Oh, giusto. Arrossendo, Carla aprì il registratore di cassa e glieli consegnò, guardando poi il suo bel sedere mentre usciva spavaldo dal negozio. Era un uomo affascinante e molto amichevole, ma in qualche modo non sembrava avere su di lei lo stesso effetto di Matt Shearer.
Il resto del pomeriggio passò velocemente perché il negozio fu molto affollato. A Carla piaceva il suo nuovo lavoro, e scoprì che le piaceva anche incontrare i cittadini, la maggior parte dei quali erano davvero amichevoli. Alcuni dei clienti più in là con gli anni sembravano un po sospettosi, il che era perfettamente naturale, pensò, visto che era unestranea in quella che pareva una cittadina a grandezza famigliare.
Si rimproverò più di una volta per sentirsi delusa che Matt non fosse tornato. Era sorpresa di quanto lui lavesse colpita, considerando che si erano appena conosciuti. Imprecando mentalmente per essere così debole, si convinse che il suo mancato ritorno al negozio fosse una cosa positiva, perché Matt sembrava in grado di estorcerle tutte le informazioni che invece avrebbe dovuto tenere nascoste. Il suo piano originale di fornire un nome e un passato falsi era andato in fumo non appena le si era rivolto con quegli splendidi occhi color smeraldo. Non riuscirei mai ad essere un agente segreto!
Hai fatto un ottimo lavoro, oggi. Delores le sorrise raggiante. Erano quasi le sei ma Carla si sentiva come se avesse appena iniziato a lavorare.
È addirittura riuscita a convincere Matt Shearer a comprare qualcosa quando si è fermato per salutarla, sogghignò Frank, facendo capolino dalla porta del retrobottega.
Carla arrossì.
Delores sorrise. Pensi che ti piacerà qui?
Oh, credo proprio di sì. Sono tutti così cordiali.
Ne sono felice. Puoi tornare domani alle nove?
Certo. Carla annuì.
Sei a posto per tornare a casa? È lontana? chiese Frank.
Non ci sono problemi. Non è lontana. Si fermò appena in tempo prima di dire loro dove alloggiava non che fosse un grande segreto ma pensava che più si fosse tenuta lontana da quelle persone e più sarebbe stata al sicuro. Ci vediamo domani mattina. Grazie ancora per avermi assunta.
Si salutarono e lei lasciò il negozio. Anche se fuori cera ancora luce, la strada era quasi deserta. Carla non era sicura che fosse un bene oppure no. Senza nessuno con cui parlare perlomeno non era costretta ad avere una conversazione e parlare così di se stessa, ma al contempo si sentiva un po sola mentre camminava lungo la via e poi fuori dalla città. Per fortuna aveva un buon senso dellorientamento e trovò la strada del ritorno senza grandi problemi. Fece una smorfia quando, mentre attraversava Almondine, arrivò nei pressi della banca. La evitò facendo il giro un po più lungo e si sentì sollevata quando finalmente arrivò a casa.
La donna paffuta della tavola calda di fronte al Melrose Motel stava pulendo i tavolini da caffè e sorrise quando Carla si avvicinò.
Non è troppo tardi per la cena, vero? Si guardò nervosamente intorno, occhieggiando i tavoli vuoti e immaginando che la donna sperasse di chiudere presto.
No, siediti pure, ti porto un menu. Io sono Maggie, comunque.
Grazie. Io sono Carla. Alloggerò al Melrose per un po.
Lo so, le disse Maggie mentre le consegnava il foglietto di carta.
Carla sospirò con un sorriso. Certo che lo sa tutti sanno tutto di tutti qui intorno!
Hai intenzione di restare qui a lungo? chiese Maggie.
Lo spero. Ho appena trovato un lavoro a Pelicans Heath. Carla pensava che non ci fosse niente di male nel farlo sapere a Maggie, e sperava che potessero diventare amiche. La cameriera non sembrava molto più grande di lei ed era molto simpatica.
Sono davvero felice per te, dolcezza. Che cosa stai facendo?
Carla le raccontò tutto della giornata appena trascorsa e Maggie prese un caffè con lei mentre cenava. Tanto per cambiare, era bello avere compagnia e, a parte i clienti dellemporio, quel giorno non aveva incontrato altre persone.
Una volta finito di mangiare, tornò al motel e salì lentamente le scale fino alla sua stanza. Esausta ma felice, si lasciò cadere sul letto. Non cera la TV in camera ma non le dava fastidio. Rimase stesa a rilassarsi un po, poi si mise a sedere.
Dovè il mio diario?
Scriveva sul diario ogni sera, non importava dove fosse o cosa stesse facendo. Era qualcosa che faceva fin da quando era bambina. Rovistò nella borsa e poi controllò tutta la stanza. Le si ghiacciò il sangue mentre pensava a cosa cera scritto sopra. Se qualcuno lo trova Quel pensiero le fece tornare in mente i soldi e la cassetta di sicurezza, e ricordò con un sospiro di sollievo di aver riposto il diario in quella borsa. Adesso era chiuso al sicuro dove nessuno poteva leggerlo.
Carla si spogliò, soppesando lidea di tornare ad Almondine per andare a prenderlo di prima mattina, ma si rese subito conto che non poteva a causa del lavoro. Non importa, probabilmente è più al sicuro dovè ora, visto quello che cè scritto sopra.
Quel diario conteneva ogni pensiero che aveva avuto negli ultimi tempi e ogni preoccupazione. Annotava sempre tutto alla fine della giornata, e talvolta anche durante, quindi conteneva tutti i suoi sospetti su Jerome Pearson e sui suoi compari, e anche a quale ora era tornato a casa il giorno della rapina. Quando si erano messi insieme, lei pensava di amarlo, ma negli ultimi tempi molte delle cose che aveva detto e il modo in cui si era comportato non erano stati per niente piacevoli. Carla aveva anche annotato frammenti di conversazione che aveva ascoltato in modo da cercare di decifrarli al mattino quando era meno stanca e quindi più lucida. Tuttavia, non aveva compreso appieno quello che stava accadendo fino alla sera in cui era tornato a casa dopo la rapina alla farmacia. Era stato in quel momento che tutto era andato al proprio posto. Aveva scritto sul diario i suoi pensieri e i sentimenti che provava dopo aver scoperto la verità, quando aveva deciso che voleva restituire i soldi al Signor Roberts. Riflettendoci, pensò che era meglio conservare lagenda dovera, soprattutto perché se lavesse tolta dalla cassaforte avrebbe dovuto lasciarla lì ogni giorno, incustodita, mentre degli estranei pulivano la stanza.
Si lavò velocemente, poi si mise a letto, trovando sul comodino un blocchetto per gli appunti del motel. Lo usò per annotare i dettagli della giornata e i suoi pensieri. Non appena la sua mente virò verso Matt Shearer, percepì di nuovo quella sensazione nello stomaco e sospirò piano, scrivendo anche il modo in cui laveva fatta sentire.
Infilò i fogli appena scritti nella tasca della borsa e si sdraiò, mentre due sensuali occhi verdi invadevano i suoi sogni.
Capitolo Tre
Matt Shearer arrivò allemporio poco dopo le sei e fu deluso di scoprire che Carla se nera già andata. Aveva sperato di arrivare un po prima ma quel dannato recinto che stava riparando era più danneggiato di quanto avesse pensato. Lintera proprietà aveva un disperato bisogno di manutenzione ma sarebbe costata soldi che in quel momento non aveva.
Se nè andata pochi minuti fa, gli disse Delores, non può essere arrivata molto lontano.
Dove alloggia?
Non credo che labbia detto. Delores scosse la testa. Era una bella donna e i suoi riccioli argentati dondolavano mentre parlava. Frank, sai dove alloggia Carla?