Il paesaggio sfocato attorno a me diventò più definito. Finalmente potevo vedere i picchi montuosi che, alla mia sinistra, delimitavano il confine fra i due Regni.
Il grande fiume â che mi dissero chiamarsi Dilimpo - se ne stava tranquillamente adagiato in mezzo ai prati pieni di margherite.
Non le avevo notate in corsa, ma ora tutto era fermo, immobile. Anche i cavalli, con le criniere nere al vento bloccate allâindietro.
I capelli argentati di Sara sembravano congelati, come una nube di ghiaccio, e la treccia di Sonia, portata in avanti, mi ricordava un serpente nel momento dellâattacco.
âSofia, cerca la verità . Solo così saprai dare una risposta alle tue domandeâ.
Qualcosa cominciò a materializzarsi di fronte a me. Era una donna, simile a un ologramma di quelli che di solito si vedono nei film di fantascienza. Potevo vedere al di là del suo corpo, però riuscivo benissimo a distinguerla.
Indossava un vestito lungo e bianco, semplice e con un diadema a forma di croce celtica posto al centro, proprio sotto il seno, per tenere chiuso il tutto. I suoi capelli erano di un nero intenso e sembravano essere animati da una forza misteriiosa. Guardai meglio e vidi che erano formati da uno stormo di corvi che le svolazzavano attorno silenziosamente.
â¹â¹Morriganâºâº, riuscii a dire.
Mi sentivo la bocca secca. La Dea in persona era venuta a farmi visita e mi stava parlando.
Chissà se si era manifestata anche alle mie sorelle.
Avrei chiesto più tardi.
â¹â¹Sì Sofia, sono io. Vogliono ucciderci. Scopri chi vuole compiere questo sacrilegio e scaglia su di loro la nostra vendettaâºâº.
Al suono di queste ultime parole, i corvi si misero a danzare e a gracchiare.
I cra cra che emisero mi fecero accapponare la pelle.
â¹â¹Mia Dea, come posso fare? Sono confusa e⦠terrorizzataâºâº.
Lo ero eccome.
â¹â¹Le tue sorelle ti insegneranno a utilizzare i tuoi poteri nel modo giusto. Quando sarai pronta, uniranno i loro e li consegneranno nelle tue mani. La luce della luna i suoi raggi le dona, il calore del fuoco la forza le dona. La Grande Dea in battaglia ritorna e il suo capo con una corona di spine adorna. Questo è ciò che la sibilla ha detto. Le sue parole sono vere, ascolta sempre ciò che ha da dirtiâºâº.
â¹â¹Certo, maâ¦âºâº.
â¹â¹Figlia mia, non câè tempo. I tuoi poteri sono nascosti dentro di te da sempre. La consapevolezza di ciò in cui credi veramente ti farà superare qualsiasi cosaâºâº.
Non feci in tempo a chiedere o dire nulla.
La Dea alzò le mani al cielo, come se volesse afferrare qualcosa. I corvi la avvolsero in una nube nera e si dissolse nel nulla.
Il mondo attorno a me tornò a muoversi e mi colse talmente di sorpresa che persi la presa su Sonia e scivolai dal cavallo.
Ero convinta che mi sarei rotta lâosso del collo con lâimpatto.
Con mia grande sorpresa sentii qualcosa di caldo e morbido. Non avevo il coraggio di aprire gli occhi, ero ancora troppo spaventata e non avevo nemmeno la forza di muovere un muscolo. Avevo paura che se lâavessi fatto poi me ne sarei pentita amaramente.
Stava diventanto unâabitudine andare incontro alla morte.
â¹â¹Stai bene? Sofia, apri gli occhi. Ti prego, apri gli occhi, respira!âºâº.
Respira!
Solo allora mi accorsi di aver trattenuto il fiato.
Presi un respiro profondo e aprii gli occhi.
Fui accolta per la seconda volta dal viso di Gabriel. I suoi occhi neri erano visibilmente terrorizzati.
Rimasi a guardarlo come se fosse la prima volta che lo vedevo e notai diverse cose. La fronte coperta da riccioli neri che arrivavano a coprire le sopracciglia folte e dritte, il naso piccolo e leggermente schiacciato, la bocca carnosa e uno sguardo intenso.
Troppo intenso.
Avrei potuto perdermici dentro.
Ti sta ingannando, vuole controllare la tua mente.
La vocina pungente mi parlò di nuovo.
Ma da dove proveniva?
Erano i miei pensieri?
Mi risvegliai da quella specie di stato di trance in cui ero caduta.
â¹â¹Sofia, parlami! Stai bene?âºâº Gabriel quasi urlò.
â¹â¹Sì sì, sto beneâºâº, dissi alzandomi più in fretta che potevo. Era troppo vicino e la sua vicinanza mi metteva a disagio, mi spaventava.
Gabriel mi bloccò per un polso e mi fece voltare verso di lui. â¹â¹Cosâè successo?âºâº
â¹â¹Lasciami stareâºâº, dissi staccando il braccio dalla sua presa, â¹â¹Non è successo niente, andiamoâºâº.
Non potevo certo dire di aver visto la Dea.
O almeno, non con Gabriel lì.
Non ero sicura della sua innocenza, anzi, ero quasi completamente convinta del contrario.
â¹â¹Sofia, cosâè successo? Dimmelo! Mefisto potrebbe usare qualche trucchetto per manipolare la tua mente. Devo saperlo. Devono saperlo anche loroâºâº, e indicò le mie sorelle a cavallo, dietro di me.
â¹â¹Non è stato Mefisto, ma non ti racconterò cosâè successo. Non posso. Io nonâ¦io non mi fidoâºâº.
La sincerità prima di tutto, di solito funziona.
O no.
Se dici la verità succedono due cose: o capiscono perché hai agito in una determinata maniera e ti perdonano o non capiscono e decidono di farti la guerra.
Gabriel decise di farmi la guerra.
La rabbia che ribolliva nel suo sguardo mi fece spaventare.
Un fremito percorse il suo corpo.
Poco prima i suoi occhi erano dolci, pieni di preoccupazione, ma in quel momento mettevano i brividi.
Erano completamente neri.
Lo stomaco mi si bloccò in gola.
Che avrei potuto fare se mi avesse attaccato?
Non conoscevo i miei poteri.
Una nuvola di polvere si alzò attorno a Gabriel, come un piccolo tornado. La terra tremò sotto i miei piedi e con un balzo si lanciò verso di me.
Un lampo nero in mezzo a tutto quel verde.
Portai le mani sopra gli occhi, pronta allâimpatto.
Aspettai qualche secondo.
Non successe nulla.
Aprii un varco fra il medio e lâanulare e spiai cosa stava accadendo.
Di fianco a me, appoggiato al cavallo con i piedi e le braccia incrociate, vidi Gabriel.
Era tornato normale e ora stava sogghignando come un gatto quando gioca con la sua preda.
Mi sentii piccola piccola e molto indifesa.
Gabriel con soli due passi si mise di fronte a me. Mi stava osservando dallâalto al basso con quel sorriso sarcastico stampato in faccia.
â¹â¹Questa volta ti ho risparmiato, la prossima volta non sarai così fortunataâºâº.
Mi aveva appena minacciata?
Sì.
Una prova a tuo favore. Vuole ucciderti, sta solo cercando lâoccasione giusta.
Quella vocina mi stava facendo saltare i nervi.
Scrollai le spalle per liberarmi da tutti i problemi che affollavano la mia povera testa dolorante e ritornai in sella al cavallo.
â¹â¹Mai far arrabbiare un angelo della morteâºâº, mi avvisò Sonia.
Ormai era troppo tardi.
â¹â¹Non posso più tornare indietro e non ho paura di luiâºâº, o almeno era quello che volevo credere.
Di paura ne avevo, e tanta. Prima però dovevo seguire quello che mi era stato detto dalla Dea. Avrei cercato di conoscere i miei poteri e, quando mi sarei sentita pronta, avrei combattuto contro chi mi voleva morta.