«Ascolta, devo finire di prepararmi perché stasera ho un impegno. Te lho già detto al telefono, ricordi?» gli disse. Sapeva che sarebbe venuto comunque... se non altro per provare a scoprire dove sarebbe andata.
Togliendosi lasciugamano dalla testa, si diresse verso il bagno, parlando ad alta voce per farsi sentire: «Possiamo fare qualcosa domani sera, ok?».
Shinbe si appoggiò alla penisola che separava la cucina dal soggiorno. Stava per iniziare a lamentarsi quando il suo sguardo cadde su un volantino poggiato sul ripiano. Lo prese e lo esaminò rapidamente.
Alzò le sopracciglia per quellilluminazione.
IL CLUB PIÙ GRANDE E FAMOSO DELLA CITTÀ
CLUB MIDNIGHT
SPECIALE VENERDÌ SERA
SERATA AL FEMMINILE
Le parole serata al femminile erano state cerchiate con la penna. Shinbe poggiò il volantino dovera e si diresse verso il bagno. Nascose il proprio sorriso mentre entrava senza bussare e sgattaiolò dietro Suki, che stava per spazzolarsi i capelli.
«A domani allora.» le sussurrò allorecchio, poi la baciò su una spalla. Poi si voltò per andarsene senza dire altro.
Suki rimase immobile a fissarsi allo specchio, non le piacevano le vibrazioni che aveva appena sentito. Non era da Shinbe arrendersi senza supplicarla. Essendo troppo bello per essere vero, si affrettò e finì di prepararsi. Temendo che Shinbe avesse in mente qualcosa, decise di andare da Kyoko un po prima del previsto.
*****
A diversi chilometri di distanza, due penetranti occhi rossi guardavano fuori dalla finestra di un attico con vista sulla città. Lunghe onde di capelli neri e setosi ricadevano lungo una schiena nuda, in contrasto con la pelle pallida come la luna. Il suo viso angelico era sorprendente, con lineamenti ben definiti, e il suo corpo era asciutto e scolpito come quello del mitico dio Adone.
Brillava al chiaro di luna e i muscoli sembravano danzare ad ogni movimento. Era bello per chiunque lo guardasse, eppure la sua anima oscura era malvagia e letale. Un sorriso apparve sulle sue labbra perfette mentre i suoi pensieri si rivolgevano agli eventi della sera prima.
Voltandosi, iniziò a prepararsi per la serata. Il suo sguardo si posò sulla sedia della regina Anna accanto al fuoco, e sulla giovane studentessa universitaria che vi sedeva senza vita. Hyakuhei sogghignò mentre pensava al sangue fresco che aveva bevuto la sera prima.
Peccato, era così bella. si disse. Si leccò le labbra, ricordando il piacere mentre prendeva la ragazza e si nutriva di lei. Non si sarebbe mai stancato delle giovani donne che attirava e prendeva per sé.
Quella sera sarebbe andato in un famoso locale notturno per cacciare la sua preda e doveva essere sicuro che i suoi figli fossero nutriti. Le serate al femminile davano sempre buoni frutti, per le creature della notte erano come un buffet di carne senza fine.
Lui era un potente signore dei vampiri e nessuno osava ostacolarlo o mettere in discussione la sua forza. Il piacere era stato il suo unico desiderio per oltre mille anni, ma adesso voleva di più. Voleva ciò che era suo di diritto. Si accigliò mentre meditava sulloggetto che era diventato la sua ossessione mentre aspettava che rinascesse nel mondo. Il leggendario Cuore di Cristallo Protettore.
Il cristallo sacro era un gioiello che si diceva fosse in grado di dare a un vampiro la capacità di camminare alla luce del giorno. Secondo la leggenda, una ragazza con il sangue non contaminato e il cuore di una bambina possiede il gioiello nel proprio corpo. Sarebbe una sacerdotessa di altissimo livello e con un potere enorme, la protettrice e la custode del cristallo.
Riportò il suo sguardo oscuro verso il cielo notturno, dove una luna rosso sangue incombeva dallalto. «Ti ho perso una volta, mia cara sacerdotessa, ma non commetterò errori, ti ritroverò.». Restrinse lo sguardo e promise: «Questa volta avrò sia te che il cristallo...».
*****
Lo scorso fine settimana Suki aveva fatto shopping con Kyoko proprio per questa serata, ma non laveva detto alla sua amica. Anche lei aveva comprato un vestito. Tirandolo fuori dallarmadio, se lo infilò con trepidazione. Era un abito tutto nero e molto attillato, se nera innamorata appena laveva visto.
Meno male che Shinbe non cè. pensò con un sorrisetto mentre si guardava allo specchio. Era molto corto ma non lasciava intravedere granché... solo quel tanto che bastava per stuzzicare limmaginazione. Si legò i capelli con un elastico nero, si truccò e, dopo aver preso le chiavi, si diresse verso lappartamento di Kyoko.
Kyoko uscì dalla sua camera sperando di avere il tempo per fare uno spuntino prima di uscire ma, prima ancora di arrivare in cucina, qualcuno bussò alla porta.
Oddio, speriamo che non sia Toya. pensò, chiedendosi se avrebbe dovuto rispondere o no. Mancavano ancora venti minuti allappuntamento con Suki, perciò decise di ignorare i colpi alla porta per il momento, intimorita da chi poteva essere.
È incredibile come la paura ci faccia sentire bambini. Kyoko alzò un sopracciglio e trattenne il respiro.
I colpi divennero un po più forti ma, questa volta, furono seguiti da una voce: «Avanti, Kyoko, lo so che ci sei. Non farmi sfondare questa porta!».
Kyoko alzò gli occhi al cielo per il tono di Suki. Aprì la porta e si sentì trascinare fuori allistante. «Forza, sbrighiamoci. Ho la brutta sensazione che, se non ce ne andiamo subito, Shinbe tornerà qui o chissà cosa.». Kyoko ebbe a malapena il tempo di chiudere a chiave la porta prima che Suki la tirasse fuori.
*****
Kyou aprì le pesanti tende nere della finestra adesso che era arrivato il crepuscolo. I suoi lunghi capelli argentati svolazzarono come un ventaglio mentre apriva la finestra, permettendo al vento di accarezzare il suo viso angelico. Vestito di nero, sembrava un angelo caduto.
Il denaro gli aveva dato la libertà di stabilire i propri orari e il potere gli garantiva che non sarebbe stato disturbato. Acquistando lultimo piano dellhotel più costoso della città, si era assicurato la solitudine di cui aveva bisogno e la vista che desiderava. Guardando dallaltra parte della strada, vide che si era già formata una fila allingresso del Club Midnight, il club più famoso della città. Era il posto perfetto in cui le creature della notte potevano sfamarsi.
In coda cerano moltissime studentesse viziate, insieme ai teppistelli che le accompagnavano. Gli occhi di Kyou erano colmi di disprezzo mentre scrutare la fila, chiedendosi quale di loro avrebbe attirato lattenzione delluomo cui dava la caccia. Chi sarebbe stata la prossima vittima di Hyakuhei?
Kyou sentiva la sua presenza nella città e si chiedeva se Hyakuhei sentisse la morte che lo perseguitava. Questa volta le cose erano diverse. Kyou lo aveva trovato troppo facilmente, come se Hyakuhei gli avesse lasciato una traccia da seguire. Le morti e le sparizioni delle studentesse del college erano un palese biglietto da visita che portava solo ad una persona.
Non gli piaceva il pensiero che Hyakuhei lo avesse condotto lì. «Non sono più sotto il tuo controllo.» ringhiò Kyou mentre gli gocciolava il sangue tra le dita serrate, e i suoi occhi divennero rosa. «Tu non hai alcun potere su di me... non più!». Placando la propria rabbia, assunse di nuovo unespressione impassibile e nascose la propria aura. Era giunta lora che il predatore diventasse la preda.
Se avesse percepito la forza vitale di Hyakuhei, avrebbe dovuto muoversi con cautela per evitare che anche lui percepisse la sua.