Brenda Trim - Il Guerriero Depravato стр 11.

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Quella femmina era fatta per lui, che le piacesse o no. Non avrebbe sprecato energie a contrastare il Destino, e non vedeva lora di dimostrare a Mackendra cosa fosse il vero piacere. Lei lavrebbe indubbiamente affrontato, e lui avrebbe raccolto il guanto di sfida.

CAPITOLO TRE

Riprese improvvisamente conoscenza. Mackendra era coricata a occhi chiusi, era confusa e allo stesso tempo provava sollievo. Lultima cosa che si ricordava era tanti schifosissimi ragni enormi che la mordevano. Le avevano ricoperto ogni centimetro di pelle, penetrandole freneticamente la carne. Gli insetti le avevano lasciato innumerevoli segni gonfi sulle braccia e sul torso, e quando lacido le aveva raggiunto le vene, Mackendra si era resa conto che i ragni erano velenosi. Era scioccata di essere viva. Non si aspettava di riprendersi dopo aver sentito gli organi liquefarsi. Non aveva idea che fosse possibile provare dolore al fegato e al diaframma. La ragazza non poteva fare a meno di chiedersi come avesse fatto a non morire.

Aprì gli occhi quando qualcosa le sfiorò un braccio. Si mise a sedere talmente velocemente da farle girare la testa. Sollevò le braccia e le osservò. Non solo non aveva più ragni addosso, ma erano spariti anche i segni dei morsi. Si accarezzò il seno e il ventre, ma anchessi erano intonsi, ovviamente a eccezione delle cicatrici già presenti. Comera possibile? Le venne la pelle doca. Aveva stranamente molta energia in corpo nonostante fosse stata in punto di morte poco tempo prima. Che cosa stava succedendo?

Nulla aveva avuto senso da quando si era risvegliata circondata dalle fiamme nella propria camera da letto. Molto probabilmente casa sua era andata distrutta, e si ritrovava in un luogo sinistro circondata da Dio solo sa che razza di creature; inoltre era appena sopravvissuta allattacco di ragni velenosi. Senza contare che probabilmente in quel momento un vampiro le stava dando la caccia. Provò un brivido lungo la schiena come ad avvertirla.

Era ora che ti svegliassi udì pronunciare in forte accento scozzese dietro di sé. Balzò in piedi dallo spavento, e quando si voltò si trovò faccia a faccia con lui. Mackendra notò che luomo aveva contratto un muscolo della mascella quando si guardarono. Una brezza tiepida le accarezzò la pelle nuda, e si rese conto che stava fissando un vampiro senza maglietta. Lo stesso vampiro che aveva pugnalato al cuore. Provava disagio quando raccolse velocemente il proprio top da terra prima di indossarlo senza nemmeno preoccuparsi di pulirlo dalla sporcizia e dalle budella di ragno. Non le piaceva il modo in cui il vampiro la stava guardando come se fosse stato pronto a mangiarla viva. La parte peggiore di quella giornata incredibile era che non sapeva nemmeno se sarebbe stato qualcosa di positivo o di negativo.

Gli occhi di lui le ricordavano un cielo in tempesta. Non riusciva a non chiedersi che cosa lessere avesse in serbo per lei. Lavrebbe uccisa per averlo pugnalato o lavrebbe punita in altro modo? Lespressione sul volto di lui suggeriva che tutto fosse possibile.

Sei abbastanza forte da camminare, bella. Dobbiamo andarcene subito il suo tono imperativo non lasciava spazio a compromesso alcuno.

Cosa? Domandò, confusa dallatteggiamento di lui. Dove stiamo andando?

Devo trovare assolutamente un nascondiglio. Non posso espormi alla luce del sole rispose gettandole lo zaino ai piedi.

Se non mi porti a casa non ho intenzione di seguirti, succhia-sangue sbottò lei con ritrovato coraggio, incapace di tenere la bocca chiusa. Per come la vedeva se avesse avuto intenzione di ucciderla lavrebbe già fatto. Aveva perso i sensi, era ferita e completamente a sua disposizione, eppure non le aveva fatto del male. Lidea in sé andava contro tutto ciò che sapeva riguardo ai vampiri. Avrebbe dovuto succhiarle tutto il sangue e lasciarla morire.

Preparati. Sono certo che qua fuori ci siano delle creature ben peggiori dei ragni. Il suo tono spensierato era quasi credibile; il vampiro giocherellò distrattamente con il coltello di Mackendra prima di mettersi in marcia. La ragazza aveva però notato lespressione irritata di lui prima che la mascherasse agli occhi di lei.

Lo osservò avanzare rivolgendole la schiena, e la ragazza guardò infuriata la lama. Aveva realizzato da sola quel pugnale e lo rivoleva. Dopo diversi tentativi con varie armi e alcuni infortuni, Mackendra si era resa conto che solamente le lame di titanio uccidevano i vampiri. O gli Skirm. Non sapeva ancora per certo se i vampiri e gli Skirm fossero due tipi diversi di creature. Luomo non era diventato cenere, e il suo sangue era rosso e non nero. Inoltre cera qualcosa di strano nel modo in cui gli brillavano gli occhi. Non assomigliavano affatto a quelli delle altre sue prede, attorno alle cui iridi si allargava un inquietante cerchio rosso.

Anni prima, quando aveva intrapreso lattività di caccia ai vampiri, si era resa conto in fretta di dover trovare il modo di fabbricare delle armi. Era stato costoso perdere ripetutamente pugnali e pistole quando aveva esordito cacciando Skirm. Fortunatamente aveva imparato molto grazie al proprio mestiere di meccanico, quindi non le risultò complicato apprendere di come realizzare le armi forgiandole nel proprio braciere in giardino. Aveva scoperto per caso che il titanio uccideva gli Skirm. Aveva impiegato una porzione generosa dei propri risparmi per acquistare del titanio per le armi, una di cui era tra le mani di un vampiro. Si trattava della sua opera migliore, nonché la sua gioia e il suo orgoglio.

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