Laura Merlin - Morrigan стр 15.

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Magari stava già studiando il modo migliore per sbarazzarsi di me senza che nessuno sospettasse di lui.

‹‹Andiamo, bellezze, datevi una mossa. Stanno arrivando i mastini di Mefisto››. Gabriel parlò senza nessuna emozione.

Sembrava scocciato.

‹‹I mastini di Mefisto? Che roba sono?››, chiesi a Sonia.

Lei sapeva sempre tutto, non come Sara che sapeva le cose solo quando attingeva alla fonte della conoscenza. Sonia avrebbe potuto spiegare ogni tipo di potere di ogni creatura esistente nei due Regni. Era informata, e questo poteva essere sfruttato a nostro vantaggio.

L’informazione è alla base di ogni tattica militare. Più sai dei tuoi nemici e del terreno in cui dovrai combattere, più possibilità di organizzare le mosse e le contromosse avrai.

Bene! Cominciavo a pensare in gergo militare. Stavo proprio impazzendo.

‹‹Sono i Siruco, gli elfi oscuri che vivono nel Regno di Tenot. Sono stati cacciati dal Regno di Elos proprio dai mezzelfi che sono una sorta di parenti stretti››, mi spiegò Sonia.

‹‹Gli elfi oscuri sono esseri splendidi anche se la loro corruzione si rispecchia all’esterno. Hanno la pelle nera come l’ebano, gli occhi rosso fuoco e i capelli argentati come la luce lunare. Purtroppo erano interessati più al potere che alla giustizia e questo li ha portati alla rovina.

‹‹Il sole è loro nemico e non viaggiano mai di giorno. Infatti per venire a Elos scavano delle gallerie. Sbucano dal terreno e risucchiano tutto ciò che si trova sulla loro strada. Sono malvagi, assetati di sangue e uccidono senza pietà››.

‹‹Ed è per questo che ci conviene andare, non sono molto distanti››. Gabriel avanzò verso di noi. ‹‹Se ci diamo una mossa forse riusciamo ad evitarli. Dai Sofia, sali››.

‹‹Io salgo con Sonia››. Cercai di mantenere il tono più freddo e distaccato che potevo.

‹‹Dai, non fare storie. Sali con me e finiamola qui, non c’è tempo per discutere››.

‹‹Io. Salgo. Con. Sonia.›› marcai ogni parola.

Perché non mi lasciava salire con lei, punto e basta? Io non stavo facendo storie, le stava facendo lui.

Tanto cosa gli importava? Non avrebbe potuto farmi nulla con accanto le mie sorelle.

‹‹Testarda che non sei altro. Va bene, fai quello che vuoi. Non ho né tempo né voglia di discutere con una bambina come te››, girò i tacchi e salì a cavallo.

Sara salì dietro di lui in silenzio.

Sonia e io montammo sul nostro cavallo.

Mi aggrappai a lei più forte che potevo e partimmo.

Dovevamo fuggire in fretta. La storia di quei Siruco mi mise i brividi. Come potevano esistere creature così orribili? Capii che gli elfi malvagi di cui mi aveva parlato il giorno prima erano loro. Esseri spietati che non avevano nulla a che vedere con il popolo di Calien.

Anzi, loro li avevano scacciati.

Dopo un po’ che eravamo in viaggio decisi di mettere in atto il piano A. Parlare alla velocità con cui andavamo risultò difficile, dovetti urlare un bel po’ per farmi sentire, ma dovevo farlo!

Ne andava della mia vita.

Mi sporsi un po’ in avanti, così che Sonia potesse sentirmi. ‹‹Sonia, posso parlarti?››.

Sonia mi diede uno sguardo veloce e perplesso. ‹‹Ora vuoi parlarmi?››.

‹‹Sì, è urgente››.

‹‹Okay, sentiamo cosa c’è di così urgente››.

E adesso?

Come potevo iniziare?

Chiedendogli Gabriel è un assassino, vero? Chi ha ucciso?

Cavolo cavolo cavolo.

Mi serviva un’idea.

Ora!

La lampadina dentro il mio cervello si illuminò. ‹‹Tu che sei sempre così informata, sapresti raccontarmi qualcosa sul passato di Gabriel?››.

Sonia emise una risatina e rimase sconcertata dalla domanda.

‹‹Tu sei pazza. Ne dobbiamo parlare adesso? L’urgenza dov’è?››.

‹‹Vedi, poi non so se e quando avremo di nuovo l’occasione di parlare. Quindi… io vorrei sapere qualcosa del suo passato per convincermi che non può essere lui quello che mi vuole morta››.

‹‹Se è per questo… Beh, non so se quello che posso raccontarti sia del tutto rassicurante, però a prescindere da quello che è successo… non credo sia lui. Non potrebbe mai ucciderti. Non ne avrebbe motivo››.

Bingo!

Al primo tentativo il piano era riuscito.

‹‹Sono pronta, racconta››.

‹‹Vedi, molto tempo fa Gabriel amava una ragazza. Si chiamava Eirwen, un elfo femmina dagli occhi a mandorla color nocciola e i capelli neri e morbidi come la seta. Era innamorato follemente. Solo che c’era un piccolo problema: lei era insieme ad Ares››.

‹‹Cosa? Era insieme ad Ares? Prorio lui? Non un altro?››.

‹‹Proprio lui››.

‹‹Quindi è per quello che non è rimasto con noi, per non vederlo››.

‹‹Esatto, proprio per quello. Lui e Ares inizialmente erano inseparabili, quasi fratelli. Combattevano fianco a fianco. Finchè un giorno Gabriel si innamorò di Eirwen. Tennero nascosto il loro amore per non so quanto tempo.

‹‹Da quello che so il loro era un amore platonico. Nessun bacio, solo carezze e parole dolci, ma feriva più di una spada che trafigge un cuore. Era un doppio tradimento agli occhi di Ares. Il suo migliore amico e la sua ragazza, posso immaginare come si sarà sentito.

‹‹Fatto sta che per poco non scoppiò una guerra. Eirwen alla fine decise di restare con Ares. Andò a parlare con Gabriel e…›› Sonia si bloccò di colpo.

Prese fiato e tirò su col naso.

Sembrava sul punto di piangere.

Poi continuò. ‹‹E fu in quel momento che Gabriel, per convincerla a restare con lui, la baciò. Lui può donare e togliere la vita con un semplice bacio, e in quel caso la tolse proprio alla sua amata.

‹‹Non sopportava di saperla con Ares. Soffre moltissimo per quello che ha fatto, e si vede. Credo che si senta un assassino e non si dia pace, ma non ha mai parlato con nessuno di questa storia››.

Tutto questo cominciava a dare un senso alle cose. La sua freddezza, la sua frase faccio del male alle persone che mi sono vicine… ma non spiegava perché voleva uccidermi.

Di nuovo lo stavo accusando!

Non riuscivo a darmi pace, lui non mi rendeva tranquilla.

Mi girai a guardarlo. Viaggiavamo quasi fianco a fianco.

Il verde acceso di quelle terre contrastava con il nero dei cavalli e Gabriel era lì, non molto distante da me, che cavalcava il suo destriero dal manto oscuro.

Provai una fitta di dolore nel petto.

Qualcosa in quella storia non mi convinceva.

Avrei voluto scoprire di più, ma temevo che Sonia mi avesse già raccontato tutto quello che sapeva.

Se davvero Gabriel era pentito per ciò che aveva fatto, riaprire quella ferita non era la cosa migliore da fare.

Soprattutto in quel momento.

Il cuore di cristallo rosso che portavo al collo si accese. Questa volta non fu un bagliore, fu una vera e propria esplosione di rosso acceso.

Il mondo cominciò a rallentare fino a fermarsi.

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