Marco Fogliani - Scherzi Del Futuro стр 6.

Шрифт
Фон

Uscii in fretta e, preso dai miei pensieri (controllavo mentalmente che non mi stessi dimenticando qualcosa: chiavi della macchina, telefonino, indirizzo dell'agenzia e della signorina Kanakis, numero di catalogo del braccialetto scelto) rischiai di non accorgermi di mia moglie che mi salutava, con espressione interrogativa e alquanto preoccupata. Tutto a posto, dovrei tornare per pranzo, le dissi distrattamente e senza convinzione.

E in effetti dopo neanche un'ora ero già sulla strada del ritorno.

Non sapevo se ero riuscito ad ottenere quello che volevo. Forse l'avrei saputo il giorno dopo dalla signorina Kanakis. (Forse, perché, conoscendola, avrebbe potuto anche ricevere il regalo facendo finta di niente, o addirittura rifiutarlo). Quello che sapevo per certo era che, solo per mantenere viva la mia speranza, avevo creduto alla promessa non del direttore della filiale, che in quel momento era irreperibile, ma di uno che, a volergli credere, era il coordinatore del servizio spedizioni. Avevo fatto l'ordine tramite telefonino, pagando a lui in contanti ed elargendogli una somma aggiuntiva assai considerevole (quest'ultima senza ricevuta); fidandomi semplicemente della parola di quell'Arturo, che mi aveva garantito che sarebbe stato fatto tutto il possibile. Doveva essere amore, avevo pensato per la seconda volta nella giornata.

E la cosa buffa era constatare che, con tutta la tecnologia a mia disposizione (ho dimenticato di parlare del navigatore satellitare della mia auto e delle potenzialità del mio telefonino, ma del resto sapete già tutto), nonché contanti e carte di credito, il raggiungimento di quello che per me era diventato un obiettivo primario era legato all'onestà, alla buona volontà e alle lune di quello sconosciuto Arturo, che nella mia immaginazione era partito subito per la Grecia con un vecchio camion quasi vuoto, correndo contro il tempo per portare il mio preziosissimo regalo.

Rientrato alla mia postazione, cercavo di riordinarmi le idee. Nellattesa del pranzo proverò a creare leffetto spiaggia, pensai, proseguendo col corso autodidattico sulluso della postazione.

Ma mentre ancora la cabina stava avviando i suoi dispositivi, sentii come un fruscio, una specie di interferenza, che lentamente prese forma davanti ai miei occhi fino a giganteggiare sulla parete di fronte a me.

E chi è costui?, mi chiesi stupefatto. Mentre mi ponevo questa domanda ne avevo già la risposta sulla punta della lingua, reperita chissà dove tra i meandri della mia mente.

Non mi riconosce?

Il cavalier Grandi, lamministratore delegato, continuai quasi tra me, ma conscio del fatto che anche lui mi avrebbe sentito.

Ci è andato vicino. Sono Grandi padre, come molti mi chiamano per distinguermi dai miei figli, i Grandi fratelli. Sono loro ormai che hanno in mano la direzione di tutto il ramo italiano dellazienda. Ormai io qua dentro conto poco.

Ehm, è un onore per me conoscerla di persona. A cosa devo il piacere di questa visita inaspettata?

Se lei considera un onore conoscermi di persona, allora accetterà volentieri il mio invito per domattina nel mio studio, qui in sede. Così, dopo avermi firmato la sua lettera di dimissioni, avrà anche il piacere di stringermi la mano di persona.

Dimissioni? Ma che cosa dice? Perché mai dovrei dare le dimissioni?

Certo, potrebbe anche non darle, se preferisce che sia io a licenziarla. Vede, si dà il caso che stamattina abbia assistito a tutta la riunione - se così si può definire - che ha tenuto con la signorina Kanakis. Lei sa come è potente questa diavoleria con cui lavora. Sa bene che, anche se non si dovrebbe, consente di controllare il comportamento dei nostri collaboratori: pratica che a quanto mi risulta lei non disdegna, e che peraltro approvo. Naturalmente si può anche registrare quello che accade, non lo sapeva? Glielo dico perché, se per caso avesse desiderio di rivedere meglio qualche passaggio della sua performance anzi, glielo raccomando: alcune delle scene sono molto divertenti. Certo, non molto edificanti

Ma cavaliere, sia comprensivo: in fondo non ho fatto niente di particolarmente grave. Nulla su cui non si possa chiudere un occhio.

A parte il danno alla sua postazione, quel vergognoso segno a forma di mano sulla parete parla di quello che è accaduto nei suoi termini esatti: molestie sessuali. Il fatto che sia passato inosservato per lei è una grande fortuna, ma per me è del tutto secondario. E comunque si ricordi che, per manager del suo livello, la fiducia è presupposto unico ed essenziale per proseguire il rapporto di collaborazione con la nostra azienda. E io la fiducia in lei l'ho persa completamente.

Ma dal punto di vista professionale non credo che abbia a che lamentarsi di me.

Posso senz'altro obiettarle che oggi non solo ha buttato una mattinata del suo ben pagato lavoro, ma l'ha fatta perdere anche ad altri nostri validi collaboratori, come l'ottima signorina Kanakis, il che è assai più grave.

Cercavo di conoscere meglio il prodotto di cui mi occupo, obiettai timidamente.

Il suo rendimento lavorativo e professionale mi importano relativamente poco. Se vuole stasera posso interessare del suo caso i Grande fratelli: si faranno due risate anche loro con questo filmino.

Mi rendevo conto che improvvisare un'autodifesa si prospettava difficile e inutile: rischiavo solo di peggiorare la mia situazione. Spero solo che non sia stata la signorina a lamentarsi di me: me ne dispiacerebbe immensamente. D'altronde trovo così strano che una persona importante come lei, cavaliere, dedichi il suo prezioso tempo a stupidaggini del genere.

Dopo aver guidato per anni come un padre questa importante realtà aziendale, che considero come una grande famiglia, mi rispose, oggi mi dedico a quello che ritengo sia il suo aspetto più importante: lo spirito e le motivazioni dei suoi dipendenti, soprattutto ai più alti livelli. E ciò non può prescindere dalla loro moralità. Se lei vuole sfasciare la sua famiglia è liberissimo di farlo; ma la mia azienda non è disposta a collaborare con lei.

Un vecchio moralista bacchettone, ecco cosa sei, pensai, non hai proprio nessun modo migliore di passare il tempo che facendo il guardone nelle stanze degli altri?

Quanto alla signorina Kanakis, continuò lui, le consiglio, la prossima volta che tenterà di abbordare una ragazza, di informarsi meglio prima su chi sia, e non solo sulla data di nascita. È evidente che lei ignora alcuni particolari importanti della vita della Kanakis, soprattutto sulla sua famiglia e le sue conoscenze.

Questo spiega tutto, pensai. Per meritarsi l'interessamento così particolare del Grande padre deve essere la figlia, o forse la fidanzata o l'amante, di qualche personaggio molto importante. Probabilmente qualche uomo politico, magari un ministro o un leader sindacale: chissà, dei fatti della Grecia proprio non me ne intendo. Anche se a pensarci bene il suo mi sembra un cognome abbastanza diffuso. Mi pare di averlo già sentito prima. Appena posso troverò il modo di scoprirlo.

Comunque può pensare fin da oggi a cercarsi un nuovo impiego: domattina nel mio ufficio sarà solo una formalità. A domani, dunque. Il grande volto del Grande padre scomparve, e con esso ogni luce, ogni rumore, qualunque segno di attività elettrica là dentro. La cabina, disabilitata, piombò nell'oscurità come per un black-out. Per fortuna che la porta di uscita, secondo le specifiche di sicurezza, si era aperta.

Ваша оценка очень важна

0
Шрифт
Фон

Помогите Вашим друзьям узнать о библиотеке

Скачать книгу

Если нет возможности читать онлайн, скачайте книгу файлом для электронной книжки и читайте офлайн.

fb2.zip txt txt.zip rtf.zip a4.pdf a6.pdf mobi.prc epub ios.epub fb3

Популярные книги автора