Fortuna Ilaria - Legami Di Sangue стр 9.

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Quello che più lo esaltava di Ren era che i computer riuscivano a renderlo felice quanto il potere. Ren era un succubo sotto tutti gli aspetti. Se era vicino ad un computer, si alimentava della sua potenza quasi come un download...ma la sua identità di succubo gli permetteva anche di prendere il potere di chiunque e usarlo per sé.

Ad esempio...se era vicino ad un mutante, era in grado anche lui di trasformarsi. Se era vicino ad un demone, allora aveva tutto il potere di quel particolare demone, ma il lato negativo era che sembrava di usare uno specchio. Non poteva privare il demone dei suoi poteri. Entrambe le parti avrebbero avuto lo stesso potere, quindi non sempre la situazione era vantaggiosa...soprattutto quando l’avversario aveva il potere da più tempo e sapeva usarlo meglio.

L’unico modo in cui Ren poteva sfruttare la cosa era che, se aveva a che fare con più poteri paranormali, allora bisognava stare attenti perché poteva usarli tutti a suo vantaggio.

Un altro punto negativo era che Ren non si trovava bene in squadra quindi rifiutava un partner, il che era un vero peccato. Storm avrebbe potuto affiancargli persone potenti e lui avrebbe potuto emulare chiunque di loro. Anche ora, se Ren voleva teletrasportarsi al centro del mondo e cinquant’anni indietro nel passato, poteva farlo. Per fortuna non era interessato a questo genere di cose. Storm vide la luce negli occhi di Ren spegnersi quando si destò dal mondo del cyberspazio.

Ren sbatté le palpebre e allontanò le mani dalla tastiera per appoggiarsi alla sedia girevole. “Nessuno sa che sono qui?”

“Solo Zachary.” ammise Storm, sapendo che stavano per litigare a riguardo. “Zachary dovrà tenere d’occhio la maggior parte di quelli che sono già qui.”

“Perché non mi piace come suona la cosa?” Ren strinse gli occhi ma ebbe la sensazione che fosse una battaglia persa. “Come mi spieghi la villa e l’organizzazione? Vuoi corrompermi?”

Storm alzò un sopracciglio. “È un po’ difficile corrompere qualcuno che è capace di andare ad un bancomat e ‘convincerlo’ a dargli i soldi.”

“Stai evitando la domanda.” sottolineò Ren.

“Ho lasciato che ti nascondessi alle squadre investigative per tutto questo tempo e, diamine... mi sono addirittura unito a te nella tua solitudine più volte di quanto avrei dovuto.” Storm alzò una mano quando Ren fece per ribattere. “Hai sempre detto di dovermi un favore...adesso te lo sto chiedendo.”

“E favore sia.” La voce di Ren aveva perso acutezza per il suo onore. Storm aveva ragione...gli doveva la vita e lui non lo avrebbe chiamato per qualcosa di stupido.

Storm iniziò a camminare avanti e indietro accanto alla scrivania. “L’unica vera risposta che posso darti al momento è che sei qui per aiutarmi a combattere. Chiederò molti favori stavolta. Porterò in città la migliore squadra del PIT e tu sei promosso a mio vice.”

“Che fortuna.” Entrambi ignorarono che queste parole fossero state pronunciate senza alcuna emozione.

“Zachary sarà responsabile se accade qualcosa.” Storm fece un’importante considerazione. “E prima o poi dovrete scambiarvi informazioni, voi due...soprattutto se io non sono reperibile.”

“Beh, questo non mi suona bene.” Ren si accigliò, chiedendosi silenziosamente perché Storm non avesse ancora le risposte alle sue stesse domande. Per qualcuno capace di viaggiare nel futuro era strano non sapere chi avrebbe vinto una guerra.

“Non sarò in giro per un po’ poiché dovrò rintracciare buona parte delle squadre. Anche se lavorano in coppia hanno la cattiva abitudine di scomparire dal radar e seguire casi per conto loro quando li trovano.” Si passò le mani tra i capelli. “Sarà difficile rintracciarli persino per me.”

“E quando li scaricherai qui io dovrò fargli da babysitter?” gli chiese Ren, desiderando un chiarimento.

“No.” Storm scosse la testa e sorrise a quel pensiero. “Non sono bambini. Il loro compito è uguale al tuo...proteggere la città. Comunicare tra voi sta a te. Ma con il tuo potere, puoi creare una griglia della città per mostrare loro quali sono tutte le zone calde. Questa è solo la base, per ora. Tu e Zachary sarete gli unici a potermi contattare quando non ci sono.”

“Sul serio?” Ren scuoteva la sedia avanti e indietro, incuriosito da tutto quel mistero. “Pensavo di essere io l’asociale tra me e te.” dichiarò Ren. “Hai intenzione di scomparire?” Doveva essere uno scherzo...ma, quando notò l’espressione di Storm, smise di dondolarsi sulla sedia.

Storm si strofinò la nuca, dovendo stare molto attento alle proprie parole. “Sono un viaggiatore nel tempo in questa dimensione, ma se in un’area le pareti dimensionali sono assottigliate o rotte... ...allora il mio potere viene rifiutato.” Per dirla con un eufemismo.

Capire Storm era diventata una scienza per lui e Ren capì improvvisamente la ragione per cui Storm non sapeva chi avrebbe vinto la battaglia. “Fin qui ti seguo.” gli disse.

Storm si avvicinò alla grande finestra che si affacciava sull’oceano e picchiettò sul vetro. “Questo vetro è più che antiproiettile.” Sospirò mentre si girava e vi si appoggiò. “Ma non protegge dal male.” Fece un cenno con la testa verso il divano da cui si era appena alzato e sussurrò parole dimenticate dalla storia.

Ren gridò quando il soffitto e il pavimento si illuminarono con un ampio cerchio che circondò buona parte del lato destro della stanza, con il divano al centro. Poteva anche vedere le pareti luminose della barriera, che collegavano il cerchio sul soffitto al cerchio sul pavimento.

“Che cos’è?” Cercò di trattenere lo stupore dalla propria voce ma fallì miseramente.

“In termini tecnici...è una trappola per demoni.” rispose Storm, gongolando del fatto di aver ufficialmente stupito Ren, cosa molto difficile da fare. “Va’ avanti...cammina attraverso la barriera. Non ti farà del male.”

Ren allungò una mano ma si fermò prima di toccare. “Devo aspettarmi un ospite demoniaco?”

Storm inclinò la testa. “Lascia che ti ricordi una cosa. Se un figlio di caduti ti si avvicina, allora sarai tu a diventare...il demone.” Abbassò la voce facendola suonare terrificante mentre diceva ‘il demone.’ Lui e Ren non erano d’accordo a riguardo. Ren aveva ancora pregiudizi su tutto quello che non capiva.

Ren fece un passo indietro da ciò in cui Storm gli diceva di entrare. Ci mise alcuni secondi per pensare ad una buona risposta. “Almeno sarò io quello che sa dov’è la chiave della gabbia. La domanda è...come faccio ad intrappolarli, metto esche per demoni sul divano?”

Storm sorrise e spinse Ren nel cerchio.

Ren girò su se stesso e fece per tornare verso Storm, ma si imbatté in quello che gli sembrava ghiaccio. Indietreggiando, poggiò i palmi su di esso e rimase stupito nel vedere le pareti della barriera incresparsi dove lui l’aveva toccata, come se la superficie fosse fatta di acqua.

Colpendola di nuovo ringhiò verso Storm “Io non sono un demone!”

Storm alzò un sopracciglio “Bene, sono contento di avere questa nel nostro sistema.”

Ren colpì il muro di...qualsiasi cosa fosse fatto.

“Rilassati, ho modificato l’incantesimo per intrappolare tutto quello che non è umano e siccome tu sei un succubo e io sono a portata di mano...” sorrise di nuovo, sapendo che questa era una lezione che Ren doveva imparare. “A meno che tu non voglia darmi del demone?”

“Ho capito. Spingo la cosa nel cerchio e non devo entrare nella trappola. Ora fammi uscire.”

Storm pronunciò l’incantesimo quasi allo stesso modo di prima, cambiando solo poche sillabe.

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