Fortuna Ilaria - Night Light стр 6.

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“Vuoi un cosa?” chiese Michael.

“Se dobbiamo vivere insieme, allora voglio un cucciolo.”

Michael dovette sorridere al suo vecchio amico. A quanto pare l’amore di Kane per i cani non era diminuito nel corso dei decenni.

Capitolo 3

“Allora, cosa succede con Micah?” chiese Nick a Steven mentre entravano nel parcheggio accanto alla chiesa e parcheggiavano tra due bus.

“Come al solito Micah e Quinn hanno litigato su chi detta le regole e Micah se n’è andato per staccare la spina.” rispose Steven uscendo dalla macchina. Trovava ancora divertente che tutti i giaguari guidassero... esatto... giaguari. “Diamine, hanno imparato a combattere l’uno dall’altro, quindi non è un grosso problema se si mettono al tappeto a vicenda.”

“E allora perché non è tornato?” sottolineò Nick.

“È questo il punto, no.” sospirò Steven. “Quinn pensa che Micah sia scappato, ma io dico che c’è dell’altro.”

“Come fai ad esserne sicuro?” chiese Nick con curiosità.

“Perché Alicia era tornata a casa solo da un paio di settimane, prima che lui scomparisse. Micah aveva contato i giorni che mancavano al suo ritorno. Anche quando Nathaniel era vivo, era Micah a farle da padre. Non se ne sarebbe mai andato all’improvviso ora che lei è a casa.” Strinse le spalle e aggiunse “Se invece avesse deciso di abbandonare la famiglia l’avrebbe almeno portata con sé.”

Nick annuì chiedendosi se i vampiri fossero responsabili della sparizione di Micah. In un modo o nell’altro non era affatto un buon segno, quindi per il bene di Micah Nick sperava che avesse soltanto perso la ragione e non l’avesse ancora ritrovata. Domani avrebbe fatto altre domande ad Alicia.

Steven alzò lo sguardo verso l’enorme chiesa con tutti i suoi intagli intricati e le statue. Il fatto che sembrasse importata da Roma la diceva tutta sul denaro che dovevano avere gli umani peccatori che avevano abbellito il portone. I più ricchi erano i più peccaminosi, è per questo che ostentavano in tal modo la propria religione.

La verità era che il sindaco della città veniva in questo luogo per stringere mani e poi scambiare soldi con la mafia ogni Domenica dopo la messa. Quindi la domanda che si poneva era... perché quella ragazza era qui da sola nel cuore della notte?

La chiesa era quasi buia tranne che per un paio di finestre da cui si vedeva ancora una luce al secondo piano. Da come ricordava, probabilmente quella era la zona degli uffici. Si chiese se il sacerdote che aveva lasciato al sicuro nell’armadio in realtà vivesse qui. Era qualcosa a cui non aveva pensato fino ad ora. I cattolici erano molto riservati, lo ammetteva.

Aveva già detto a Nick tutto quello che era accaduto l’altra notte... beh, quasi tutto comunque. Non gli avrebbe detto neanche per sogno dell’episodio della tunica da corista. Scuotendo la testa, Steven spinse la porta d’ingresso aspettandosi di trovarla chiusa a chiave ma, purtroppo, essa si spalancò.

“Non è una mossa intelligente.” Nick aggrottò la fronte mentre estraeva dalla manica il coltello con il manico d’osso ed entrò. “Dopo quello che è successo l’altra sera, pensavo che avessero iniziato a chiudere le porte a chiave.”

“Forse, come dice il proverbio... la porta è sempre aperta.” Steven strinse le spalle, ma entrò con cautela. “O forse il vecchio prete aspetta visite.”

“Ripeto, non ha molto senso.” Nick scattò sapendo che loro non erano le uniche creature paranormali all’interno dell’edificio. “Sento odore di esseri umani al piano di sopra, ma c’è qualcos’altro qui e dubito che sia venuto a confessarsi.”

“Vado ad assicurarmi che il prete stia bene. Se trovi dei vampiri, sii astuto e lasciali stare finché non chiamiamo rinforzi.” Steven si avviò su per le scale lasciando Nick a prendere la propria decisione.

Nick annuì e cominciò ad ispezionare il seminterrato della chiesa. Di solito peggiori erano i mostri…più in profondità si trovavano. Non si preoccupò di nascondersi mentre indagava perché il nemico riusciva a vedere al buio come lui.

Trovando la porta con la scritta ‘Seminterrato’, Nick la aprì e scese subito le scale. Arricciò il naso per il tanfo malsano e umido, e starnutì. Aveva sempre odiato gli scantinati.

Steven stava facendo la stessa cosa al piano di sopra, apriva le porte e sbirciava mentre proseguiva. Vedendo la luce filtrare da sotto la porta dello stesso ufficio dell’altra sera, questa volta bussò. Poteva sentire l’odore al di là della porta e capì che il vecchio era solo.

“Sei tu, Jewel?” disse la vecchia voce.

Steven fece un passo indietro quando la porta si aprì... lui e il prete si trovarono faccia a faccia. Il vecchio viso gentile dall’espressione pacata cambiò lentamente, i suoi occhi si spalancarono e le labbra si aprirono. Steven alzò la mano sapendo cosa sarebbe successo dopo, e non rimase deluso quando il prete cercò di chiudergli la porta in faccia.

Spingendo contro la porta, Steven entrò nella stanza lasciando che il peso del vecchio sulla porta la facesse chiudere dietro di sé. Girandosi intorno, afferrò la prima arma che trovò e la lanciò attraverso la stanza infastidito. “Te l’ho già detto, non sono un vampiro.”

“Mi sono svegliato nell’armadio.” gli ricordò il prete mentre andava dietro la sua scrivania. Steven sospirò mentre guardava le mani del vecchio rovistare nella scrivania, ovviamente in cerca di un’altra arma. Alzò un sopracciglio vedendo le dita stringere una robusta spillatrice.

“Non voglio farti del male.” lo informò Steven. “Ma se non lasci andare la spillatrice, ti sveglierai di nuovo in quell’armadio.” Annuì con gratitudine quando l’uomo la posò lentamente e si drizzò in tutta la propria altezza, che era scarsa rispetto alla sua.

“Ho la sensazione che tu non sia venuto qui per confessarti.” Si percepiva ancora paura nella voce del vecchio.

“Oh padre, so che ho peccato.” Steven sorrise ma vedendo che la battuta non fu capita afferrò una sedia e la girò, notando che l’uomo trasalì a quel rapido movimento. Si trattenne dal roteare gli occhi e si mise a cavalcioni sulla sedia, abbassando le braccia sullo schienale. “Non conta niente che io sia in parte il motivo per cui sei ancora vivo? Se non ti avessi tenuto alla larga, ora forse non saresti più dalla parte degli angeli.”

“Come hai fatto...” il prete sembrò improvvisamente più vecchio mentre andava dietro la scrivania e si sedette pesantemente. “Quando sono venuto, sono andato al piano di sotto e ho trovato degli estranei che mettevano a posto. Il disordine… Sono rimasto nascosto. Erano così rapidi e silenziosi. Tu saresti capace di tutto questo?”

“Mi crederesti se dicessi che avevamo un angelo dalla nostra parte?” Quando l’uomo alzò il mento e gli lanciò uno sguardo duro, Steven continuò “Il mio amico ed io siamo qui per assicurarci che la chiesa sia ancora pulita.”

“Pensi che ce ne siano altri?” il prete si strofinò il viso.

“So che ce ne sono altri. La domanda è, sono qui?” Steven si alzò sapendo di aver lasciato Nick da solo per troppo tempo. Il suo amico era noto per essere impavido e questo lo rendeva nervoso. “Non vogliamo che si ripetano gli eventi dell’altra sera.”

Il prete lo guardò attentamente come se fosse alla ricerca di una bugia. Infine, l’anziano sospirò e annuì con la testa “Va bene, per qualche motivo ti credo. Talvolta le strade del Signore sono infinite. Fate ciò che è necessario.”

“Speriamo di non trovare nessun demone stavolta... e tu puoi rimanere sveglio se prometti di restare qui.” Ricordò ciò che il sacerdote aveva detto quando aveva aperto la porta. “Aspettavi qualcuno?”

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