Uh, non esattamente. Speravo solo che non fosse lattrazione della serata, visto che cerano anche alcuni miei colleghi. Avevo spinto via la tazza. Forse tre tazze e mezza di caffè erano troppe.
Oh, tesoro. Yvette si era messa a ridere, allentando parte della tensione che provavo. I tuoi colleghi si ubriacano persi alle tue feste. Lultima cosa che fanno è giudicarti per le tue attività sessuali.
Lo spero. Non credo di perdere il lavoro per un bacio fuori dallorario di lavoro che ho dato a casa mia, ma in genere non mischio dimostrazioni pubbliche di affetto con eventi sociali para-lavorativi. Esprimendo il fatto che non essere disoccupata lunedì sarebbe utile. Era solo che avevo quellaltra cosa di cui preoccuparmi. Quella cosa alta più di 1,80, non-così-pelosa, molto flessibile.
Esattamente. Quello di ieri sera è stato un comportamento atipico. Probabilmente se ne saranno già dimenticati. Inoltre, non è che ti puoi presentare come un Jon Snow vampiresco. Adesso quel tipo ha qualcosa per cui essere in imbarazzo. Si può soltanto presumere che abbia preso quella decisione da sobrio, il che rende la cosa molto peggiore.
Ha! Quello era Robert. Già, non so cosa centri lui con i vampiri.
Abbiamo superato la parte in cui sei moderatamente a disagio per il fatto che i tuoi colleghi ti hanno visto baciare e palpeggiare aggressivamente un tizio?
Io palpeggiavo aggressivamente? Maledizione, suppongo di averlo fatto.
Ma Ero a casa mia. Fuori dallorario di lavoro. Non era una riunione di lavoro.
Certo, lavevo superata.
Uh-huh. Mi preparavo per qualsiasi cosa sarebbe arrivata dopo.
Porca merda, quelluomo era eccitato forte. E voi due, tra il palpeggiare e il folle, intenso baciare e la parte in cui ti ha tirata su semplicemente Aveva sospirato. Non puoi vedermi, ma mi sto facendo aria.
Super-eccitante, vero? E lo era stato. Davvero eccitante. Mi aveva sollevato il culo come se non pesassi niente. Quello era stato una spinta per lego, perché non sono leggera. Le curve aggiungevano massa. Poi lui aveva concentrato tutta quella deliziosa attenzione maschile su di me. La sua calda bocca sulla mia, il suo forte corpo premuto contro di me cazzo.
Um-hmm. E tanto per chiarire, una folta barba e una testa piena di capelli non rendono pelosi, svitata che non sei altro. Aveva fatto una pausa, poi aveva aggiunto, A meno che tu non ammetta di averlo visto nudo.
Per quello Peloso potrebbe essere fuorviante. Decisamente fuorviante.
Non cera niente di peloso in Oliver, a parte gli stupendi riccioli e la barba curata a livello professionale. Quelluomo doveva avere unabilità non umana con le forbici, oppure trascorreva molto tempo dal parrucchiere.
Per quanto riguardava il resto del corpo, aveva una peluria addominale deliziosamente osé e una leggera spolverata di peli sul petto. Decisamente non era peloso.
Lo sapevo! Yvette aveva lasciato cadere il telefono mentre rigurgitava bestemmie. Un secondo dopo era tornata. Cazzo, ragazza, mi hai fatto versare il caffè.
Non parlare con le mani! Riuscivo a vederla, circondata dai colori vivaci della sua cucina, mentre gesticolava tenendo in mano una tazza piena di caffè.
Ignorando il mio ammonimento, aveva risposto, Hai dormito con lui. Sono così fiera di te. Dopo chissà quanto tempo hai visto un po dazione. Quanto è passato? Un anno?
Yvette, al contrario di Becca, era pienamente consapevole del mio periodo di magra. Sospettava anche che il mio elenco sesso, sì fosse precedentemente esistito come qualcosaltro di completamente diverso.
No, non ho dormito con lui. È un musicista. Un musicista barista.
Yvette sapeva anche tutto sui miei genitori. Sapeva che mia madre era una bambina mai cresciuta con un fondo fiduciario. Sapeva che mio padre, una volta (per brevissimo tempo), era stato un rocker di successo che aveva sposato una ricca groupie. Sapeva che nessuno di loro era in grado di agire come un adulto, compresi (tra laltro) i rapporti tra loro e con me.
Yvette sapeva dei miei genitori soltanto perché, quando ci eravamo conosciute, ero stata unassoluta, perfida stronza. Anche lei era stata una bambina con un fondo fiduciario. Non come per i miei genitori, come si era scoperto, ma inizialmente non le avevo dato la possibilità di mostrarmi che era diverso.
Dopo la nostra falsa partenza, mi ero resa conto di averla giudicata male per le azioni dei miei genitori e avevo scaricato parte del bagaglio della mia famiglia durante il processo di scuse per il mio comportamento di merda. Lei aveva contraccambiato raccontandomi che anche lei aveva le sue difficoltà parentali, sebbene fossero di natura differente rispetto alle mie. Da quel momento siamo state piuttosto intime.
Poiché Yvette conosceva i miei genitori e sapeva quanto avessero influenzato il mio atteggiamento nei confronti sia dei non-adulti irresponsabili sia dei musicisti, capiva perché inizialmente avessi liquidato Oliver, alla festa.
Era il resto che laveva sorpresa.
Cazzo. Che peccato per quella cosa del musicista barista. A meno che tu non stia sperimentando il rimpianto. La nota speranzosa nella sua voce era graziosa. Come se credesse ancora nella possibilità di una semplice, facile scopata.
Oh, giusto. Lo credeva. Yvette prendeva tanti cazzi quanti Becca pensava ne prendessi io. Non ero sicura di come ci riuscisse. In giro non cerano così tanti uomini scopabili.
Poiché non rispondevo, aveva suggerito, È questo il motivo per cui hai chiamato? Ti prego, dimmi che sei indecisa se lasciarlo. Ti prego, ti prego. Perché se è così, ti dico: butta quel fottuto elenco e dormi con quelluomo. È troppo carino per rinunciarvi, qualunque possa essere la sua professione o per quanto merdose siano le sue capacità di conversazione.
Non ricominciare.
Yvette mi aveva accusato di chiedere troppi requisiti agli uomini che frequentavo. Non era la prima volta che mi incoraggiava a mettere da parte il mio elenco.
Mi aveva anche detto, non così terribilmente tanto tempo prima, di buttarlo. Qualcosa sul fatto che dovrei seguire il mio cuore, e se non il mio cuore, almeno le mie parti femminili.
Buttare lelenco? Neanche per sogno.
Ma che ci potevo fare se ogni singolo bambinone che conoscevo, indipendentemente dal suo quoziente di arrapamento, mi lasciava meno che entusiasta? Volevo fare sesso con uomini, non con ragazzi cresciuti e mai diventati maturi.
È un po più complicato di un semplice voglio, non voglio fare sesso con lui.
E le avevo raccontato dei messaggi da ubriaca, della sfida di yoga allalba, e poi della rivelazione di quella mattina, che il figo peloso dopotutto non era così peloso, verità che avevo scoperto perché avevo visto gran parte del suo corpo nudo.
Lei era rimasta in silenzio dopo che avevo finito. Troppo in silenzio.
Beh? lavevo spronata.
Dammi un secondo. Sto pensando. Ugh, cosa sto dicendo? Non sto pensando. Sto cercando di prevedere la mia conclusione. Sto dubitando di quello che so essere vero.
A volte la mia amica Yvette può essere un tantino teatrale. Dico io. Lei lo nega.
Sputa, dai.
Il suono di un respiro profondo aveva preceduto la sua risposta. Alza i tacchi. Non richiamarlo. Non mandare messaggi. Non fare lo yoga mattutino. Dimentica di averlo conosciuto.
Cosa? Perché? Stava dicendo sul serio? Yvette, tra tutte le persone, era proprio quella che avrebbe dovuto incoraggiarmi. Stava mettendo il dito nella piaga del mio ultimo periodo di magra, che durava da troppo tempo, ormai.