Блейк Пирс - Mariti Nel Mirino стр 6.

Шрифт
Фон

Ruhl rimase sorpreso quando vide anche il procuratore distrettuale della contea, Seth Musil, che - normalmente tranquillo e lucido - sembrava disorientato ed aveva un aspetto disordinato, come se fosse appena stato spinto fuori dal letto. Ruhl suppose che il capo lo avesse contattato, non appena ricevuta la notizia, fosse andato a prenderlo e lo avesse condotto lì.

Il procuratore distrettuale ebbe un moto di orrore dinnanzi alla scena del delitto, e si precipitò verso la donna.

“Morgan!” la chiamò.

“Ciao, Seth” la donna rispose, come se fosse piacevolmente sorpreso del suo arrivo. Ruhl non era particolarmente sorpreso che Morgan Farrell e un politico famoso come il procuratore distrettuale si conoscessero. La donna non sembrava ancora consapevole di quanto stesse accadendo intorno a sé.

Sorridendo, la donna si rivolse a Musil: “Beh, suppongo che sia ovvio quello che è successo. E sono sicuro che tu non sia sorpreso …”

Musil interruppe bruscamente.

“No, Morgan. Non dire nulla. Non ancora. Non finché non ti avremo procurato un avvocato.”

Il Sergente Petrie stava già organizzando le persone nella stanza.

Poi si rivolse al maggiordomo: “Spieghi loro la disposizione della casa, ogni angolo ed anfratto.”

Poi si rivolse ai poliziotti: “Voglio che setacciate tutto in cerca di intrusi o segni di effrazione. E controllate il personale residente nella villa, assicuratevi che tutti forniscano una descrizione accurata di come hanno trascorse le ultime ore.”

I poliziotti si radunarono intorno al maggiordomo, che si era rimesso in piedi. L’uomo diede loro istruzioni, e i poliziotti lasciarono la stanza. Senza sapere che altro fare, Ruhl si posizionò accanto al Sergente Petrie, osservando la scena inquietante.

Il procuratore distrettuale si era fermato accanto alla donna, ricoperta di sangue e sorridente.

Ruhl ancora non si capacitava di ciò che stava vedendo. Pensò che questo era il suo primo omicidio. Si chiese …

Avrò mai a che fare con un caso più strano di questo?

Sperava anche che i poliziotti che stavano perquisendo l’abitazione non tornassero a mani vuote. Forse, sarebbero tornati con il vero colpevole. Ruhl odiava l’idea che questa donna delicata e graziosa fosse davvero in grado di commettere un omicidio.

Trascorsero lunghi minuti prima che i poliziotti ed il maggiordomo tornassero.

Dissero di non aver trovato alcun intruso e neppure segni che qualcuno si fosse introdotto all’interno della casa. Aveva trovato il personale residente nell’abitazione addormentato, ognuno nel proprio letto, e non avevano alcun motivo di pensare che qualcuno di essi fosse responsabile del crimine.

Il coroner e la sua squadra arrivarono e cominciarono ad occuparsi del corpo. L’enorme stanza era davvero piuttosto affollata adesso. Finalmente, la donna insanguinata della casa sembrò essere consapevole della confusione dell’attività.

Si alzò dalla sedia e disse al maggiordomo: “Maurice, dove sono le tue buone maniere? Chiedi a queste brave persone se desiderano qualcosa da mangiare o bere.”

Petrie le si avvicinò, estraendo le manette.

Le disse: “E’ molto gentile da parte sua, signora, ma non sarà necessario.”

Poi, in un tono estremamente gentile e cortese, cominciò a leggere a Morgan Farrell i suoi diritti.

CAPITOLO QUATTRO

Riley non riuscì a fare a meno di preoccuparsi, mentre l’udienza cominciava.

Finora, tutto era parso procedere tranquillamente. La stessa Riley aveva spiegato il tipo di casa che stava provando a creare per Jilly; Bonnie ed Arnold Flaxman avevano testimoniato in merito al disperato bisogno di Jilly di avere una famiglia stabile.

Nonostante tutto, Riley si sentiva a disagio di fronte al padre della ragazza, Albert Scarlatti.

Non aveva mai visto l’uomo prima di oggi. A giudicare da quello che Jilly le aveva detto di lui, l’aveva immaginato come un grottesco orco.

Ma il suo vero aspetto la sorprese.

I capelli, che una volta erano stati neri, erano pesantemente ingrigiti e i lineamenti, come si era aspettata, erano segnati da anni di alcolismo. Nonostante tutto, sembrava perfettamente sobrio al momento. Era ben vestito ma non indossava abiti costosi, ed era gentile e affascinante con tutte le persone a cui si rivolgeva.

Riley si fece delle domande anche sulla donna seduta accanto all’uomo, mano nella mano. Anche lei sembrava aver avuto una vita difficile. Altrimenti, la sua espressione era difficile da interpretare per Riley.

Lei chi è? si chiese.

Tutto quello che Riley sapeva della moglie di Scarlatti e della madre di Jilly era che era scomparsa molti anni fa. Scarlatti aveva spesso detto alla figlia che, forse, la donna era morta.

Quella donna non poteva essere lei dopo tutti questi anni. Jilly non aveva mostrato affatto di conoscerla. Perciò, chi era?

Ora era il turno di Jilly di testimoniare.

Riley strinse la mano della ragazza per rassicurarla, e la giovane adolescente andò al banco.

Jilly appariva piccola nell’enorme sedia per i testimoni. I suoi occhi si spostarono nervosi, guardando all’interno dell’aula, osservando prima il giudice e poi il padre.

L’uomo sorrise con quello che sembrava un sincero affetto, ma Jilly evitò frettolosamente il suo sguardo.

L’avvocato di Riley, Delbert Kaul, chiese a Jilly come si sentisse per l’adozione.

Riley vide tutto il corpo di Jilly tremare per l’emozione.

“Lo voglio più di ogni altra cosa al mondo” Jilly disse con voce tremante. “Sono stata così, così felice di vivere con la mia mamma …”

“Intendi la Signora Paige” Kuhl disse, interrompendo gentilmente.

“Beh, lei è la mia mamma ora per quanto mi riguarda, ed è così che la chiamo. E sua figlia, April, è mia sorella maggiore. Prima di vivere con loro, non avevo idea di come fosse, avere una vera famiglia che mi amasse e si prendesse cura di me.”

Jilly sembrava soffocare coraggiosamente le lacrime.

Riley non era sicura di riuscire a fare la stessa cosa.

Poi, Kaul chiese: “Puoi raccontare un po’ al giudice di com’era vivere con tuo padre?”

Jilly guardò il genitore.

Poi, spostò gli occhi sul giudice e disse: “Era tremendo.”

Proseguì a raccontare alla corte che cos’aveva detto ieri a Riley, di quando il padre l’avesse rinchiusa in un armadio per giorni. Riley rabbrividì mentre ascoltava di nuovo la storia. La maggioranza dei presenti in aula sembrò profondamente scossa dal racconto. Persino il padre chinò la testa.

Quando terminò, Jilly era davvero in lacrime.

“Prima che la mia nuova mamma entrasse nella mia vita, tutti quelli che amavo se ne sono andati alla fine. Non sopportavano di vivere con papà, perché era così cattivo con loro. Mia madre, mio fratello maggiore, persino la mia cucciola, Darby, è scappata.”

A Riley si strinse la gola. Ricordò Jilly piangere, mentre parlava della cucciola che aveva perso tanti mesi fa. La ragazza si chiedeva ancora che cosa ne fosse stato di Darby.

“La prego” si rivolse al giudice. “La prego, non mi faccia ritornare lì. Sono felice con la mia nuova famiglia. Non mi porti lontano da loro.”

Poi, Jilly lasciò il banco e tornò a sedersi accanto a Riley.

Riley le strinse la mano e le sussurrò: “Sei stata molto brava. Sono orgogliosa di te.”

Jilly annuì e si asciugò le lacrime.

Poi, l’avvocato di Riley, Delbert Kaul, mostrò al giudice tutti i documenti necessari per finalizzare l’adozione. Sottolineò in particolare il modulo di consenso firmato dal padre di Jilly.

Riley si concentrò sul processo: Kaul stava facendo un lavoro ragionevolmente meticoloso. Ma la sua voce e il suo modo di fare non erano molto efficaci, ed il giudice, un uomo nerboruto, imbronciato, con piccoli occhi pungenti, non sembrava affatto colpito.

Ваша оценка очень важна

0
Шрифт
Фон

Помогите Вашим друзьям узнать о библиотеке

Скачать книгу

Если нет возможности читать онлайн, скачайте книгу файлом для электронной книжки и читайте офлайн.

fb2.zip txt txt.zip rtf.zip a4.pdf a6.pdf mobi.prc epub ios.epub fb3

Популярные книги автора