Вальтер Скотт - I Puritani di Scozia, vol. 3 стр 5.

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»Non ho mai avuta notizia d'un tal patto infamissimo. Dunque la vostra religione vi permette l'adoperare vie così atroci, così abbominevoli»

»Zitto là! Non tocca a te il dare lezioni a chi t'è maestro.  In somma, o Morton, voi avete confessato tanti misfatti e tanti tradimenti quanti basterebbero ad attirare la collera del Signore sopra tutto un esercito, fosse anche numeroso come i grani di arena che coprono le spiagge del mare.  Noi dicevamo con Giosuè: ond'è che Israello è fuggito al cospetto de' suoi nemici? E pronunziavamo appunto tai detti allorchè ci siete apparso dinanzi. Ella è la Provvidenza che vi ha posto nelle nostre mani per assoggettarvi al castigo troppo meritato da chi fece piovere l'ira di Dio sul suo popolo. Noi medesimi ci renderemmo rei col lasciarvi la vita. Dunque ascoltatemi attentamente. Siamo tuttavia in sabbato, nè profaneremo un tal giorno con ispargimento di sangue. Ma appena quell'orologio segnerà mezza notte, verrete cancellato dal novero de' viventi. Profittate pertanto de' brevi istanti che vi rimangono, e preparatevi al viaggio dell'eternità. Fratelli, assicuratevi del prigioniero e impadronitevi delle sue armi.»

Quelli del conciliabolo trovatisi più vicini a Morton posero tanta prestezza nell'eseguire un tal ordine, che la vittima fu disarmata prima di poter pensare a difendersi. Seguì per parte d'ognuno un silenzio cupo e feroce. Allora que' fanatici si assisero attorno ad una tavola, e fecero sedere anche Morton collocandolo in modo da avere innanzi agli occhi l'orologio che contrassegnava i minuti di vita, su' quali tuttavia poteva far conti. Portate che furono le vivande sopra la mensa, ne venne offerta la sua parte anche a Morton; ma ciascuno certamente s'immagina che in tale stato dell'animo suo il bisogno di soddisfar l'appetito non era gran che lo scopo de' suoi pensieri.  Lo sguardo di que' commensali feroci volgeasi a quando a quando sull'aguglia dell'orologio, nè di rado accadea che in essa ancor si fissassero quelli di Morton.

Terminata era la cena; e d'improvviso il farnetico Abacucco balzò in piedi esclamando in tuon di persona che si crede ispirata. »Il sole altra volta arrestò alla voce di Giosuè il proprio corso per operare la distruzione de' nemici d'Israello; la mia mano affretterà il corso dell'ore per far più certa la punizione dell'empio.»

Indi mosso da furor di energumeno, saltò sopra una sedia, e stese la mano, e stava per porre l'aguglia sull'ora fatale, allorchè gli fu sopra un compagno.

»Fermati Abacucco! Odo uno strepito.»

»Di vento che soffia tra le boscaglie» un altro soggiunse.

»No, del fiumicello che abbiamo vicino» un terzo congetturava.

»Questa è, non v'ha dubbio, cavalleria, dicea Morton fra se medesimo. Voglia Dio che venga per liberarmi!»

Lo strepito divenia più distinto a proporzione dell'avvicinarsi.

»È scalpitar di cavalli! sclamò Macbriar Verificate che possa essere questo.»

»Il nemico!» gridò uno della congrega che aperse subito una finestra.

Allora lo strepito degli uomini e dei cavalli si fece udire chiarissimamente intorno alla casa. Ognuno si mise in fazione chi per brandir l'armi, chi per darsi alla fuga. Ma in quell'istante medesimo vennero forzate porte e finestre, e la stanza fu piena di dragoni del reggimento guardie.

»Fuoco sopra i ribelli! (sclamò la voce del colonnello Claverhouse ch'era a Morton ben conosciuta). Che non vi sfugga un sol di costoro! Ricordatevi di Graham.»

Molte pistole vennero sparate ad un tempo. Alla prima scarica un Puritano che trovavasi vicino ad Enrico, venne ferito mortalmente, e cadendo sopra di lui seco a terra lo trascinò, il quale avvenimento fu probabilmente la salvezza di Morton, che avrebbe corso gravissimo rischio in quel notturno combattimento rischiarato dal fuoco sol del cammino; combattimento che durato fra i quattro e i cinque minuti diede luogo a molto menar di sciabole e a molto trar di pistole.

Non appena i dragoni si furono impadroniti del campo della battaglia la prima inchiesta di Claverhouse fu la seguente: »È salvo il prigioniero che dovea essere vittima di questi sgraziati? Alcuno ne vada in traccia subitamente; e spacciate questi cialtroni. Sono stanco d'udire i loro gemiti.»

Vennero eseguiti entrambi gli ordini, e mentre fu dato il colpo di grazia ad uno di que' feriti che tuttavia respirava, Morton sgravato dal cadavere che gli soprastava, fu aiutato a rizzarsi in piedi dal fedele Cuddy, che atterrì da prima in veggendolo coperto di sangue, ma non potè indi moderare la gioia accorgendosi che da altre vene quel sangue istesso era uscito. Si affrettò poscia a narrargli con sommessa voce la cagione dell'arrivo di questo distaccamento, così a proposito giunto.

»Tosto lasciatovi andai in traccia di qualcuno de' nostri che venissero a toglierci dalle mani di tale canaglia; mi sono invece incontrato in quei di Claverhouse. Vedendomi fra due fossi, mi gettai nel meno profondo. Dovetti raccontare quanto v'era accaduto allo stesso Claverhouse che mi disse di condurlo qua. Ubbidii senza esitare, perchè già di peggio non vi poteva succedere; Claverhouse dovrebbe essere stanco della beccheria che ha fatto tutta la notte; poi sa che lord Evandale vi è debitore della vita. Soprappiù, i dragoni m'hanno assicurato che dà quartiere a chiunque il domandi. Dunque non rimane che farsi coraggio e spero che il tutto termini in bene.»

CAPITOLO IV

»Fausto squillo di tromba guerriera
»Renda omaggio alla gloria, al valor.
»Presta, è ver, giugne ai forti lor sera,
»Ma che è vita, se priva d'onor?

D'un Anonimo.

Dopo che Claverhouse ebbe fatto sbarazzare quella stanza da quanti morti ivi giacevano, annunziò ai suoi soldati, che in quella casa si passerebbe la notte, e gli eccitò a star pronti per la partenza della domane. Pensò indi a Morton, al quale parlò in modi che eccedeano quelli di una ordinaria cortesia.

»Voi vi sareste risparmiati i pericoli che correste da ambe le parti, sig. Morton, se aveste voluto prestare un po' più d'attenzione ai suggerimenti che vi diedi ieri mattina.  Però non ne parliamo più; rispetto i motivi che vi guidarono.  Voi siete prigioniero di guerra, e la vostra sorte dipende dal re e dal consiglio, ma è mia intenzione che vi si usi ogni riguardo possibile. Vi chiedo unicamente parola di onore, che non farete alcun tentativo di fuga.»

Morton diede tosto questa promessa. Claverhouse l'accolse chinando il capo cortesemente; indi voltosi altrove chiamò un sergente.

»Quanti prigionieri, Holliday? Quanti uccisi?»

»Tre uccisi in questa casa, o generale (tal grado era stato allora conferite a Claverhouse) due nel cortile, uno in giardino, e quattro prigionieri.»

»Armati o senz'armi?»

»Tre armati fino ai denti. L'altro senz'armi. A fisonomia dev'essere un predicatore.»

»Intendo una fra le trombe dell'esercito.  Gli parlerò domani. Quanto ai tre altri conduceteli nel cortile, e un fuoco di fila Non dimenticate di notare nel libro degli ordini tre ribelli presi coll'armi alla mano e moschettati, con data di giorno e di luogo. Credo che siamo a Drumshinnel.  Tenete sotto buona guardia il predicatore. Preso senz'armi! Lo sottometteremo ad un piccolo interrogatorio. Ma a ciò penseremo domani, e lo manderò forse al consiglio. Sono stanco di questa faccenda sgradevole.  Si abbiano i massimi riguardi pel signor Morton.  Eh! vegliate che si prendano cura anche del suo cavallo.  Ah! bisogna far lavare la schiena al mio con un bagno d'aceto; la sella deve avergli fatto un poco di scorticatura.»

Ordini che erano dati con aria d'indifferenza e tutti sul medesimo tuono; quasi quegli da cui venivano li giudicasse indistintamente della stessa importanza.

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