Delio Zinoni
LIA
Publisher:
Tektime - Traduzionelibri.it
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Indice dei contenuti
DEDICA
(0) NEL DESERTO
(1) LA STRADA
(2) IL TEATRO
(3) LA RECITA
(4) LIA
(5) LA TORRE
(6) ESTATE
(7) LA PROVA
(8) L'ALCHIMISTA
(9) IL CORTILE SENZA NOME
(10) LA MAPPA
(11) STORIE TRAGICHE
(12) LA FALENA LUNARE
(13) LA FESTA DELLE MASCHERE
(14) LA SIRENA
(15) OCCHI DI GATTO
(16) L'INDAGINE
(17) LA LEZIONE DELL'ACQUA
(18) LA CISTERNA
(19) IL CARRO
(20) ARQUIN
(21) MYRTILLA
(22) LARISSA
(23) GRENDEL
(24) I CACCIATORI
(25) I DUE AMANTI
(26) LA STORIA DI LY
(27) LA LEZIONE DI BARAN
(28) GYENNA
(29) IL MERCATO
(30) LA STORIA DI GERTRID
(31) OSSA
(32) ARGYRIA
(33) L'IMPRESA SI ANNUNCIA PIÃ DIFFICILE DEL PREVISTO
(34) GYON BALASCO
(35) I BURATTINAI
(36) IL BALLO
(37) SPECCHI
(38) LA SALA DELLE MAPPE
(39) L'ORCHESTRA
(40) LA BIBLIOTECA
(41) GLYSS
(42) LA SECONDA LUNA
(43) IL MAESTRO
(44) LE CAMPANE DI MORRAINE
(45) GLI UCCELLI
(46) ALTRI UCCELLI
(47) AQUILA E SPARVIERO
(48) LA STORIA DI QROM
(49) SULLE MURA
(50) IL CIMITERO DELLE MACCHINE
(51) LA CATTEDRALE
(52) LA LAGUNA
(53) XON
(54) CADAVERI
(55) LA FORESTA
(56) IL CAVALIERE
(57) L'EREMITA
(58) IL DUELLO
(59) ALLA LOCANDA DEL PORCOSPINO
(60) DOMANDE
(61) MAEZEL
(62) IL CAPITANO D KYROS
(63) APPARIZIONI
(64) FOGLIE
(65) I LEMURI
(66) TOMBE
(67) ALMIDAVILLA
(68) BARKARA
(69) ISOLE
(70) LA STORIA DI LIA
(71) OSIANNA
(72) PIRATI
(73) LA SIRENA MASCHERATA
(74) L'UCCELLO DALLE PIUME D'ORO
(75) LA LEZIONE DI MACCUS
(76) LARKIN
(77) ALL'INSEGNA DEI DUE SERPENTI
(78) DARSHANI
(79) JUES
(80) IL TRONO SULLA TORRE
(81) IL LAGO DELLE ANIME PERDUTE
(82) NOTTE SUL FIUME
(83) COME NUOTATORI
(84) CONGEDI
(85) EREC
(86) L'OMBELICO DELLA DEA
(87) FENISSA
(88) QETTA
(89) NAUFRAGI
(90) DAR-MOR
(91) OCCHIO DI GIADA
(92) IL MONASTERO
(93) ORG-MARNA
(94) CHAN DRA
(95) LA LUNA SPEZZATA
(96) CONGIUNZIONE
(97) IL COLOSSO
(98) LA NAVE DI VETRO
(99) CORONA E SERPENTE
(100) PIANTARE UN SEME NELL'ANIMA
(101) COLPIRE IL BERSAGLIO NELLA MENTE
(102) JAG
(103) LA TEMPESTA
(104) LA CASA DELLE STORIE
(105) L'ALBERO DEGLI SPIRITI
(106) LA FARFALLA
(107) KHETA
(108) LA PORTA
(109) L'UCCELLO GARUMA
(110) LA MADRE
(111) ENIDE
(112) VENT'ANNI DOPO
(113) L'ARAZZO
(114) DEMONI
(115) L'OSSERVATORIO
(116) AURORA SORGENTE
(117) NEL GIARDINO
(118) LA CRIPTA
(119) ANYA
(120) TUTTE LE STORIE DEL MONDO
APPENDICI
Ringraziamenti
DEDICA
a E. Z. ... multa per aequora
(0) NEL DESERTO
Il foglio bianco è simile a un mare di insondabile profondità . Da esso può affiorare qualsiasi cosa: sirene e leviatani, perle e vecchie scarpe.
La somiglianza non era sfuggita agli antichi, che spesso hanno paragonato la scrittura ad un viaggio marino; e a navi, vascelli e barche il loro ingegno avventuroso.
Altri, allâopposto, hanno affermato che tutto è già stato detto, tutto è già stato scritto. Perciò hanno preferito unâaltra metafora, e altre onde: quelle del deserto. Infatti, a differenza del mare, il deserto non nutre nel suo fondo creature vive, e ciò che affiora sono solo i relitti di civiltà trascorse. Elmi di guerrieri, ossa di giganti, pietre di fortezze. Tutto ciò che un tempo era splendido, viene macinato dalla sabbia e ridotto a sua sembianza. Solo quanto è già stato fatto dagli uomini ricompare fra le dune.
Questi due oceani sono perciò opposti? Forse no. Poiché alcuni saggi sostengono che un tempo i deserti erano mari di acqua. E portano a dimostrazione di questa loro affermazione rocce in cui compaiono impronte di conchiglie e di pesci. E se un tempo i deserti erano colmi di vita forse un giorno ne produrranno ancora, di nuova.
Inoltre, senza cercare con lo sguardo epoche lontane del passato o del futuro (poiché la brevità della vita umana impone moderazione anche al pensiero), non esistono forse nel deserto le oasi? Come questa dove sto scrivendo. Nel grande mare del deserto, la vita fiorisce: fontane sgorgano, dove nuotano pesci; ci sono alberi da frutto, e prati dove brucano le capre. Giardini chiusi da mura, e uccelli di ogni specie fra i rami. E le acque di questa oasi, come tutte le acque del mondo, torneranno prima o poi in quell'immenso Oceano che abbraccia tutte le terre.
Perciò, forse, questi due emblemi non sono troppo dissimili.
In entrambi i casi, per chi non cerca lâattenzione di unâora, o lâorecchio distratto del mercante, accingersi a scrivere suscita sgomento nel cuore; la sensazione di essere in bilico fra lo smarrirsi e la futilità .
E tuttavia, la storia che ho sentito raccontare quando ero giovane da uno straniero che aveva attraversato il mare e il deserto, e in cui io stesso ho avuto una piccola parte, non appare indegna di essere narrata nuovamente e scritta, affinché non cada nell'oblio. Perciò, giunto ormai al mezzo della mia vita e avendo troppo indugiato, io, Djab ab-Varani, con lâaiuto del Signore, mi accingo a mettere sulla carta per la prima volta la storia degli amori di Arquin e Lia.
(1) LA STRADA
Lungo la strada che dalle montagne conduce al mare cambiò il mio destino.
La strada è in salita in quel punto, e io correvo per raggiungere il vecchio cimitero dove mi attendevano i miei amici e compagni, cavalieri di ventura fra i boschi e i casolari abbandonati intorno a Morraine.
Avevo compiuto da poco dieci anni.
Qui lâuomo si interruppe, scrutando fra le braci, e noi, ai margini del cerchio di luce arancione, trattenemmo il respiro, in attesa.
Come inizio di una storia non era in verità molto promettente. Ma noi naturalmente non potevamo fare a meno di chiederci quali avventurose vicende avessero mai portato lâuomo dalla folta barba grigia a naufragare nel nostro mare di sabbia.
Correvo, riprese lâuomo con la sua pronuncia incerta, rallentando spesso per cercare le parole di una lingua che gli era estranea, e il cuore mi batteva forte, un poâ per la corsa, un poâ per lâansia dei giochi, e il sangue mi pulsava nelle orecchie, e fu per questo che non sentii il carro che arrivava da dietro una curva, lungo la discesa. Il guidatore tirò le redini, i cavalli sbuffavano scalpitando, nel tentativo di fermarsi, i sassi schizzavano sotto gli zoccoli, ma il carro era grande e pesante.
Poi mi trovai sospeso a qualche braccio di altezza e guardavo tutta la scena: io steso a terra, il carro che si era messo per traverso sulla strada, la gente che scendeva correndo verso il mio corpo.
Lâuomo spalancò le braccia, guardandoci con occhi grandi che riflettevano le fiamme, e quel suo sorriso che allora non riuscivo a definire, ma che è la cosa che ricordo meglio di lui, e ripensandoci, aveva questa qualità : che riusciva ad essere malizioso e infantile insieme. E in quel momento ci sfidava a credere alle sue parole.
Ero morto, disse con voce più profonda, balzando in piedi e facendo un passo verso di noi che eravamo più piccoli, cosicché io feci un mezzo balzo indietro da dove ero seduto, per terra, e mi aggrappai a mia sorella. E sebbene lei avesse tre anni più di me, sentii che anche il suo cuore batteva forte.
Le foglie del bosco erano nitide come se un artista le avesse ritratte una per una dopo un temporale, in quella primavera calda che riempiva lâaria di pollini ed esplodeva di verde. E sul fianco del carro, che sembrava una casa su ruote, con tetto e piccole finestre, câera una scritta.
DOTTOR LELIUS ABRAMUS
Mago, Veggente e Burattinaio
e il suo straordinario spettacolo di
Trapezisti Giocolieri Domatori Saltimbanchi
Prestigiatori Equilibristi Pagliacci Pirofaghi
Sul retro del carro, un emblema: una sirena, con la faccia per metà nera per metà bianca, per metà triste per metà lieta. Ma non era la faccia: era una maschera. E non era sul volto, ma sulla nuca, perché guardando bene i particolari anatomici, si poteva capire che la sirena volgeva la schiena.
Qualcuno era chino su di me, cioè su di me steso a terra: un uomo vestito di scuro, con una grande barba. Io ero molto pallido, e fu solo in quel momento che ebbi paura, sebbene mi sentissi molto bene sospeso in aria. âMamma, mamma,â pensai.