Noi tacevamo, intanto, ambedue nel vano della finestra, luno a fianco dellaltra. Giungevano dalle stanze contigue le voci di Maria, di Natalia e di Edith, indistinte. Il profumo delle spine albe era vanito. Le tende che pendevano dallarco dellalcova lasciavano intravedere il letto nel fondo, ove i miei occhi andavano spesso, curiosi della penombra, quasi cupidi.
Giuliana aveva chinato il capo, perché sentiva anchella forse il peso dolce e angoscioso del silenzio. Il vento leggero le agitava su la tempia una ciocca libera. Lirrequietudine di quella ciocca scura, un po lionata, ove anzi qualche filo alla luce diveniva oro su quella tempia pallida come unostia, mi faceva languire. E, guardando, io rividi sul collo il piccolo segno fosco da cui tante volte in altri tempi era partita la favilla della tentazione.
Allora, non potendo più reggere, con un misto di temenza e di ardire, levai la mano per ravviare quella ciocca; e le mie dita tremanti di su i capelli sfiorarono lorecchio, il collo, ma appena appena, con la più tenue delle carezze.
Che fai? disse Giuliana, scossa da un sussulto, volgendomi uno sguardo smarrito, tremando più di me forse.
E si scostò dalla finestra; sentendosi seguire, diede qualche passo come di fuga, perdutamente.
Ah perché, perché questo, Giuliana? esclamai, fermandomi.
Ma subito dopo:
È vero: non sono ancóra degno. Perdonami!
In quel punto le due campane della cappella incominciarono a squillare. E Maria e Natalia si precipitarono nella camera, verso la madre, gridando di gioia; e, luna dopo laltra, le sappesero al collo e le coprirono il viso di baci; e dalla madre passarono a me, e io le sollevai, luna dopo laltra, nelle mie braccia.
Le due campane squillavano a furia; tutta la Badiola pareva invasa dal fremito del bronzo. Era il Sabato Santo, lora della Risurrezione.
IV
questo alto premio? Per quale privilegio? Così dunque il tuo lungo errore ti avrebbe condotto non allespiazione ma alla ricompensa
Io mi scossi, per interrompere il dibattito. Infine, non si tratta se non di un antico dubbio, assai vago, ora risorto per caso. Questo turbamento irragionevole si dileguerà. Io do consistenza a unombra. Fra due, fra tre giorni, dopo Pasqua, andremo a Villalilla; e là io saprò, io sentirò indubitabilmente il vero. Ma quella profonda, inalterabile malinconia chella porta negli occhi non è sospetta? Quella sua aria smarrita, quella nube dun pensiero continuo che le pesa tra ciglio e ciglio, quella stanchezza immensa che rivelano certe sue attitudini, quellansietà chella non riesce a dissimulare quando tu ti avvicini, non sono sospette? Tali ambigue apparenze potevano anche spiegarsi in un senso favorevole. Però, sopraffatto da unonda di dolore più violenta, io mi levai e andai verso la finestra col desiderio istintivo dimmergermi nello spettacolo esterno per trovarvi una rispondenza allo stato del mio spirito o una rivelazione o una pacificazione.
Il cielo era tutto bianco, simile a una compagine di veli sovrapposti in mezzo a cui laria circolasse producendo larghe e mobili pieghe. Qualcuno di quei veli pareva a quando a quando distaccarsi, avvicinarsi alla terra, quasi radere la cima degli alberi, lacerarsi, ridursi in lembi cadenti, tremolare a fior del suolo, vanire. Le linee delle alture si volgevano indeterminate verso il fondo, si scomponevano, si ricomponevano, in lontananze illusorie, come un paese in un sogno, senza realità. Unombra plumbea occupava la valle, e lAssòro dalle rive invisibili lanimava de suoi luccicori. Quel fiume tortuoso, luccicante in quel golfo dombra, sotto quel continuo dissolvimento lento del cielo, attirava lo sguardo, aveva per lo spirito il fascino delle cose simboliche, parendo portare in sé la significazione occulta di quello spettacolo indefinito.
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