I terroristi, però, non avrebbero ceduto senza combattere. Avevano posizionato nel corridoio una squadra suicida scelta tra le loro fila per sorvegliare il loro strumento di distruzione. Quegli uomini sapevano che, se la bomba fosse scoppiata, sarebbero morti: ed erano preparati a sacrificare le loro vite per la causa. Avrebbero combattuto come indemoniati per proteggere la bomba; non avevano niente altro per cui vivere e quindi non si sarebbero risparmiati in nulla.
Appena giunti nel corridoio dove era stata piazzata la bomba, Wayne e Janet afferrarono immediatamente la situazione. Cerano venti metri di pericolo a separarli dal loro obiettivo. Nel momento in cui apparvero nel campo visivo dei tre uomini di guardia del corridoio, fu allerta immediato. I tre, che già avevano i fucili spianati e puntati per una simile evenienza, con gesto spontaneo spararono immediatamente agli agenti governativi.
Wayne sentì laria calda del raggio laser del fucile di un terrorista sfrigolargli a pochissimi millimetri dalla guancia per poi perforare superficialmente lintonaco del muro. Sfruttò il tempo guadagnato con lo scatto e con una spinta si gettò pancia a terra, col fucile in mano, scivolando per poi fermarsi sul pavimento liscio; puntellò i gomiti al suolo, mirò rapidamente, ma con cura; fece fuoco. Lavversario che gli aveva sparato urlò dal dolore mentre il raggio ustionante della pistola di Wayne gli vaporizzava il tessuto della spalla destra.
Dopo Wayne era entrata in azione anche Janet. Entrando nel disimpegno era rimasta un passo dietro di lui, allertata in tempo dal rumore degli spari. Gettandosi dun lato finì in ginocchio con il fianco sinistro al sicuro, contro il muro. Anche lei aveva il fucile in mano e aprì il fuoco sul nemico.
Avvantaggiandosi dalla copertura, lui strisciò come un serpente per dodici metri lungo il corridoio e arrivò al pulsante che controllava il cancello di metallo che ostruiva la via per proseguire. Attorno a lui un susseguirsi di colpi laser, ma li ignorò, concentrandosi esclusivamente sul pulsante.
Per ottenere un effetto drammatico, Wayne rallentò un pochino il suo senso del tempo. Come tutto il Sogno, anche il corso del tempo era controllato dai Sognatori. Wayne poteva allungare un istante fino alleternità per far accadere tutto al rallentatore, oppure poteva comprimere un certo numero di avvenimenti in un singolo istante. Allungare il flusso del tempo era un effetto artistico per accrescere la suspence nel pubblico, facendo sembrare più lenta la sua avanzata e ingigantendo la minaccia dei laser dei terroristi. Tutti gli uomini che si identificavano con lui nel Sogno si sarebbero sforzati per raggiungere quel fatidico pulsante, eppure avrebbero dovuto agire nella vischiosità che Wayne imponeva. Naturalmente aveva discusso il cambio del flusso del tempo con Janet e anche lei aveva rallentato la sua percezione del tempo; altrimenti per Wayne i movimenti di lei non sarebbero stati altro che una rapida azione sfocata e così sarebbe stato per tutti gli spettatori di sesso maschile che vivevano lazione attraverso i suoi occhi.
Finalmente Wayne raggiunse il pulsante. Lo premette e, obbediente, il cancello metallico si avvolse sul soffitto. Contemporaneamente Wayne tornò al flusso di tempo normale. Ora sembrava avere la strada spianata per potersi impossessare della bomba. Ma proprio mentre veniva sommerso da unondata di trionfo fu colpito al polpaccio desto da un raggio laser avversario.
Era un effetto alquanto complicato e Wayne si era sentito lusingato quando il direttivo della stazione trasmittente gli aveva permesso di realizzarlo. Tutta lindustria aveva adottato regole molto severe riguardo al dolore percepito nel corso dei Sogni. Sensazioni del genere avrebbero potuto avere effetti traumatici su un utente tranquillamente addormentato nel letto di casa sua. Agli inizi dellattività i Sognatori avevano perduto diverse battaglie legali contro accuse di danni mentali e fisici causati da traumi. Ecco perché ora ci andavano coi piedi di piombo, toccando largomento stress nei Sogni con estrema cautela.
Correndo, durante un Sogno, Wayne non aveva mai il fiatone; anche in imprese estenuanti non si stancava mai, mai aveva uno stiramento muscolare; ora che il copione prevedeva che venisse ferito, non poteva soffrire alcun vero dolore. Se si fosse lasciato sfuggire una cosa del genere attraverso le connessioni sarebbe stato licenziato immediatamente.
Invece doveva gestirsi la ferita a livello mentale. Invece di trasmettere la lacerante agonia causata da una vera bruciatura di laser doveva inviare il pensiero freddo e razionale della gamba colpita dal fuoco nemico e del dolore che provava. Larto non sarebbe riuscito a sopportare tutto il suo peso e avrebbe mostrato visivamente tutti gli effetti della ferita; lunico ingrediente mancante sarebbe stato proprio il dolore. Portare a termine con successo quella manovra significava conferire al Sogno un tocco da esperto; Wayne era contento delloccasione, perché poteva dimostrare le proprie capacità.
Urlò il suo dolore proprio mentre il laser di Janet sbaragliava lultimo terrorista rimasto. Wayne, però, non poteva permettersi di subire rallentamenti. Mancavano pochi minuti allesplosione programmata della bomba ed era lui, non Janet, lesperto artificiere. Ora il cancello era sollevato e sembrava non ci fosse nulla che gli impedisse di raggiungere lobiettivo. Con la gamba in quelle condizioni non riusciva a stare in piedi: ma con la forza della disperazione iniziò a trascinarsi sul pavimento con i gomiti per arrivare alla fine del corridoio.
I due terroristi sembrarono apparire dal nulla accanto al cancello. Fino a quel momento erano rimasti nascosti senza abbandonare le proprie postazioni, sperando che i loro compagni riuscissero a gestire la minaccia da soli. Rappresentavano lultima linea difensiva e indubbiamente erano i migliori uomini di cui la banda disponesse.
Wayne sentì dietro di sé il laser di Janet terminare la carica e lei mormorare imprecazioni soffocate; ma rifiutando di arrendersi e con una precisione da far invidia a un battitore di serie A, la donna lanciò larma dritta sulla mano armata di uno degli avversari rimasti. Ora toccò a lei dover allungare il senso del tempo; il fucile si librò al rallentatore in aria, verso il suo obiettivo. Lavversario avrebbe avuto tempo di sparare prima di farsi colpire? No! Allultimissimo secondo Janet accelerò di nuovo il tempo. La sua arma colpì quella del terrorista con forza sufficiente a scaraventarla lontano.
Anche laltro avversario era armato: proprio come Wayne, che aveva avuto tempo sufficiente per mirare al secondo uomo grazie alla manovra diversiva di Janet. Wayne aprì il fuoco, ma nel frattempo laltro si mosse appena e il colpo lo raggiunse solo di striscio ad una mano senza mettere veramente fuori combattimento il terrorista ma provocandogli dolore sufficiente a fargli cadere larma per scuotere la mano e alleviare la sensazione di bruciore. Che fosse un avversario a provare dolore nel Sogno andava bene: era solo una figura fantasma creata da Wayne e Janet, e nessuno spettatore si sarebbe identificato nelle sue sensazioni.
Wayne si preparò a colpire ancora, ma si accorse che anche lui era scarico. Disgustato gettò via larma e ricominciò a strisciare lungo il corridoio. Tra lui e la bomba cerano otto metri e due avversari con istinti suicidi, ma non poteva far altro che strisciare e sperare che fosse Janet a occuparsi degli avversari.
Il terrorista, perduto il fucile grazie allaccurato colpo di Janet, si guardò attorno per cercare la sua arma ma ad una prima, frettolosa ricerca attorno a sé non riuscì a trovarla. Rendendosi conto che era più importante fermare la missione di Wayne, luomo interruppe la perlustrazione e si mosse verso lagente che avanzava sul pavimento. A quel punto arrivò Janet a salvarlo di nuovo. Balzò in aria con il suo corpo delizioso modificato nel Sogno perché fosse più sensuale che nella realtà, con le gambe svettanti un poco più di quanto ci si potesse aspettare nel mondo reale - attaccò il robusto uomo e lo stese a terra. Colpendolo, fece roteare lateralmente le gambe e si trovò a precipitare sullaltro avversario che si dirigeva verso Wayne.