gli disse: Vi siete sollecitato, lo vedo; pure giungete ancor troppo tardi. Non potendo Edgardo comprendere il significato di queste espressioni, le mosse varie domande, e venne per ultimo a sapere, che Alisa, sentitasi assai male tutta la notte, aveva mandato a chiamare una vecchia sua vicina, colla quale s'intertenne quanto tempo le forze sue le permisero; e che accorgendosi dell'approssimare del momento estremo, l'avea incaricata di correre al castello di Ravenswood per pregare il sere di questo nome a trasferirsi da lei; e calcolando il tempo, la vecchia messaggiera poteva appena esservi arrivata, mentre la giovinetta parlava. Ma i corrieri spediti dai poveri sono per lo più negligenti, e fu verificato in appresso che la donna scelta a tale ufizio dalla moribonda, nemmeno si lasciò vedere al castello.