Cane Nero
Un Racconto Della Justice Security
Di
T. M. Bilderback
Traduzione Di
Patrizia Barrera
Copyright © 2020 by T. M. Bilderback
Design di copertina di Christi L. Bilderback
Foto di copertina di © Can Stock Photo / danielbarquero
Tutti i diritti riservati.
INDICE DEI CONTENUTI
Copyright
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Note sullAutore
Altri Libri
Sommario
Titolo Pagina
Copyright Pagina
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 1
Charlie Li portava il fucile con calma, mentre Jessica Queen componeva il numero della Justice Security sul suo cellulare e correvano fuori dell`ufficio.
Justice Security, Tony Armstrong.
Tony, Jessica Queen. Siamo alla mostra canina. Abbiamo bisogno di rinforzi adesso. E agenti ... tanti agenti! Riattaccò.
Charlie, quanto è forte quel tranquillante?
Abbastanza da tramortire quel mostro.
Allora non è abbastanza forte. Tieniti pronto a ucciderlo se è necessario.
Sì, signora Queen. Jessica estrasse la pistola mentre lei e Charlie si fermavano e scivolavano davanti alla porta dello spogliatoio. La porta si apriva in quella stanza, quindi non erano preoccupati che il mastino scappasse ... malgrado quel cane avesse usato uno strumento - un bastone di pelle grezza - per aprire la sua gabbia, un bastone che da solo non sarebbe bastato per far leva sulla porta ed aprirla. Si posizionarono ai due lati delluscio.
Charlie, prendi il fucile. Tu mira in alto, io mirerò in basso. Sparagli se lo vedi. Se siamo costretti a entrare, facciamo due passi indietro, in modo da poter osservare tutto quello che abbiamo attorno. esclamò Jessica.
Non mi vergogno di confessare che questo cane mi spaventa, signora Queen. Dimostra un`intelligenza superiore a quella di un cane normale.
Jessica annuì. Sono d`accordo con te, Charlie. Agisce come se fosse una persona. Tieniti pronto a tutto.
Charlie annuì. Pronto? chiese Jessica.
Charlie annuì di nuovo. Facciamolo.
Jessica si accovacciò, afferrando la pistola con due mani e puntandola verso la porta. Charlie spalancò con un gomito la porta dello spogliatoio, e puntò il fucile all`interno. Jessica abbassò la pistola, mirando verso il buio. Il mastino non era in vista. Jeff Ladd giaceva sul pavimento a circa tre metri da loro. Aveva la gola squarciata e le sue viscere erano sparse tutte intorno a lui. Giaceva in una pozza del suo stesso sangue. Jessica chiuse gli occhi e fece un profondo respiro, poi mormorò una preghiera per l`uomo ucciso. Combatté nuovamente contro la voglia di vomitare. Un altro uomo morto a causa sua ... ci avrebbe pensato più tardi.
Vedi nulla? chiese a Charlie.
No.
Jessica si alzò. Va bene, Charlie. Dentro, lentamente ma con decisione. Stai all`erta, amico mio.
Anche lei, signora. Penetrarono allinterno della stanza, schiena contro schiena, camminando in diagonale.
***
IL MASTINO LI OSSERVAVA dal suo nascondiglio. Respirò piano, attraverso il naso, per non farsi sentire. Prima avrebbe preso la donna. L`uomo sarebbe stato più difficile.
***
MENTRE ENTRAVANO NELLA stanza, camminando in diagonale e cercando di guardarsi intorno in tutte le direzioni, si avvicinarono al corpo di Ladd.
Va bene, Charlie, chi dovrebbe controllare per vedere se Ladd è ancora vivo? Normalmente, l`ufficiale anziano in servizio. Ma lo farò io.
Grazie. Dov`è quel mostro?
Non lo so, ma ora mi abbasso per vedere se cè polso. Charlie si mise il fucile da un lato, mentre si chinava sul corpo di Ladd. Jessica era in piedi accanto a lui, cercando disperatamente di guardare dappertutto per scovare l`enorme bestia. Si bloccò. Un piccolo rumore, quasi impercettibile, la spinse ad alzare lo sguardo. Il mastino era in cima alla fila di armadietti alta quasi due metri. Quando gli occhi di Jessica incrociarono quelli del cane, l`enorme mastino balzò verso di lei da una distanza di pochi metri. Jessica si abbassò, veloce. Il mastino, che aveva mirato al suo torace, la mancò per meno di un centimetro. Superò Charlie, che era ancora accovacciato accanto a Ladd, e atterrò sul pavimento dello spogliatoio. Quando arrivò giù, scivolò sul sangue che ristagnava sul pavimento e andò a sbattere pesantemente contro gli armadietti che si trovavano dall`altro lato della stanza.