Guido Pagliarino - La Tragedia Dei Trastulli стр 4.

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lo so, lavevi chiamato così salutandolo.

Già. È il geometra Aristide Trastulli. Prima dereditare lavorava come dipendente in unimpresa edile, e aveva conosciuto la futura moglie, Iride, un giorno che per lavoro era salito a casa del principale: lei era la donna di servizio. Il loro primogenito si chiama Arturo, non ha avuto molta voglia di studiare, ha la terza media, o meglio la terza ginnasio come si chiamava una volta16 , è andato a lavorare coi suoi a quattordici anni. Il secondo figlio, Clemente, ha maggiori studi, prese il diploma di perito mercantile prima dentrare in ditta coi genitori. Tornando alla loro madre signora Iride, è la decima figlia di contadini. Come tutti nella sua famiglia aveva studiato poco, anche se si esprime con proprietà. Subito dopo lesame di terza elementare17 aveva dovuto aiutare i suoi nel lavoro, come già facevano i fratelli e una delle sorelle; raggiunti i quattordici anni, comera stato per le altre sorelle, era stata inurbata dai genitori e indirizzata al mestiere di domestica, essendoci troppe bocche da sfamare per il piccolo appezzamento di terra familiare. Sono tutte cose che ho saputo nel corso del tempo dallostiario, come io lo definisco.

Ostiario?

Non sai chi erano gli ostiari?

Hm mea culpa, avevo finto di dolermene.

Perdonato, aveva scherzato anche lui, dopotutto la reale figura dellostiario non esiste più da un pezzo, sostituita da quella del sacrestano. Si trattava dun chierico, di minor livello dei preti, che aveva ricevuto il cosiddetto ostiariato comportante diversi incarichi entro un edificio ecclesiastico: come suggerisce il nome stesso, procurare e serbare le ostie da consacrare sullaltare, ma inoltre custodire ledificio, aprire e chiuderne a orario lingresso e vietarne laccesso alle brutte persone; oltre a ciò, suonare le campane a orario e, aiutato o no da serventi, provvedere alle pulizie della chiesa. Definisco il nostro portinaio ostiario, beffardamente, perché è un baciapile che fa sapere a tutti che lui va in chiesa ogni sera dopo lorario e che recita sempre il Rosario con la moglie prima di coricarsi pregando per tutto il condominio. Peccato che poi spettegoli a mitraglia dietro alle spalle dei proprietari: forse anche su di me, perché no?

Però è un po maligno pure chi lascolta, come te, mera piombato in mente, e me nero pentito subito perché ben conoscevo il buon cuore dellamico; dopo un momento mero detto: Beh, dopotutto la curiosità è normale per un poliziotto, no?

Intanto, ignaro del mio rimuginare, Vittorio aveva continuato: Quello tra loro che conosco meglio è lanziano, perché era come me un partigiano ed è come me iscritto allANPI18 : ci ritroviamo qualche volta in sede o a celebrazioni di piazza. Anche la moglie è iscritta, operavano in coppia contro i fascisti e gli occupanti tedeschi, tutti e due sono medaglia dargento al valor militare della Resistenza; lei però non frequenta lAssociazione.

Per salire in montagna a combattere avevano chiuso il negozio, mimmagino.

No, avevano operato qui a Torino, in altri modi tutti necessari, come procurare armi ai resistenti trasportandole di persona sul furgone della ditta, celate fra le loro merci, o ricevere e passare ordini del CLNAI19 tramite un ufficiale dellEsercito che militava fra i partigiani azzurri, quelli di tendenze liberal monarchiche, il maggiore Amedeo Ronzi di Valfenera, adesso generale dei Carabinieri20 , lo conosco pur io perché è torinese ed è iscritto alla nostra sezione ANPI: è un grande amico del vecchio Trastulli. Inoltre, in più occasioni, i coniugi avevano riparato nella soffitta del loro negozio antifascisti ricercati e, a un certo punto, vi avevano nascosto, con alto rischio, sin a fine guerra, una coppia debrei, salvandola da un rastrellamento meticoloso dei nazisti e dalla conseguente deportazione in un lager.

Scusa, Vittorio, il primogenito di questi Trastulli doveva essere già oltre la ventina: era partigiano con loro?

No, allo scoppio del conflitto Arturo era di leva ed era stato spedito subito al fronte, rimanendo in armi fin al luglio 43, prima in Francia e poi in Sicilia dovera stato fatto prigioniero e quindi deportato in Gran Bretagna: pare lavessero trattato abbastanza bene, impiegandolo prima come contadino in una fattoria poi come giardiniere e ortolano sul terreno attorno alla villotta del colonnello che comandava il campo di prigionia. Era tornato in Italia solo nel 1946. Vuoi sapere anche del figlioletto piccolo?

Eh!

Clemente frequentava ancora le scuole elementari nel 1940, quando il 10 giugno Mussolini dichiarò guerra a Francia e Gran Bretagna. I suoi lavevano allontanato subito da Torino, e bene avevano fatto, ché il primo bombardamento sulla città, da parte deglinglesi, era stato immediato

e proprio a me lo dici? Me lo ricordo eccome!

Già, tu sei torinese.

Sì: era la notte fra l11 e il 12 giugno, non ce laspettavamo così presto i miei genitori e io.

Tuo padre era stato poi richiamato sotto le armi?

No, era operaio FIAT e quelli come lui erano utili là doverano.

Già, per produrre per lEsercito e lAereonautica.

Sì. Tornando al bombardamento, dopo un momento di paura eravamo corsi tutti e tre giù in cantina, ma casa nostra non era stata toccata per fortuna, sebbene avessero sganciato sul centro della città: 17 morti! Si sarebbe poi saputo che lobbiettivo avrebbe dovuto essere la FIAT, che invece nemmeno era stata sfiorata. Per questo sera diffusa la voce, bisbigliata, che Churchill avesse azioni della società, ma sicuramente sera trattato duna fanfaluca.

Di sicuro; ma riandando al piccolo Trastulli, i suoi lavevano riparato dalla sorella nubile del padre, una certa zia Erminia, che abitava nel piccolo comune originario della famiglia, Cavaglià, a una cinquantina di chilometri. La zia era ed è benestante, avendo ereditato laltra metà dei beni paterni. Sera preso e tenuto il nipotino ben volentieri per tutti gli anni della guerra, affezionandosi a lui come a un figlio, e il bimbo a lei: me laveva confidato il papà Trastulli, aggiungendo che Clemente voleva e vuole bene più alla parente che alla madre.

Si lascia andare a confidenze quel geometra.

Non con tutti: nellANPI discorre volentieri solo con me e con quel generale di cui è amico. Mi parla non solo dei fatti di guerra ma pure dei suoi privati: è una persona spontanea e un gran bravuomo. La signora Iride invece non mi piace molto va beh, è uneroina di guerra anche lei ma è pure na fareniella21 , una donna piena di boria che si crede la regina di Saba. Ho potuto verificarlo in più casi.

Ho capito; ma dimmi qualcosa della moglie del primogenito: dopotutto anchio, quanto a curiosità, non mi stavo mostrando da meno dellamico; oh, beh, eravamo poliziotti entrambi, no?

Ah, sì, completiamo il quadro: Si chiama Clodette, è una francese bionda, più alta del marito, bella donna, ma tu lhai vista. Arturo la conobbe in vacanza in Liguria. Lei soccupa solo delle figlie, niente di più, in casa hanno una domestica dalle 9 alle 19 e 30 che fa tutto e si chiama Genoveffa. Clodette e Arturo litigano perché lui la gradirebbe in ditta, anzi la suocera la vorrebbe là, a tutti i costi, e a lui piacerebbe dare soddisfazione alla madre, è un po un cocco di mamma, anzi un mammone secondo le parole del nostro linguacciuto custode, mentre il fratello no; immagino che la madre avesse molto viziato il primo da piccolo, mentre non aveva potuto farlo con laltro perché era dalla zia. La nuora non vuole proprio finire alle dipendenze della suocera, il marito insiste e i due battibeccano; e anche la vecchia ne dice tante alla nuora, non belle, e allora Clodette, anche se conosce ormai bene la nostra lingua, le lancia impulsivamente merde.

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