Dea, si era persa il semplice lusso di farsi una doccia. I sette mesi precedenti di cattività e torture le avevano fatto dimenticare il piacere di qualcosa di talmente semplice come il lavarsi. Non era mai stata il tipo di donna a cui piacevano i caldi bagni lunghi, ma in quel momento si sarebbe immersa in una vasca per una settimana.
Il bagno avrebbe dovuto aspettare, almeno fino a quando non avrebbe capito dove diavolo si trovava e chi avrebbe ucciso per aver osato imprigionarla ancora. Quando si guardò attorno nella cella vide un muro, quindi si alzò su gambe tremanti e attraversò la stanza. Il pavimento di pietra grigia era morbido e di gran lunga più pulito dellinferno dove era stata confinata. Notò la presenza di una doccia e di un gabinetto così come di un lavabo fornito di sapone, dentifricio e spazzolino da denti. Si affrettò a spalmare il dentifricio sullo spazzolino prima di lavarsi i denti. Chiunque lavesse lavata non si era preoccupato di pulirle i denti e i canini, e quanto era bello farlo. Un altro lusso che le era stato negato.
Nello spazzolarsi i denti le tornarono in mente i ricordi di quando il Re e i suoi Guerrieri Oscuri avevano salvato lei e le altre. Le vennero le lacrime agli occhi quando le tornò in mente il combattimento che ne era conseguito; non era un sogno, era veramente libera dalle grinfie del demone. Aveva ormai perso le speranze di uscire viva da quella cella, e il sollievo di essersi liberata dei demoni era la sensazione più appagante che avesse mai provato.
Le venne voglia di nascondersi la testa tra le mani quando si rese conto del motivo per cui si trovava ancora in una cella. Aveva attaccato la Principessa Breslin. Shae non sapeva che cosa le fosse preso; era esplosa quando avevano detto che le avrebbero rinchiuse ancora.
La rabbia era ancora presente, ma era qualcosa che la accompagnava da mesi. Senza contare la vibrazione nelle vene che non cessava mai. Era come sentire delle unghie grattare una lavagna, e la faceva impazzire. Aveva fatto di tutto per cercare di porvi fine, ma non aveva trovato tregua dal tormento. Aveva persino cercato di raschiarsi le braccia per liberarsi dalla sensazione, ed era stata uninfinitesima parte di ciò che aveva dovuto subire.
Si distrasse dai pensieri inquietanti, chiedendosi cosa fosse stato delle altre donne. Sputò il dentifricio e si sciacquò la bocca prima di affrettarsi alle sbarre dove attirò lattenzione delle altre. Sentiva le ragazze dormire, e si rese conto che il Re aveva progettato bene le segrete, in quanto non riusciva a vedere nelle altre celle.
Lavrebbe aiutata vedere le ragazze. In cattività aveva rifiutato qualsiasi forma di connessione con le altre, tutelandosi nel caso in cui fosse stata obbligata ad affrontarle. Chiaramente non aveva avuto successo, dato che in quel momento aveva bisogno più di ogni altra cosa di sapere che stessero bene. La sua priorità era stata proteggerle, e laveva fatto diverse volte sacrificandosi per risparmiare la tortura di unaltra donna.
Ritentò quando non le rispose nessuno. Cami, Crystal, ci siete?
Si udì il movimento delle lenzuola prima di un sospiro di sollievo. Shae. Oh mio Dio esordì Cami. Credevo che quel tizio ti avesse uccisa.
Le tornò in mente il paio di occhi del colore del ghiaccio, che le fecero stringere lo stomaco. Gerrick. Il mago che aveva aiutato a soccorrerle. Lo stesso che le aveva scagliato contro un incantesimo quando aveva attaccato Breslin. Provò una scarica dira, nonostante dovesse ammettere quanto quelluomo fosse sexy, e si rese conto che il suo corpo reagì in modo interessante quando ripensò al sentirlo addosso. Ha usato la magia per farmi addormentare. Sto bene. Voi come state?
Siamo tutte qui e ci hanno dato dei vestiti e da mangiare. Alla parola mangiare lo stomaco di Shae prese a brontolare. Non mangiava del cibo vero da più di sei mesi ed era malnutrita. Siamo terrorizzate. Beh, almeno io lo sono, ma non ci hanno fatto del male. Credo che prima o poi torni qualcuno. Shae notò lincertezza nel tono di voce di Cami.
Zander è un bravo leader e non ci farà del male, a meno che non rappresentiamo un rischio per noi stesse o gli altri. Qui sarete al sicuro. E non preoccupatevi, Zander non ci farà restare qui per sempre, userà le risorse a disposizione per aiutarci.
Ci credi veramente? Ero convinta che ci avrebbero uccise e basta. Shae comprendeva i dubbi di Cami, ma lumana non conosceva il mondo dei soprannaturali. Non pensavano come gli umani.
Questi ultimi costituivano una società usa-e-getta con unelevata percentuale di divorzi, cosa che non esisteva nel Reame di Tehrex. Lì tutti nascevano con in sé una metà dellanima del proprio Prescelto, qualcuno fatto apposta per loro, ed era impossibile tradire in ogni modo. Il tasso di fertilità nel Reame era però molto basso, quindi gli esseri soprannaturali tutelavano particolarmente i figli e le famiglie in generale. Erano stati loro a coniare il modo di dire la famiglia prima di tutto.
Shae sosteneva che gli esseri soprannaturali fossero in grado di apprezzare totalmente ed essere completamente devoti ai loro simili; Zander, in quanto Re Vampiro, avrebbe fatto di tutto per salvarle. Era qualcosa di cui la ragazza non dubitava; lunico aspetto che non credeva possibile era che potessero effettivamente essere salvate da loro stesse. Erano diventate delle assassine spietate e imprevedibili.
Si rese conto che la propria fame era mutata nella sete di sangue che aveva provato solamente in cattività. Era un vampiro, ed era sempre stata in grado di controllare i propri canini, ma ultimamente erano sempre in prima fila ed era come se avessero una vita a sé. In quel momento le scesero ulteriormente pensando a nutrirsi, e la ragazza si sentiva una tigre dai denti a sciabola più che un vampiro.
Di una cosa era certa: non avrebbe potuto nutrirsi di nessuno fino a quando la sua fame non sarebbe stata sotto controllo, altrimenti avrebbe finito per uccidere il malcapitato. Si voltò verso il suono degli stivali sugli scalini di pietra, facendosi piccola al pensiero che uno dei Guerrieri lavrebbe vista soffrire. Non voleva che qualcuno la vedesse in quello stato, specialmente Gerrick.
Indietreggiò di qualche passo rispetto alle sbarre ed incrociò le braccia al petto. Nel giro di pochi secondi vide davanti a sé Zander e unaltra donna. Non erano lì per ucciderle; sarebbe stato qualcosa per cui Zander avrebbe mandato i Guerrieri, e indubbiamente quella donna non era una di loro. Non solo era stata assente durante il salvataggio, ma non portava nemmeno il simbolo dei Guerrieri Oscuri sullavambraccio.
Sire mormorò, genuflettendosi in segno di rispetto.
Shae. Sono contento che ti sei svegliata. Come ti senti?
Molto meglio di quando mi avete trovata, ma non sono più quella di prima. Quando posso tornare a casa? Mi manca la mia famiglia e mia mamma è sicuramente preoccupata per me.
Tua mamma e tutti gli altri tuoi famigliari hanno assillato i miei Guerrieri per mesi. Sono sicuro che vorrebbero vederti, ma non posso ancora lasciarti tornare a casa. Il tuo sfogo di prima è uno dei motivi. Abbiamo preso dei campioni di sangue per capire con cosa abbiamo a che fare, ma prometto che ti verrà dato tutto ciò che ti serve per farti sentire a tuo agio.
Strinse i denti e si trattenne dal rispondere sgarbatamente. Non sarebbe mai stata a proprio agio in una cella. Provò un bisogno impellente di cavargli gli occhi, e per quanto si ammonisse di non farlo, la sua rabbia non diminuì. Lunica cosa che la placò fu il sapere che Zander era talmente potente da ucciderla con un solo battito di ciglia, e adesso che era libera voleva vivere. Non posso restare chiusa qui dentro. Devo uscire da questa gabbia o impazzirò.