Guido Pagliarino - Sindòn La Misteriosa Sindone Di Torino стр 6.

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Miniatura sul Codice Pray


Come si può osservare, nella parte superiore della miniatura Pray figura disteso su di un lenzuolo il corpo di Cristo mentre viene unto, e la parte sottostante della stessa miniatura presenta le pie donne in visita al sepolcro la Domenica di Pasqua, con gli oli per ungere meglio il cadavere il quale, però, non cè più perché, come langelo annuncia, Cristo è risorto:

Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome comprarono aromi per andare a ungerlo. E di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levar del sole. Dicevano tra loro: Chi ci rotolerà via la pietra dell'ingresso del sepolcro? Ma riguardando videro la pietra rimossa, ed era molto grande. Ed entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto a destra, vestito di bianco e si spaventarono. Ma egli disse loro: Non temete. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso; è risorto, non è qui; ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete come vi disse. E quelle, uscite, fuggirono dal sepolcro, perché erano sconvolte dallo spavento, e dalla paura non dissero nulla a nessuno (Marco, 16, 1-8).

Sempre nellimmagine della miniatura Pray si vedono, nella parte più alta, trattini ad angolo retto sul lenzuolo, che secondo certuni potrebbero - personalmente non ne sono convinto - voler richiamare il tessuto sindonico a spina di pesce. Nella parte più bassa della stessa immagine appaiono sul telo due gruppi di cerchietti a forma di L, simili a quattro gruppi di quattro fori ciascuno, originati da bruciatura, come quelli che si trovano sulla Sindone di Torino (veramente, sulla stessa fra altri forellini assai piccoli: ma poco visibili, mentre sono quelli grandi ad apparire evidenti all'occhio d'un visitatore del Lenzuolo). Tali gruppi simmetrici di fori sono rispettivamente, circa, al centro dei quattro rettangoli che possono derivare dalla piegatura in quattro del Lenzuolo.

Particolare della Sindone con evidenziazione dei quattro gruppi delle più antiche bruciature


Primo piano di uno dei gruppi delle più antiche bruciature sulla Sindone


Particolare del Codice Pray con evidenziazione di due presunti gruppi di fori a L


Si potrebbe dunque supporre che quando si produssero quei fori da bruciatura sulla Sindone, questa fosse ripiegata in quattro e quanto provocò le lesioni passasse attraverso tutti gli strati. La ragione di queste bruciature non è nota - forse metallo fuso colato per un accidente? - ma si sa che esse sono nel telo dapprima del 1532, l'anno dell'incendio della Cappella della Sindone in Chambery (v. Cronologia, anno 1532), infatti queste lesioni sono riprodotte su di una precedente incisione che raffigura la Sindone, che è la prima opera che la riproduca integralmente, attribuita al Dürer e realizzata nella stessa Chambery nel 1516, incisione che riporta tutti e quattro i gruppi simmetrici di fori:

Incisione sindonica attribuita ad Albrecht Dürer, anno 1516, di dimensioni pari a un terzo di quella reale, conservata nella chiesa di Saint. Gommaire a Lier, Belgio: sono ben evidenti i quattro gruppi simmetrici di fori


Si potrebbe pensare che l'autore della miniatura del Codice Pray, che espressamente dichiara nel testo d'essersi ispirato a una sindone, avesse visto proprio quella che è conservata oggi a Torino e vi si fosse ispirato?

Per inciso: Si può notare che nellincisione il volto e il capo dellUomo risultano ben distinti e staccati (a causa della tridimensionalità della testa), essendo nel 1516 ancor assente la macchia permanente dacqua causata dallo spegnimento dellincendio in Chambery del 1532 (v. cronologia), macchia che alcuni, a unosservazione superficiale, equivocando scambiano per la nuca dellUomo: si veda al riguardo questo particolare della foto della Sindone di Torino


Se la miniatura del Codice Pray racchiude indizi sicuramente interessanti, il primo vero e proprio documento storico sulla Sindone è però solo del 1356: in quellanno il Telo si trova in Francia a Lirey, dipartimento dellAube nella diocesi di Troyes. Appartiene alla famiglia dei de Charny, parente dei de La Roche. Capofamiglia è il conte Goffredo de Charny. Il 28 maggio 1356 sinaugura la chiesa di Lirey, voluta e fatta costruire dallo stesso conte, che viene affidata a sei canonici; officia personalmente il vescovo di Troyes, Enrico di Poitier. Nel 1357, morto in guerra Goffredo, la sua vedova Giovanna de Vergy cede la Sindone, con documento scritto, ai canonici, forse per necessità economiche dietro compenso, ma formalmente per una liberalità secondo quella che era stata la volontà del defunto marito. I canonici lucrano organizzando ostensioni a pagamento che riscuotono enorme successo, tanto che il piccolo centro di Lirey diviene un importante centro spirituale. Il nuovo vescovo, Pietro d'Arcis, vieta le ostensioni giudicando la Sindone un falso, peraltro senza averla vista e solo sul fatto che proliferano diverse pseudo reliquie fra cui sindoni dipinte. I canonici si appellano al Papa e ne ottengono la formale autorizzazione a continuare le ostensioni; in seguito, una bolla del 1390 concede addirittura indulgenze spirituali a coloro che venerino il Lenzuolo della chiesa di Lirey25 .

Come la mettiamo però col fatto che l'età di nascita della Sindone è stata fissata da scienziati carbonisti "tra gli anni 1260 e 1390", cioè proprio in un lasso di tempo in cui è compresa la data 1356 del documento di Lirey e almeno una settantina danni dopo la data di composizione del Codice Pray (1192-1195)? Il che ha portato molti avversari della Sindone a parlare di un falsario medievale?: si veda, infra, il capitolo IV - UN EVENTUALE FALSARIO MEDIEVALE SAREBBE STATO IL PIÙ GRAN GENIO DI TUTTI I TEMPI E UN MOSTRO CRIMINALE ASSASSINO). Intanto diciamo che sono tre i laboratori che hanno svolto nel 1988 lanalisi per stabilire l'anzianità del Lenzuolo, dietro invito e su collaborazione, per il prelievo dei campioni sindonici, della Diocesi di Torino e dellallora suo arcivescovo cardinal Ballestrero. Quegli studiosi li hanno sottoposti a esperimenti secondo uno dei metodi di radiotazione basati sul carbonio 14 radioattivo: a uno solo, mentre i metodi sono due, dei radioconteggi e della spettrometria di massa, e si sarebbe dovuto, secondo i critici dell'esperimento, seguirli entrambi per controllo; e le loro accuse ai tre laboratori non si sono limitate a questo; al riguardo lascio in attesa il lettore, per miglior organizzazione del saggio: ne parlerò nello specifico capitolo III - GLI ESPERIMENTI DEL CARBONIO 14.

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