Ritornando a quella maledetta mattina vi dico quello che successe. Quando entrai nel magazzino la luce di una torcia si spegneva al contatto col suolo e un uomo lì accanto boccheggiava supino come fanno i pesci presi allamo. Gli occhi di costui mi terrorizzarono: li aveva spalancati, fissi verso qualcosa di indefinito. Sul suo petto vi erano almeno tre profonde ferite e in una di esse se ne stava ancora conficcato il pugnale che gli aveva squarciato il cuore. In men che non si dica quello smise di boccheggiare e con ancor meno tempo si presentò quel maledetto nobile. Questi mi vide piegato sul morto e dunque si mise a gridare che un uomo era appena stato ucciso. In quel momento pensai di scappare di restare e spiegare tutto di inventare una storia che avrebbe alleviato la mia posizione. Non ebbi il tempo di fare nulla, poiché mi circondarono e mi presero in custodia. Pochi giorni dopo venne emessa la mia condanna a morte, decisione maturata grazie alla testimonianza di quelluomo che asseriva di avermi colto in flagranza di crimine.»
«Davvero una storia incredibile! Mi chiedo però come mai riluttiate a dire il nome della donna che amaste in gioventù.»
«Perché voglio esimere il suo nome dal giudizio degli uomini. Giudichi Dio i suoi peccati!»
«E perché dunque mi avete nascosto anche quello del nobile comandante di galea vostro nemico?»
«Provo nausea perfino a pronunciarlo quel nome e poi, voi che sapevate così tante cose di me ancor prima di questa sera, dovreste saperlo.»
«In verità la vostra storia mi ha appassionato già giorni or sono, quando sotto invito del Re mi fu chiesto di capire chi foste davvero. Sì, lo ammetto, ho indagato su di voi! Tuttavia fino ad oggi ho avuto come elemento solo quel nome, Zoe, credendo tra laltro che si trattasse della vostra amata.»
«Ecco perché questa notte venite a svegliarmi per scavare a fondo nella mia persona e dare risposta al Re.»
«No, Mastro Alessio, cè dellaltro.»
A ciò Mattia si alzò dallo sgabello e prese a gironzolare nella stanza.
«Io non ho mai avuto un padre.»
«Neppure io conobbi il mio, se questo vi può consolare.» rispose Alessio, comprendendo il tono triste dellaltro.
«Ma voi avete colmato tale vuoto con il vostro carattere avventuriero e virile. Io invece cerco di riempire questa assenza ravvisando la figura di un padre negli uomini che incontro durante le mie giornate. Voi, Mastro Alessio, mi date questa idea più di ogni altro uomo con cui mi sia rapportato. La mia non è più semplice curiosità o la risposta ad unesigenza del Re io voglio aiutarvi a ritrovare la vostra Zoe.»
Alessio era confuso e al tempo stesso lusingato.
«Dite davvero?»
«Sì, ma voi ditemi prima il nome delluomo che lha strappata dalle braccia di sua madre anni or sono.»
Alessio stava per dirglielo, poi parve pensarci. In tutta questa storia era finito prigioniero e quasi impiccato proprio per fidarsi troppo della gente.
«No, Signore, datemi prima un segno che vi interessate davvero della mia causa. Trovatelo voi il nome di costui!»
Dunque leunuco, invece di offendersi, sorrise.
«È una richiesta ragionevole. Daltronde, come potrei dimostrarvi il mio affetto se non vi fosse alcuno sforzo in quello che faccio»
Quella fu lultima frase prima di lasciare la sala e lartista che avrebbe dovuto abbellirla.
Capitolo 4
7 Novembre 1160 (Anno Mundi 6669), Balermus, Palazzo Reale
Passati due soli giorni Mattia entrò nella sala e, mentre Alessio ed altri tre operai se ne stavano sullimpalcatura, urlò:
«Mastro Alessio, venite giù!»
Ci volle qualche minuto prima che labile maestro darte si calasse fino al pavimento.
«Giordano di Rossavilla!» esordì leunuco.
Alessio si stranì in viso; era più il disgusto che provava per quel nome che la sorpresa per la scoperta di Mattia.
Onesimo si avvicinò curioso. Sapeva benissimo quali fossero i sentimenti del suo mentore nei confronti della persona in questione.
Alessio diede quindi le spalle alleunuco e cercò un pretesto per troncare lì quella conversazione. Prese in mano la cazzuola sporca di malta e si mise a ripulirla con un altro arnese identico.
«Come può esservi utile conoscere il nome della persona che mi ha rovinato?» chiese sempre Alessio, trovando il coraggio per affrontare largomento.
«Egli trattiene pure vostra figlia.» rispose Mattia.
«Questo lo sapevo anche prima che salpassi per questa terra.»
Dunque leunuco, entusiasta, prese per il braccio Alessio e lo accompagnò fino alla balaustra della loggia. Da lì era possibile vedere tutta Palermo.
«Quel palazzo laggiù, quello con le merlature presso la via Marmorea; lo vedete?»
«Lo vedo.»
«È lì che abita il vostro nemico, ed è lì che se ne sta anche la vostra Zoe. In vita vostra non vi è mai stata così vicina! Io ci sono stato giusto stamattina.»
Alessio si voltò e, afferrando per le spalle luomo del Re, gli chiese:
«Lavete vista?»
E Mattia, sorridendo:
«È una donna splendente!»
«Descrivetemela, vi prego.»
«Occhi azzurri come i vostri e capelli lunghi e profumati. Vi somiglia molto È così bella!»
Alessio piangeva mentre laltro gli parlava di Zoe.
«Le avete parlato?»
«Oh no non è stato possibile parlarle. Mi è stata descritta da un uomo che mendica da quelle parti e io ho aspettato che si affacciasse sugli scaloni dellingresso per vederla.»
Alessio abbracciò Mattia e gli disse:
«Ve ne sono grato, mio Signore!»
«Quando riuscirò a parlarle, le dirò di voi.»
«No, non fatelo! Non voglio che sappia che questo condannato a morte sia suo padre. Però, se davvero volete farmi piacere, continuate a portarmi sue notizie. Io guarderò da oggi in avanti le merlature di quel palazzo, immaginandola secondo la vostra descrizione.»
Così Mattia si conquistava la fiducia di Alessio ed instaurava nel suo cuore quel tipico senso di gratitudine che assoggetta gli uomini sinceri a chi è datore di bene.
«Maestro, sembra che a quelleunuco gli stiate a cuore.» commentò Onesimo, vedendo Mattia andarsene.
«Vedi quelle merlature laggiù, ragazzo?» indicò Alessio, interrompendo il più giovane.
«Le vedo.»
«Devi fare una cosa per me. Va fin lì e informati se quel palazzo è davvero quello di Giordano di Rossavilla.»
«Non vi fidate delleunuco?»
«In vita mia non ho mai ricevuto del bene disinteressato e intendo valutare se costui è sul serio unanima sincera e pura come dice.»
«Vi ha fatto il nome di Giordano di Rossavilla benché voi non glielo aveste detto; perché pensate che vi stia mentendo?»
«Non lo penso, desidero solo accertarmi del contrario. E poi il nome di quel farabutto non sarebbe difficile scoprirlo, visto che è colui che mi ha accusato dellomicidio del giudeo.»
Lo stesso pomeriggio Onesimo andò e tornò dal palazzo indicato da Mattia e diede conferma circa leffettiva proprietà di Giordano di Rossavilla, ovvero il nobile che aveva testimoniato contro Alessio e che tratteneva Zoe. Adesso il maestro darte non aveva più motivo di dubitare di Mattia e attribuì linteresse nei suoi confronti ad una forma di attrazione verso la figura di uomo-padre che lui rappresentava.
Venne tuttavia presto il momento in cui la fiducia e la gratitudine di Alessio nei confronti di quelluomo dovette essere provata.
Il 7 di novembre Mattia si presentò con le stesse dinamiche della prima volta. Il rumore della chiave nella serratura svegliò Alessio e questi immaginò che fosse proprio leunuco. Il servitore del Re aveva alcuni graffi sul collo e i vestiti strappati in più parti, inoltre piangeva e si copriva la bocca come farebbe un bambino che ha subito uningiustizia e intende trovare conforto nel genitore.