Era ancora bella e aveva anche un sorriso dolce. Lui non capiva... non riusciva a capire niente.
Quando gli altri si svegliarono, non avevano alcun ricordo di cosa li aveva attaccati e, quando lo chiesero, Myra spiegò semplicemente che andava tutto bene e che âlâattaccoâ non era stato altro che il contraccolpo di energia per lâaver rispedito i morti nella loro tomba.
Zachary non ripeté mai ad anima viva ciò che aveva visto quella notte. Tuttavia, da allora, la sua fiducia in Myra era andata persa. Fece del suo meglio per avere altri incarichi in modo da non starle vicino.
Aveva anche fatto una ricerca sul demone incontrato nel cimitero e scoprì di avere ragione... ... Deth era un demone antico. Il demone avrebbe potuto ucciderli tutti quella notte, compresa Myra se avesse voluto, perché aveva già ucciso in passato...molte volte.
Myra stava ovviamente facendo il doppio gioco...e questo era un limite che nessuno di loro aveva mai osato oltrepassare. Trovava leggermente ironico che lei fosse giunta alla sua fine per mano di un demone...o almeno così raccontavano. A quanto pare, superare quel limite aveva conseguenze terribili.
Zachary si rifiutò di assecondare la tristezza per la sua morte che cercava di infiltrarsi nel proprio petto...lâultima cosa di cui il PIT aveva bisogno era un traditore in mezzo a loro.
Ridestandosi dal passato, Zachary osservò Tiara muoversi nella grande sala sottostante, sentendo tintinnare appena i campanelli indiani attorno alla sua caviglia, e pensò a quanto lei somigliasse a sua madre. Avrebbe potuto essere la sua sosia... ma più giovane. Sembrava una bambina nel corpo di una donna, completamente ignara della violenza intorno a lei, ma al tempo stesso più che consapevole.
Aveva la pelle perfetta e abbronzata, e gli occhi ampi di un bambino innocente. Quellâinnocenza era in qualche modo contaminata da una carnosa bocca imbronciata, che gli fece provare il desiderio di assaporarla. Mentre la guardava, capì che si sbagliava...la bellezza di sua madre non reggeva il confronto con quella di Tiara. Il solo guardarla lo faceva sentire come uno stalker ma, invece di nascondersi, la guardò meglio.
Il suo modo di vestire la faceva sembrare uscita direttamente dalla carovana di un clan gitano perduto nel tempo. Era lo stesso modo in cui si vestiva Myra. Immaginò che fosse una tradizione di quella stirpe di negromanti.
Quella sera, il suo top era poco più di una sciarpa a quadri neri, piegata a triangolo e legata attorno al petto, lasciando che i fianchi e la schiena mostrassero la sua pelle sensualmente perfetta. La gonna era pericolosamente bassa sui fianchi, ma copriva tutto il resto fino alle caviglie.
Le porte iniziarono ad aprirsi ed accorse gente da tutti gli angoli del castello, attraversando la sala principale sottostante, e lui si accigliò per la distrazione. Il cellulare di Zachary squillò e lui lo estrasse per leggere il messaggio di testo di Storm.
âRiunione nellâufficio di Ren, porta Jason.â.
âE come diavolo faccio, uso i sali?â mormorò Zachary mettendo via il telefono. Guardando verso lâinfermeria, rimase sorpreso quando la porta si aprì e Jason si affacciò nel corridoio.
Alzò un sopracciglio, chiedendosi se Storm passasse ogni giorno ad apparire e scomparire per far accadere le cose al momento giusto. Il solo pensiero di quanto potesse durare un giorno per il viaggiatore del tempo gli fece venire mal di testa. Ma dâaltra parte, se qualcosa andava storto, Storm non poteva sempre tornare indietro e rimediare, se voleva?
âSono contento di vedere che sei sveglio.â disse Zachary con un sorriso. âHai dormito bene?â
Jason uscì dalla stanza e si avvicinò lentamente a Zachary. âSì, mi sento molto meglio adesso che il marchio è sparito.â Notò il trambusto sotto di loro e chiese âCosa succede?â
Zachary mise un braccio attorno alle spalle di Jason e lo guidò verso le scale. âVuoi vedere qualcosa di veramente figo?â
Jason strinse le spalle âCerto, perché no?â
âBene.â sorrise Zachary. âIl nostro capo ha richiesto la tua presenza...la tua prima riunione ufficiale del PIT.â.
Jason alzò un sopracciglio. âMa io non sono un membro del PIT.â.
Zachary sorrise maliziosamente. âDiciamo che o sei con noi o allâimprovviso ti ritroverai con una grave amnesia.â.
Jason si allontanò da Zachary con unâespressione preoccupata. Alzando le mani in segno di resa, annuì âFai strada.â .
Quando Zachary rise e si avviò giù per le scale, Jason non ebbe altra scelta che seguirlo... anche se lo fece a distanza di sicurezza.
*****
âHo qualcosa per te.â disse Storm e prese una chiavetta USB dal taschino della camicia.
Ren la prese e la collegò al computer. Sorrise nel vedere la mappa che lui stesso aveva creato... ...solo che questa era più aggiornata. Laddove la mappa originale conteneva solo pochi punti di segnalazione dellâenergia percepita, questa invece somigliava al gioco dei chiodini colorati. Diverse luci colorate ora illuminavano ogni centimetro della città e si estendevano fino alla periferia, alla riserva, persino alle spiagge...ormai erano dappertutto.
âDove lâhai presa?â chiese Ren con timore, alzandosi lentamente dalla poltrona per dare unâocchiata al grande schermo sul muro.
Storm si guardò le mani e sembrò esaminarle con grande interesse. âDa te.â.
Prima che Ren potesse dire qualcosa, le porte del suo ufficio si aprirono allâimprovviso e alcuni membri del PIT tornati al castello entrarono. Ren sentì i poteri accumulati nella stanza e si sforzò per tenere sotto controllo il proprio potere. Anche se il suo viso mostrava fastidio allâesterno, dentro di sé era quasi nel panico.
Cercando il potere in grado di bloccare le emozioni che aveva percepito prima, Ren lo assorbì e sentì il proprio mondo stabilizzarsi di nuovo. Fece un cenno quando Zachary entrò e raggiunse lui e Storm alla scrivania.
Zachary osservò attentamente i presenti, evitando fugacemente la zona in cui Tiara era in piedi, solo per dimostrare a se stesso di poterlo fare. Era più difficile di quanto pensasse. Quando il suo sguardo si posò su di lei, la vide sussultare e guardare subito verso Storm. Zachary si accigliò ed incrociò le braccia sul petto, chiedendosi il perché di quella reazione.
Jason si guardò intorno alla ricerca di Angelica e rimase deluso quando non la vide tra quel gruppo eterogeneo. Si appoggiò al muro giurando di aver appena visto un ragazzo teletrasportarsi nella stanza. Un secondo prima il posto accanto a lui era vuoto...e quello dopo non lo era più.
Guy cercò subito Tiara con lo sguardo e pensò al modo migliore di avvicinarla per il suo piano. Aveva appena trascorso le ultime ore a mettere a soqquadro la propria stanza e quella di Carley, nel tentativo di trovare un incantesimo per ciò che aveva in mente.
Durante la sua furia provocata dal dolore, si era ricordato che Carley ne aveva trovato uno in uno dei suoi âacquistiâ, come chiamava le pergamene rubate. In quel momento i due ci avevano scherzato un poâ su, credendo che non avrebbero mai avuto bisogno di riportare in vita i morti.
Era un antico incantesimo che era stato trascritto da un antico testo...un modo per riportare in vita i morti. Questo, però, avrebbe soltanto legato lo spirito al mondo terreno, continuando ad essere attaccato al regno spirituale. Insomma, Carley sarebbe diventata un fantasma.
Guy sapeva che câera unâaltra parte dellâincantesimo che avrebbe permesso a Carley di riavere il proprio corpo, ma serviva il potere della negromanzia perché funzionasse. Tiara era lâunica che avrebbe potuto aiutarlo a riportare in vita Carley... era necessario il suo potere per riunire lâanima di sua sorella con il suo corpo.