quale aiuto agli oppressi per risorgere
se alluno manca il nome di persona?!
IN UNA VENTOSA NOTTE DI SAN LORENZO
(dopo l'omicidio Moro)
Ora e per poco libero dal mondo
e abbandonato nell'incantamento
d'un cielo nero coi suoi astri intenti
a me pulsànti e luci in movimento,
vorrei sapere, e quasi nel profondo
sento che non è inganno, se il momento
non sia questo dell'uomo, finalmente
che il terrore si volge al fallimento:
per i millenni ragionevolezza
è salita ai patiboli, la gente,
certa nel certo di sue fedi, amava
l'eguale a lei e l'altro assassinava;
ma se lideale avesse la mitezza,
serbasse il cuore, guadagnasse mente
SOGNO DEL CANTO
In modulato suono, un canto avaro
alla memoria scende una collina
all'abbrunire e gira come chiaro
vortice lento sopra una marina
oscura e immota: il suo sonare caro
si confonde nell'animo, l'affina.
Nell'aria, in verso raro
si levan alti lievi, e in cristallina
rima, la gloria della piena pace,
la tolleranza aperta sul mistero,
la sapienza che dubita, l'ardita
mitissima ragione che si tace
agli umorosi semplici, il severo
delizioso cercare di una vita;
oh, sogno caro,
dolcissimo risveglio, amara luce!
L'UTILE E IL DILETTEVOLE SECONDO NATURA
L'infante pesta le formiche in campo
o le sorprende in fila a üna a üna
sortenti al passo da un intercolonno
del rastrello piccino,
le schizza col piedino,
le preme fra le dita, mitemente.
Io pure amavo tanto gioco un tempo,
e l'amavo talmente
che m'intristivo a strage ormai conclusa.
Ora son uso
schivare il piede,
aprire all'imenottero la via
SE non gira per casa; e pur mi spiace
quel dovere rapace,
ci medito un istante
avanti d'immolare l'ambulante:
confusamente avverto nella causa
un'oscura minaccia?
Sotto una rosa gialla,
altre formiche, in grappolo ferino,
stanno partendo un grillo agonizzante.
FANGO PER ADAMO
Altre età, altre voci, altre corde
i tempi dionisiaci
della solarità;
altre età in braccio a Crono e avanti Adamo:
lappanti il sole dentro l'acque chiare
verdissime un milione d'anni fa,
omofagi dementi
dai bianchissimi denti.
GRADUALISMO?
Benedetta sii tu, potente Materia,
Evoluzione irresistibile,
Realtà sempre nascente,
Tu
[Pierre Teilhard De Chardin]
Forse più avanti, fra un milione d'anni,
ci sarà l'uomo mite che non sogna
perché il sogno sè aperto nella vita
come una mèta della vera storia,
la storia lunga che ha le nostre età
quali parti minuscole di un'era.
Adesso l'homo sapiens con le appena
trecento dalla belva dipanate
generazioni armate,
di questo mondo,
per sola grazia,
non è signore
né viceré.
Quando ti prende avanti al sonno a notte
enorme un groppo d'infinito,
qualche poco tu spera e con la forza
del molto dei tuoi sogni poi lo tenta;
or di più non contenta
la grazia di quei sogni con due lune
e d'un colore che non c'è.
MOSTRO
Chi sa di che lievi esperienze del cuore,
di quali amplessi in serene regioni
è frutto e miglior seme l'uomo mite,
nei millenni oscuro mostro indefinibile.
IL MALE
La nube nera che ci copre il sole
non è più grande dell'immane foco
e si sfarà nella sua pioggia e grandine;
ma oggi pare più forte che il dio.
SOGNO DELLA PIAZZA
A un sole vasto che ha la luce della tundra
saltelli a piedi uniti d'una all'altra lastra
entro una piazza che facesti a Urbino, a lato
d'un monumento in una tela del De Chirico
e poi caprïoleggi sul selciato
mentre dintorno un ampio vario numero
di magnanimi spiriti non giudica;
e sai che una qualsiasi tua idea
non uno sdegnerebbe.
Fu un giorno cheto ieri
e quel sogno si crebbe.
ANCOR SI TORNA
Ancor si torna al pelago rivolti
a rimirare il sole e la sua traccia,
la speranza lanciata sulla diaccia
distesa d'acque in tremolanti e folti
punti chiari; ma, gli occhi distolti
da la stella nascente nella caccia
delle prossime onde... carta straccia,
olio di pietra. Ah, gli sguardi stolti,
l'insieme avverso alle sue parti! S'ode
venire un canto giù lungo le prode
d'ignoto autore e volgersi all'abbraccio
della luce di fondo, ormai diffusa
all'orizzonte. Un multiforme straccio
l'acqua sciaborda come una medusa.
PREGHIERA AL LEOPARDI
Caro amico Leopardi, quanto avanti
vedevi tu ne La ginestra i secoli
e nei tuoi versi di Palinodia!
Vollero aprire repentinamente
i quattro canti e non fu più figura.
I quattro lati, liberi, disparvero
e non ne fu quadrato, né fu linea
da tendere in novella ardita forma:
non quadrato e non cerchio;
il vuoto e l'ansia; nulla.
Un Cromagnon moderno che brandeggia
per clava un cellulare
telefono stradale e ignora Dio
ora vive nel nulla,
ora muore nel male.
Santifica i denari,
sacrifica sul dispari e sul pari,
deifica il successo
e lo chiama progresso.
È già chiuso nel nulla
e si pensa divino,
ma si sbianca alla morte,
vi rimane basito.
Caro Leopardi che, indicando il nudo
tuo vero,
mite soffrivi la vacanza della
pietosa fratellanza fra gli umani,
prega per noi col tuo virile canto,
tu che ora vivi immerso nella luce.
QUEI NATALI
Salgono su all'altana
passi, risate e voci senza senso,
ed ecco chiari il tuo nome e gli auguri
che, in un'altra stagione,
altri mossero amando ai nostri puri
volti nel giorno semplice ed intenso
del Natale; diverso
era allora, tra l'albero e il presepe,
il nostro gioco, apriva all'universo.
GIOCHI
Sovente un gioco inutile e ridicolo
giova alla mente affaticata e labile;
conviene dare al cuore chè in pericolo
qualche parvenza dincommensurabile.
ALTO MARE
Dove il mare s'affonda in abissali
neri, sull'alto e docile turchino...
inebriarsi in pensieri sull'ignoto
profondo, sugli sterminati cieli,
punto centrale al cerchio d'orizzonte