Brenda Trim - Il Guerriero Depravato стр 6.

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Il SOVA era il suo unico scopo di vita da quando il suo promesso sposo laveva lasciata. Il bastardo era talmente disgustato dallaspetto di lei dopo lattacco subito da troncare la relazione. Meglio così. Si prefissò di non vivere nel passato.

Si issò nuovamente in piedi e avanzò zoppicando, decisa a frapporre più distanza possibile tra sé e il vampiro. Indubbiamente quel mostro sarebbe stato arrabbiato se fosse sopravvissuto allattacco, e sicuramente si sarebbe messo sulle sue tracce. Si ritrovò a sperare che il vampiro fosse ancora vivo; doveva ammettere che la elettrizzava il pensiero di lui che le dava la caccia. Era trascorso molto tempo dallultima volta in cui qualcuno laveva fatta eccitare.

Qualche metro più là si rese conto di essere più ferita di quanto pensasse. Le faceva male tutto dalla caduta, e la caviglia le pulsava dal dolore. Quando si guardò intorno notò un albero il cui tronco era cavo, quindi vi si rannicchiò allinterno. Doveva riposare. Una volta nel tronco chiuse gli occhi e restò allerta. La colse di sorpresa rendersi conto che i rumori circostanti non erano così diversi da quelli del proprio mondo, con gli insetti e gli uccelli che svolazzavano in giro. Pregava che non ci fossero tanti dannati serpenti, perché se cera una cosa che odiava più dei vampiri erano i serpenti.

Quando Mackendra portò indietro il capo, la stanchezza ebbe la meglio su di lei. Aveva i polmoni in fiamme a causa della fatica e del fumo che aveva inalato, ma almeno respirava con più agevolezza. Si stava per addormentare quando la raggiunse un dolore lancinante al braccio destro, a cui seguì la sensazione che un milione di formichine le stessero camminando sulle braccia. Si affrettò quindi fuori dallalbero e si strofinò gli arti; fu in quel momento che si accorse di essere ricoperta dai ragni più grandi che avesse mai visto.

Prese a urlare dallo spavento nel togliersi di dosso gli insetti, e li schiacciò con i piedi quando caddero a terra. Buon Dio, le erano finiti anche nei capelli e si stavano facendo strada nella maglietta. Scosse il capo e si tolse il top, pestandolo una volta al suolo. Simmobilizzò qualche minuto più tardi, quando non percepì altro movimento sulla pelle. Quindi abbassò il capo e notò il cimitero dinsetti di cui era artefice.

Mackendra aggiunse i ragni alle creature che odiava. Si rese conto che la lista si stava facendo abbastanza lunga. Fece quindi ritorno allalbero, dove si riappropriò dello zaino. Faceva ancora fatica a prendere un respiro profondo. Aveva la bocca secca e le braccia infiammate a causa dei morsi degli insetti. Era disidratata, e quando estrasse dalla sacca una bottiglietta dacqua ne prese un sorso generoso. Doveva però preservare le proprie scorte, quindi si impose di smettere di bere nonostante avesse ancora sete. Aveva le vertigini e vedeva i puntini di luce. Si ricordò del kit di pronto soccorso e lo spray antisettico, di cui si ricoprì le braccia.

Saltellò sul posto quando lirritazione cutanea non fece che peggiorare. Quando prese a sudare freddo le sovvenne che probabilmente quei demoni a otto zampe erano velenosi. Perse un battito, come a confermare la propria teoria. Si mise a sedere tra le foglie primaverili; aveva la vista offuscata e il petto come costretto. Abbandonò il busto allindietro, rivolgendo lo sguardo alle fronde degli alberi. Si chiese se sarebbe stata la propria fine. Non sarebbe stata la ciliegina sulla torta se fosse morta in una giungla di un pianeta dimenticato da Dio? La sua solita fortuna, pensò, prima che tutto si fece nero.

CAPITOLO DUE

Kyran grugnì nel rotolare a terra per mettersi a sedere. Non gli tornava in mente lultima volta in cui era stato colto alla sprovvista, il che lo fece sorridere. Mackendra era tutto fuorché prevedibile. Kyran notò che la ferita era guarita nonostante fosse trascorso solamente qualche minuto. Negli esseri soprannaturali la pelle era il primo elemento che si rimarginava, trattenendo la maggior quantità possibile di sangue; erano gli organi a impiegare più tempo per sanarsi.

CAPITOLO DUE

Kyran grugnì nel rotolare a terra per mettersi a sedere. Non gli tornava in mente lultima volta in cui era stato colto alla sprovvista, il che lo fece sorridere. Mackendra era tutto fuorché prevedibile. Kyran notò che la ferita era guarita nonostante fosse trascorso solamente qualche minuto. Negli esseri soprannaturali la pelle era il primo elemento che si rimarginava, trattenendo la maggior quantità possibile di sangue; erano gli organi a impiegare più tempo per sanarsi.

Quando abbassò lo sguardo notò il lago di sangue che aveva perso. Presto avrebbe dovuto cibarsi, e la sua mente si spostò immediatamente sulla femmina che aveva causato lemorragia. Mack era in debito con lui, e gli sarebbe piaciuto quando si sarebbe fatto ripagare. Con la coda dellocchio vide il pugnale di lei che brillava alla luce della luna, quindi lo raccolse. Nel soppesare loggetto tra le mani Kyran dedusse che si trattava di un coltello di titanio di alta qualità, la cui fabbricazione era chiaramente frutto di abilità e cura. Era maestoso, e si chiese dove la ragazza se lo fosse procurato.

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