Mario Micolucci - Il Dono Del Reietto стр 5.

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Ricordava quanto fosse potente il bastone, ma aveva constatato che non lo fosse abbastanza per sopraffare i mostri per antonomasia, i mostri che bastava nominare per raggelare il cuore anche dei più temerari: gli elfi. Ne aveva sentito parlare nei racconti del terrore che si scambiavano al vivaio: erano i più grandi tra loro a raccontarli ai più piccoli per vederli tremare di paura. Ora, lui li aveva visti e, miracolosamente, era ancora vivo: avrebbe voluto raccontarlo agli altri, ma chi gli avrebbe creduto?

Erano terrificanti: alti almeno quanto un umano, dai lineamenti delicati, esili eppure così agili ed energici; avevano la carnagione pallida e grigiastra e i capelli del ripugnante colore dell'argento. Longilinei, affilati e lucenti, gli elfi sembravano delle spade micidiali. La cosa peggiore fu la tempesta che, nel vederli, si era scatenata dentro di lui: aveva sentito un odio ancestrale pervaderlo, un odio che bruciava dentro e che faceva più male dei pugni di Hork. Gli si erano drizzati tutti peli sulla testa e sulla schiena; non riusciva a fare a meno di mostrare le zanne e, a ogni pesante respiro, la bava gli colava copiosamente dalla bocca, mentre il cuore tamburava furiosamente. Aveva dovuto ricorrere a tutto il suo autocontrollo per domare l'orrore e rimanere fermo; il suo corpo avrebbe voluto muoversi d'istinto, non sapeva se per scagliarsi contro di loro o per fuggire.

Stentava a credere che loro, i goblin, potessero in qualche modo discendere dagli elfi. Guardò la sua immagine riflessa sull'acquitrino. Era piuttosto esile, proprio come loro, sì, ma per il resto non c'era nulla di più differente: a partire dalla pelle verdognola e butterata, i lineamenti marcati, i peli radi e ispidi, le zanne, le gambe arcuate, i palmi delle mani e le piante dei piedi forniti di cuscinetti e le unghie come artigli smussati. Gli elfi grigi erano completamente inodori, i goblin, invece, avevano il fiero odore dei lupi.

Come tutti i cuccioli, Djeek, non aveva mai assistito ufficialmente al Rito della Nascita, tuttavia la curiosità e l'interesse lo avevano portato, nell'occasione, a nascondersi in un angolo del vivaio lontano dallo schiamazzo dei suoi compagni. Da lì, aveva potuto udire in maniera fievole, ma piuttosto comprensibile il rullare tamburi, le urla tribali e soprattutto le parole. Durante il Rito, gli sciamani rievocavano l'origine della loro razza, esso prevedeva il sacrificio di un elfo. Purtroppo, negli ultimi anni il confinamento nella Grande Palude li poneva in territori distanti da quelli in cui questi vivevano. Pertanto, veniva usato un fantoccio con addosso qualche accessorio elfico rimediato nei saccheggi. Djeek aveva persino memorizzato le parole del Rituale: esse formulavano una cantilena antitetica a qualsiasi forma di poesia. Cominciò a recitarlo, mentre ripuliva il bastone dalla melma e dalle alghe:

La Guerra dei Quattro volgeva al termine

Tutti avevano perso

I Primi Nati dormivano da tempo

E il Mondo moriva

Idron il Placido, Idron dell'Acqua

Idron l'Inarrestabile piangeva per la sorte degli elfi degli abissi

e grandi tsunami affogavano i viventi in gorghi profondi

Petra l'Affidabile, Petra della Terra

Petra l'Inamovibile tremava per la sorte degli elfi delle profondità

e terribili terremoti inghiottivano i viventi in crepacci bui

Tempèra l'Algida, Tempèra del Gelo e del Fuoco

Tempèra il Furente ruggiva per la sorte degli elfi di brina e di fiamma

e spaventose eruzioni incenerivano i viventi e conseguenti glaciazioni assideravano i superstiti

Spiral il Libero, Spiral dell'Aria

Spiral l'Inafferrabile si straziava per la sorte degli elfi delle nuvole

e inarrestabili uragani risucchiavano i viventi in cieli tempestosi

La Guerra dei Quattro volgeva al termine

Tutti avevano perso

I Primi Nati dormivano da tempo

E Xantis moriva

Energon l'Arbitro, Energon del Magicka, dall'alto della Luna Clessidra taceva e osservava

I Quattro si servivano dell'energia del suo Mondo per plasmare gli elementi

tuttavia Egli la centellinava e scandiva lo scorrere del tempo di cui era padrone

si dichiarava neutrale ma la sua Arena li aveva incanalati verso la condanna

I Quattro erano prossimi ad abbandonare la Tenzone

Energon del Tempo avrebbe regnato anche sulle loro opere

I Dharta suoi figli erano al sicuro nella Clessidra Celeste

non combattevano ma scrivevano e ogni cosa annotavano

La Guerra dei Quattro volgeva al termine

Tutti avevano perso

I Primi Nati dormivano da tempo

E l'Arena degli Dei moriva

Tron il Supremo non era appagato

Egli voleva dichiarare un vincitore

Nessuno dei Quattro aveva prevalso

Tutti avevano perso

Un cambiamento e una perturbazione dell'equilibrio necessitavano

E Tron inviò Corrupto dell'Evoluzione

"Va e fa che la Guerra continui e che ci sia un vincitore

tuttavia dei Quattro nessuno devi avvantaggiare"

La Guerra dei Quattro volgeva al termine

Tutti avevano perso

I Primi Nati dormivano da tempo

E il tutto stava per appartenere a Energon

La Nebulosa Marcia brillò fiera sulla Volta Celeste

Corrupto aprì un varco e da esso emerse il suo Emissario

Il Verme Primordiale era potente quanto un Primo Nato ma presto si sarebbe assopito

Corrupto voleva disporre di servitori indigeni e l'Emissario lo ascoltò

Cercò il magicka nell'impenetrabile Torre di Cenere ne trovò la fonte

Segui le tracce e alcuni Elfi Grigi fuori da essa stanò

in una caverna di lupi si rifugiarono ma con tutta la grotta li divorò

La Guerra degli Quattro volgeva al termine

Tutti avevano perso

I Primi Nati dormivano da tempo

E Corrupto preparava il suo intervento

Nel ventre del Verme per decenni gli elfi furono deturpati

Soffrivano, si dimenavano, cercavano la morte ma non la trovavano

Sprizzavano lampi bluastri di magicka ma il Verme lo assorbiva e lo plasmava

Decomponevano tra spasmi, urla disperate e loro energia in odio mutava

Per decenni furono digeriti e con essi i lupi della grotta, la terra, il fango

Alla fine l'Emissario terminò il suo compito e dal suo ventre noi goblin fummo generati

Destinati a degenerare nella vecchiaia come i lupi mortali vivevamo

Feroci, astuti, letali e prolifici come i lupi ci diffondevamo

La Guerra dei Quattro volgeva al termine

Tutti avevano perso

I Primi Nati dormivano da tempo

E Corrupto si apprestava a regnare su Xantis

Noi goblin ci moltiplicammo a milioni

Tutti i popoli stremati sottomettemmo

Sacrifici a Corrupto in tutta Xantis elevammo

Ciò non piacque a Energon della Razionalità

Egli arrestò lo scorrere del tempo e a Tron rivolse la sua protesta

Ho accolto i Quattro in Magicka, il mio Mondo, per farne l'Arena

Per ere Ti sei appagato del loro scontro, tutto i miei servi hanno registrato

Nessuno dei Quattro ha ancora vinto e Corrupto non è della Contesa

La Guerra degli Quattro volgeva al termine

Tutti avevano perso

I Primi Nati dormivano da tempo

Ma Limpa giunse a perseguitarci

Tron divertito dai nuovi risvolti decise di allargare la Contesa

In antitesi a Corrupto inviò Limpa della Conservazione

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