Софи Лав - Una Amore come il Loro стр 9.

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Proprio allora notò Nina alla sua scrivania, intenta a battere sulla tastiera, e le fece un cenno di saluto. Nina concluse quello che stava facendo e si avvicinò. Le due donne si abbracciarono.

“Ottimo lavoro con l’articolo, Keira,” disse Nina. “Di nuovo.”

Lei arrossì. “Grazie.”

“È bello riaverti tra di noi.”

“È bello essere tornata,” sorrise Keira. “È passato talmente tanto tempo che mi è persino piaciuto lavarmi i vestiti.”

Fece per tornare nel suo ufficio ma Nina la prese per un braccio, fermandola sul posto.

“Non così in fretta,” disse. “Elliot vuole vederti.”

“Oh?” chiese Keira, lanciando un’occhiata verso la porta aperta del suo ufficio. Non riuscì a trattenere l’ansia che l’assalì. Anche se lei ed Elliot erano in buoni rapporti, l’uomo era ugualmente una figura autoritaria, in gran parte anche grazie alla sua enorme stazza. “Adesso?”

“Già, adesso,” disse Nina, sorridendo.

C’era qualcosa nei suoi occhi, un segreto che stava nascondendo a Keira. Servì solo ad accrescere il suo senso di trepidazione.

Prendendo un profondo respiro, cambiò rotta e si diresse verso l’ufficio di Elliot.

Quando entrò dalla porta, lui alzò lo sguardo. Con sorpresa di Keira, l’uomo si alzò e aprì le braccia per abbracciarla. Keira si lasciò stringere goffamente, sentendosi come una bambina che abbracciasse un lontano zio. La cordialità non gli si confaceva.

“Il ritorno della mia eroina,” disse Elliot, riaccomodandosi a sedere. “Sono certa che tu abbia sentito le novità?”

“Quali novità, esattamente?” chiese Keira.

“A proposito della crescita di vendite.”

“No…” ammise lei.

Elliot continuò. “Sono salite alle stelle. Lance è entusiasta. Ha detto che finché riusciamo a mantenere questo ritmo non avrà affatto bisogno di intervenire nella direzione della rivista. Può rimanere tutto esattamente come è. Basta che tu continui a fare quello che hai fatto.”

Keira non era certa di come interpretare quella frase. “In che senso?”

“Gli articoli sull’amore,” spiegò Elliot. “La Guru del Romanticismo.”

Keira sentì un improvviso peso nel petto. Elliot non aveva letto il suo ultimo articolo? Ormai era innamorata. Innamorata realmente di una persona autentica che voleva stare insieme a lei. Non come Shane, che aveva avuto altre priorità. Quella volta, Cristiano aveva viaggiato per mezzo mondo per lei, lasciando indietro casa sua, la sua famiglia, il suo lavoro e il suo paese. Non ci sarebbe più stata nessuna Guru del Romanticismo, non se era necessario innamorarsi di nuovo!

“Chiedo scusa,” iniziò Keira. “Stai dicendo che vuoi che scriva un altro articolo della Guru del Romanticismo?”

“Ma certo,” rispose Elliot, sembrando confuso. “È quello che vogliono tutti. I nostri lettori. La adorano. Non ne hanno mai abbastanza. Sono insaziabili. E dobbiamo mantenere il ritmo. Quindi dovremo rispedirti subito all’estero.”

Il peso nel petto di Keira si trasformò in panico. “No,” sussultò. “Non puoi. Sono tornata da soli due giorni!”

Quanto sarebbe servito a Bryn per mettere le grinfie su Cristiano? O perché Maxine arrivasse a curiosare? Perché sua madre lo terrorizzasse a punto da farlo scappare? Non poteva andarsene di nuovo!

Elliot apparve confuso. “Keira, abbiamo pianificato tutto,” disse imperturbabile. “Heather ha già prenotato il volo. Parigi, Keira, PARIGI. Questo è il miglior incarico di tutti e te lo sto offrendo su un piatto d’argento. Il resto dello staff, là fuori, ucciderebbe per averlo.”

“Mi dispiace…” balbettò lei. “Ma non posso. Sono davvero innamorata di Cristiano. Questo non è un gioco per me. Non voglio lasciarlo. E non voglio andare da qualche altra parte per trovare l’amore.” Fece un profondo respiro. “Se è quello che ti serve che faccia, preferisco licenziarmi.”

Elliot stava scuotendo la testa, distogliendo gli occhi. Con sorpresa di Keira, le sue spalle cominciarono a tremare. Stava piangendo? Sapeva quanto fossero andate vicine le cose a implodere, lì alla rivista, e sapeva quanto Elliot avesse rinunciato per il Viatorum, e quanto significasse per lui. Ma quella era anche la sua vita. Di certo qualcun altro avrebbe potuto assumere il ruolo della Guru del Romanticismo? Avrebbero persino potuto fingersi lei, per quel che le interessava! I lettori non se ne sarebbero accorti!

Ma poi si rese conto che le sue spalle non stavano tremando per le lacrime, ma per le risate. Si accigliò, seccata, non capendo che cosa ci trovasse di tanto buffo.

“Keira,” disse alla fine Elliot. “Non ti sto chiedendo di lasciare Cristiano. Voglio che voi due partiate insieme.”

Keira si bloccò, sbalordita dalla rivelazione. “Insieme?”

“Sì!” esclamò Elliot. “I nostri lettori lo amano. La gente sta disegnando delle sue immagini e le sta mettendo su internet! Nei forum parlano solo di lui!”

“I forum?” ripeté Keira.

Non riusciva a credere a quello che stava sentendo. Le sue descrizioni avevano davvero dipinto una tale magnifica immagine della sua guida turistica italiana, da renderlo inavvertitamente una specie di eroe?

“Non capisco,” disse lei. “Vuoi che andiamo insieme?”

“La vostra storia d’amore è un successo, Keira,” disse Elliot. “Il pubblico vuole sapere come va avanti. Hashtag Team Shane o Hashtag Team Cristiano. Chi sposerà?”

“SPOSARE?” gridò Keira. “Che cosa sta succedendo? Secondo me state tutti correndo un po’ troppo. Conosco Cristiano da poche settimane. Non sto pensando al matrimonio. E neanche lui!” Incrociò le braccia, sentendosi sulla difensiva, come una specie di spettacolo da circo.

La voce di Elliot si addolcì, avendo notato il suo disagio. “Keira, quello che vogliamo vedere siete voi due. Cosa succederebbe alla vostra storia a Parigi? Il vostro amore può resistere in un posto nuovo? Ma certo che ha funzionato in Italia, a casa sua. E anche qui, mentre sei circondata da tutte le tue comodità, funziona. Ma in una città diversa? Cosa succederebbe in quel caso? Un terreno neutrale e pari per entrambi. L’amore può resistere in un paese straniero?”

Keira sbatté le palpebre, sbalordita e non riuscendo più a parlare. “Vuoi… stressare la mia relazione per vedere se si spezza?”

Elliot piegò la testa di lato. Era chiaro che non l’aveva vista sotto quella prospettiva. “Beh, voglio dire, non mi aspetto proprio che vi lasciate. Sono solo curioso.”

“Curioso,” ripeté lei, sempre più irritata. “Questa è la mia vita, Elliot. La mia vita vera. Non sono una cavia da laboratorio.”

Elliot scosse la testa. “Lo sto dicendo nel modo sbagliato,” disse. “Senti, l’idea è che voi due passiate un mese a Parigi. Viaggiate e siate innamorati. Scrivi di tutta la faccenda. I lettori ne saranno felici. Voi due sarete felici. Io sarò felice. Punto, e fine.”

“A parte che non è la fine, vero?” lo sfidò Keira. “Perché vuoi un conflitto di qualche tipo. Vuoi alzare la posta in gioco.”

“È solo la direzione migliore per l’articolo,” disse con calma Elliot. “Vedere se potete tornare indietro con un amore ancora più forte.”

Keira era certa che un mese a Parigi non avrebbe danneggiato la sua relazione. Sarebbe rimasta salda, ne era certa. Ciò a cui obiettava era il modo in cui Elliot ne parlava. Come se fosse parte di un esperimento o di un romanzo, invece che persone reali con emozioni reali.

Elliot appoggiò le braccia sul tavolo in un atteggiamento più aperto. “Keira, come è la tua vita a New York al momento? Nessun appartamento, vivi da tua madre.”

“Come fai a saperlo?” balbettò Keira.

“Ho i miei mezzi,” rispose lui, scrollando le spalle.

Ricordò quando sua madre l’aveva chiamata in Italia per convincerla a rimanere alla rivista. Elliot era stato la mente dietro a quella telefonata.

“Hai parlato con mia madre?” chiese sospettosa.

Lui sembrò colpevole ma rispose con sufficiente innocenza. “Io e Mallory chiacchieriamo di tanto in tanto.”

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