Dopo aver ascoltato mia madre per più di unora, diedi unocchiata allorologio della cucina. Erano quasi le undici. Mio padre era già andato a letto trenta minuti prima. Per quanto lentusiasmo di mia madre fosse contagioso, le sei e trenta sarebbero arrivate molto presto. Sembrò rendersi conto che stavo crollando quando cedetti a uno sbadiglio.
Credo che sia ora che tu vada a dormire, Cadence. Sembri stanca e ho parlato a sufficienza per questa sera. Mi disse sorridendomi.
Mi spiace, mamma. Sai che mi piace ascoltarti quando parli di quello che succede al campeggio ma mi sono svegliata veramente molto presto questa mattina.
Non preoccuparti, mi disse facendomi un cenno con la sua piccola mano. So che hai avuto una lunga giornata.
Mi alzai e mi diressi dove era seduta mia madre. Avvolgendola con le mie braccia le diedi un breve abbraccio e la baciai in fronte.
Notte, mamma.
Buone notte, tesoro.
Entrando nella mia stanza, la fredda aria proveniente dal condizionatore vicino alla finestra mi travolse. Quando cominciai a togliermi i vestiti mi resi conto di quanto fosse unta la mia pelle. Tra il sudore e lacqua del lago, avevo decisamente bisogno di una doccia prima di andare sotto le lenzuola del mio letto. Guardai con brama il mio confortevole materasso matrimoniale, sapendo che domani non avrei avuto tempo di lavare le lenzuola. Con un sospiro afferrai un asciugamano e il mio pigiama e andai verso la stanza da bagno del nostro cottage. In quel momento pensai di non essere mai stata così grata del fatto che mio padre avesse aggiunto una doccia alla nostra residenza privata. Solo il pensiero di camminare fino al bagno in comune mi faceva sentire più sudata.
La stanchezza mi faceva sentire male alle ossa, ma mi sentii più un essere umano dopo la doccia. Mi asciugai I capelli con lasciugamano e poi li raccolsi in una treccia. Indossando un paio di pantaloncini di cotone e una canottiera, tornai in cucina per spegnere le luci. Proprio mentre stavo per tornare nella mia camera, notai Dahlia davanti alla porta principale. Di solito a quellora della sera era accoccolata sulle coperte nellangolo della mia camera.
Devi andare fuori ragazza? Bevuta troppa acqua del lago? Lei scodinzolò dando un colpetto alla porta con il naso. Va bene, andiamo. Ma sii veloce.
Sciolsi il catenaccio della porta principale, la aprii e Dahlia saltellò verso la parte posteriore del cottage. Sapendo che ci avrebbe impiegato alcuni minuti per trovare il posto giusto per fare le sue cose, mi sedetti sul gradino più alto della veranda e aspettai.
Dopo qualche istante sentii un fruscio sul lato della veranda e guardai per capire cosa fosse. Anche Dahlia doveva averlo sentito perché arrivò di corsa dal retro del cottage e partì come un fulmine.
Dahlia! la chiamai bisbigliando. Poi vidi quello che aveva causato il fruscio. Un coniglio.
Maledizione!
La inseguii, timorosa di chiamarla troppo ad alta voce perché non volevo svegliare i miei genitori o chiunque altro.
Fu inutile.
Cominciò ad andare dentro e fuori la boscaglia annusando rapidamente determinata a catturare la sua preda. Lamavo ma quando il sudore cominciò a colarmi lungo la schiena, ebbi il desiderio di strozzarla.
Tanti saluti alla doccia, borbottai tra me.
Quando finalmente la raggiunsi, I afferrai per il collare e la sgridai. Lei abbassò la testa con la coda tra le gambe. Subito mi sentii colpevole per averla sgridata anche se non avrei dovuto sentirmi così. Dopo tutto lei era quella che era scappata da me.
Scossi la testa.
Cucciola, non imparerai mai. I conigli sono molto più veloci di te!
Cominciò a scodinzolare. Chiaramente tutto era stato perdonato. Ridacchiai e le feci cenno di seguirmi verso casaverso il mio letto. Il sonno mi stava chiamando.
Vidi un raggio di luce con langolo dellocchio, e mi girai per vedere da dove provenisse. Qualcuno aveva acceso la luce del fienile. Sarebbe stato strano che fosse Fitz ad essere rientrato. Doveva essere tornato dalla sua piccolo avventura spionistica già da un bel pezzo.
Dove avrebbe potuto essere andato dopo aver lasciato il lago?
Avevo visto Devon chiacchierare con una delle istruttrici di musica del campeggio, e quindi forse non era Fitz. Forse era il suo compare che tornava tardi.
Oppure, se ci fosse qualcosa che non andava? Magari che andava molto storto.
Una fitta di colpa mi colpì per averli fatti dormire nel fienile. Laria della notte era come una sauna e, contrariamente agli altri cottage, non cera alcun condizionatore da nel fienile per rinfrescare laria.
E se uno di loro avesse avuto un colpo di calore? O peggio. Se uno di loro fosse svenuto per il caldo e fosse caduto dalla scala del solaio?
Il fienile non era così lontano dal mio cottage.
Andrò solo ad assicurarmi che sia tutto a posto e poi andrò a letto.
Almeno questo è quello che dissi a me stessa.
Attirata come una falena dalle fiamme, mi allontanai lentamente dal letto che mi aveva tanto attirato pochi secondi prima e mi diressi verso la luce. La curiosità che sentivo era quasi compulsiva. In pochi minuti mi ritrovai proprio allesterno del fienile, a sbirciare verso la finestra dove avevo visto accendersi la luce. Non ero sicura se sentirmi in colpa per spiare o se controllare un ospite fosse in qualche modo un mio dovere. Sapevo solamente che non ero in grado di guardare da unaltra parte.
Vidi Fitz muoversi, la schiena rivolta verso di me, la sua mole che riempiva quasi tutta la finestra. I suoi capelli corti erano un completo disastro, la parte superiore completamente mossi come se vi avesse passato le mani con molta violenza. Improvvisamente si girò verso la finestra. Colta dal panico, mi nascosi dietro a un albero lì vicino.
Non riuscii a cogliere la sua espressione, ma pensai che non mi avesse visto. Fissò fuori dalla finestra per un po, prima di avvicinarsi e premere i suoi palmi contro il bordo della finestra. Fece cadere la testa tra le spalle. Sembrava quasi triste, e non potei fare a meno di chiedermi il motivo per cui quel ragazzo privilegiato dovesse sentirsi triste.
Dopo un po, Fitz si allontanò dalla finestra e la luce si spense. Non ero sicura di cosa mi avesse spinto a dirigermi verso il fienile. Le mie preoccupazioni erano sciocche. Era tutto a posto. Sentendomi in colpa, mi allontanai dalle ombre e mi diressi verso casa. Dahlia mi seguiva, saltellando felice quando trovò un bastoncino sul sentiero.
No, ragazza. Non puoi giocare. É ora di andare a dormire. Si lamentò per un momento ma conosceva le regole. Quando le presi il bastoncino dalla bocca, cominciò a ringhiare. Dahlia! Non osare ringhiarmi!
Poi sentii un rametto spezzarsi alla mia sinistra, e mi resi conto che non stava ringhiando contro di me. Un senso di allarme mi travolse come se fosse trasportato da ali. Mi si rizzarono I capelli sulla nuca e mi venne la pelle doca sulle braccia.
Probabilmente è solo un altro coniglio.
Sentii rompersi un altro ramoscello e seppi di non essere da sola. Cera qualcuno tra I fitti alberi vicino al sentiero. Cercai di sbirciare nelloscurità, ma la vegetazione bloccava la luce della luna e rendeva difficile vedere.
Cè qualcuno? dissi ad alta voce. Nessuno rispose. Dahlia continuò a ringhiare con un tono basso mentre mi venivano in mente tutte le immagini dei film dellorrore che avevo visto nella mia vita. Attualmente stavo interpretando il ruolo della persona stupida del filmquella che andava tutta sola nelle tenebre solo per essere catturata e mangiata da un gruppo di zombie.